A dicembre 2018 si è lavorato un giorno in più rispetto a dicembre 2017, ma i consumi elettrici sono stati inferiori dell’1,5% a causa del “caldo” anomalo: l’ultimo mese dell’anno scorso ha infatti fatto registrare una temperatura media superiore di un grado rispetto a quella dello stesso mese dell’anno precedente. A rivelarlo è il consueto bollettino diffuso da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, secondo il quale la domanda di elettricità in Italia è stata di 26,5 miliardi di kWh, con una diminuzione che corretta e destagionalizzata corrisponde al -1,1%.
Secondo i primi dati provvisori elaborati da Terna, il totale dell’energia elettrica richiesta in Italia nel 2018 ammonta a 321,9 miliardi di kWh, valore che invece in questo caso è in lieve aumento (+0,4%) rispetto al 2017 (a parità di calendario la variazione non cambia). La domanda di elettricità del 2018, che è stata soddisfatta per il 35% da produzione di fonti di energia rinnovabile (rispetto al 32% nel 2017), rappresenta il valore più alto dal 2013. A livello territoriale la variazione tendenziale di dicembre 2018 è risultata ovunque negativa: -1,5% sia al Nord che al Sud e -1,3% al Centro.
In termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto per calendario e temperatura dell’energia elettrica richiesta a dicembre 2018 ha fatto registrare una variazione positiva dello 0,4% rispetto al mese precedente (novembre 2018). Il profilo del trend si mantiene tuttavia su un andamento debolmente decrescente. Nel mese di dicembre 2018 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’86,6% con produzione nazionale e per la quota restante (13,4%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (23,2 miliardi di kWh) è diminuita del 2,8% rispetto a dicembre 2017. In crescita le fonti di produzione idrica (+56,7%) e fotovoltaica (+5,8%); in flessione le altre fonti (geotermica -1,2%; termica -9,2%; eolica -15,4%).