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Calenda-Bentivogli: “Ecco il Piano industriale che serve all’Italia”

FIRSTonline

Serve un “Piano industriale per il Paese” focalizzato su crescita e investimenti, perché il 2018, con la fine del Qe e le novità in arrivo sugli Npl, potrebbe essere un anno difficile per la tenuta dei conti italiani. Di conseguenza, è necessario avere le carte in regola per poter negoziare ulteriore flessibilità con l’Europa.

Questo il messaggio lanciato oggi dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e dal segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli, in un intervento congiunto sul Sole 24 Ore che arriva a pochi giorni dall’atteso confronto che il ministro avrà, domenica mattina a Milano, col segretario del Pd Matteo Renzi. I due parteciperanno all’evento “Obiettivo Governo”, insieme al sindaco di Milano Beppe Sala e al candidato Pd per la Regione Lombardia Giorgio Gori: un possibile segnale di apertura e dialogo alla ricerca di una posizione comune.

“Se l’Italia non saprà essere all’altezza andremo incontro a un secondo shock sistemico – si legge ancora nell’articolo – Riteniamo che l’avvio della campagna elettorale mostri una diffusa mancanza di consapevolezza rispetto a questa situazione”.

COMPETENZE  E IMPRESE

Calenda e Bentivogli avanzano quindi delle proposte. La prima è di riconoscere il diritto soggettivo del lavoratore alla formazione in tutti i rapporti di lavoro e la sua definizione come specifico contenuto contrattuale.

Per quanto riguarda il Piano nazionale Impresa 4.0, pur confermando l’impostazione generale, il ministro e il sindacalista sostengono sia necessario far fronte a due necessità: rifinanziare per il 2019 il Fondo Centrale di Garanzia per 2 miliardi di euro, in modo da garantire circa 50 miliardi di crediti finalizzati agli investimenti delle Pmi; e sostenere l’investimento privato per l’acquisizione e lo sviluppo di competenze 4.0.

LAVORO 4.0

Dal punto di vista delle tutele del lavoro, Calenda e Bentivogli ritengono che occorra un decentramento contrattuale: “Questo processo, unitamente ai nuovi contenuti della contrattazione (welfare, formazione, orari, flessibilità attive) possono rappresentare il nuovo “patto per la fabbrica” in grado di centrare la sfida della produttività e dell’innovazione a partire dalle Pmi, per le quali la contrattazione territoriale può diventare una risorsa fondamentale”.

ENERGIA

Sul fronte energetico, l’articolo parla di estendere la normativa che dal 1° gennaio di quest’anno ha risolto il problema dello svantaggio sul prezzo dell’energia elettrica anche alle aziende gasivore, oltre che di rafforzare e diversificare le aree di approvvigionamento del gas.

CONCORRENZA

Quanto alla concorrenza, il titolare dello Sviluppo economico e il numero uno della Fim Cisl sostengono che sia necessario concentrarsi su due capitoli: i servizi pubblici locali e le concessioni, disciplinando le modalità di affidamento.

BANDA LARGA

Cruciale il passaggio sull’infrastruttura Tlc per la banda ultralarga: bisognerebbe “verificare la possibilità di concentrare lo sviluppo della rete in un unico operatore, valutando con tutte le cautele del caso un’eventuale remunerazione con tariffe regolamentate”. L’obiettivo deve essere evitare duplicazioni infrastrutturali e garantire la massima concorrenza.

POLITICA COMMERCIALE E INTERNAZIONALIZZAZIONE

In riferimento all’internazionalizzazione delle imprese, Calenda e Bentivogli parlano di sostenere gli accordi di libero scambio (a partire da quello con il Canada) e di creare regole condivise per garantire la natura equa del commercio internazionale. “La prossima battaglia che dobbiamo portare avanti è quella per l’inclusione dei principi di sostenibilità ambientale e sociale negli accordi di libero scambio”, prosegue il testo. Infine, “il Piano straordinario per il Made in Italy, che ha coinvolto oltre 17mila imprese, deve essere prolungato e potenziato in particolare nelle direttrici dell’e-commerce e dell’aumento delle imprese esportatrici”.

GESTIRE LE TRASFORMAZIONI

Per aiutare aziende e lavoratori rimasti vittime del cambiamento, il ministro e il sindacalista parlano di “potenziare nelle aree di crisi complessa soluzioni eccezionali: strumentazioni dedicate per le imprese beneficiarie di agevolazioni (deroghe alle regole del mercato del lavoro e ammortizzatori sociali, semplificazioni e accelerazioni burocratiche/autorizzative, supporto prioritario del Fondo di Garanzia, defiscalizzazioni) e iter accelerati per bonifiche e interventi infrastrutturali per poter rapidamente rilanciare l’attività d’impresa”. Necessario, inoltre, il “rifinanziamento dei Contratti di Sviluppo” e la creazione di un fondo equivalente al “Globalization Adjustment Fund” dedicato “alla riconversione di lavoratori e aziende spiazzati da innovazione tecnologica e globalizzazione”.

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