E se il teorema Palazzi si stesse clamorosamente rivelando infondato? Dopo le richieste di squalifica particolarmente pesanti inflitte ai giocatori della Juventus Leonardo Bonucci e Simone Pepe (rispettivamente 3 anni e 6 mesi e un anno, in seguito al filone d’inchiesta di Bari, squadra per la quale militavano i due ai tempi dei fatti contestati), tutto lasciava presagire un livello di responsabilità ormai acclarato, soprattutto quello del difensore.
Invece la questione non sembrerebbe più così lineare: la combine chiave della vicenda è quella di Udinese-Bari del maggio 2010 e pare che in merito a quella partita il pentito Andrea Masiello, capitano dei pugliesi all’epoca, non sia più così credibile. Proprio per questo Leonardo Bonucci, assistito dai legali della Juventus Luigi Chiappero e Gian Pietro Bianchi, ha prima di tutto evitato di chiedere il patteggiamento: “Un po’ per principio e un po’ perché ha rivisto la possibilità di scendere in campo nelle sei partite che la nazionale giocherà nei prossimi tre mesi. Ma soprattutto per non entrare in contraddizione con la propria innocenza dichiarata a Bari e incorniciata dal magistrato col documento datato 21 luglio che descrive Bonucci come un testimone e non come un indagato”, spiega Chiappero.
Palazzi ha poi fatto un tentativo per portare Bonucci a un’ammissione di colpa mostrandogli l’uscita d’emergenza della derubricazione da illecito a omessa denuncia, che avrebbe portato a un consistente sconto di pena, da 3 anni e mezzo del deferimento a 3 mesi e 20 giorni trattabili. E allo stesso tempo, per il procuratore federale, questo avrebbe significato la possibilità di portare avanti senza problemi il suo castello accusatorio.
Che invece ora sembra vacillare: la figura di Masiello sta infatti uscendo ridimensionata, nella combine in Udinese-Bari, ma moralmente anche nelle altre partite oggetto di rivelazioni, e questo potrebbe clamorosamente spalancare le porte del proscioglimento per Bonucci e Pepe. La parola ora passa alla Disciplinare, che si pronuncerà tra l’8 e il 10 agosto. Proprio alla vigilia della gara di Supercoppa contro il Napoli, per la quale però molto probabilmente non ci sarà l’allenatore Antonio Conte: la sua posizione è infatti diversa e legata a un altro filone d’indagine (quello della Procura di Cremona). Per lui le accuse sono più lievi (solo omessa denuncia e non illecito sportivo) ma parrebbero più fondate. La risposta sempre dalla Disciplinare, in uno degli agosti più caldi della storia della Juventus (calciopoli a parte).