Che autogol le parole in libertà del giudice federale Piero Sandulli sulla seconda squalifica dell’allenatore della Juventus, Antonio Conte. “A Conte gli è andata bene perchè la sua posizione su Albinoleffe-Siena sfiorava l’illecito” aveva dichiarato ieri a Radio Capital Sandulli a difesa della sua sentenza subito dopo la fine del processo. Nella sua foga oratoria, ripresa da tutti gli organi di stampa, Sandulli ha però dimenticato i principi della giustizia sportiva – che chiunque può liberamente consultare sul sito del Coni – e che all’articolo 2 esplicitamente afferma che “i giudici sportivi sono tenuti alla più rigorosa osservanza dei principi di riservatezza e NON POSSONO RILASCIARE DICHIARAZIONI AGLI ORGANI DI STAMPA e agli altri mezzi di comunicazione di massa in ordine ai processi in corso o a quelli nei quali siano stati chiamati a pronunciarsi, se non sono trascorsi almeno dodici mesi dalla conclusione”.
E’ incredibile che un esperto di diritto come Sandulli sia potuto cadere in un errore comportamentale del genere che gli toglie credibilità e offre argomenti a chi – e non solo la Juventus o Antonio Conte – pensa che così com’è oggi la giustizia sportiva sia una farsa, che non offre reali garanzie agli imputati e ai collegi di difesa e rischia di ledere l’immagine di qualunque sportivo che cada nella trappola di qualche pentito furbo che approfitta della contradditorietà e arbitrarietà del modo di procedere della giustizia sportiva. Ecco perchè la Figc ha già deferito Sandulli alla Commissione di garanzia