Tim riporta in Italia tutte le attività di call center e lo farà entro i prossimi due anni. Ad annunciarlo è stato l’amministratore delegato della tlc, Luigi Gubitosi, che intervenendo al convegno Motore Italia ha detto che “dal 9 dicembre sul fisso noi risponderemo solo dall’Italia, e sarà così anche per il servizio clienti su mobile, nel giro di due anni”. “Molti call center sono andati all’estero negli ultimi anni – ha ammesso il manager -, ma noi abbiamo riportato tutto indietro, anche sul mobile nel giro di due anni sarà tutto in Italia. Telecom Italia risponderà solo dall’Italia”.
In Italia, secondo una rilevazione dell’anno scorso, ci sono circa 2mila aziende che lavorano nel settore dei call center e danno lavoro a circa 23mila persone. Quello dei call center è un business in grande espansione, anche nel nostro Paese: quest’anno secondo i dati Eurostat è stimato a quota 2 miliardi e 876 milioni di dollari, dai 2 miliardi e 858 milioni dell’anno scorso. Nel 2020 salirà a quota 2 miliardi e 893 milioni per arrivare a sfiorare i 3 miliardi nel 2027 quando il business dei call-center toccherà quota 2 miliardi e 939 milioni. E questo solo per quello che riguarda il giro d’affari italiano.
Gubitosi è poi intervenuto anche sul 5G: “Il nostro principale fornitore è Ericsson ma usiamo anche Huawei e Nokia: una scelta che fa Telecom, e credo che sia molto importante, è di non dipendere da un singolo fornitore. Questo è un punto di forza. Huawei – ha aggiunto l’Ad di Tim – era un’azienda che inseguiva, adesso è nel gruppo di testa, ma non sono gli unici. Io credo – ha spiegato – che nel complesso la tecnologia Usa sia superiore, anche se su specifiche aree, in particolare la parte radio, la Cina è avanti”.