Allenatori alla riscossa. Perché se il mercato dei calciatori comincia a scaldare le polveri, altrettanto si può dire di quello dei manager. Il discorso vale per tutti, dall’Italia all’Europa, per quanto nomi e cifre cambino considerevolmente a seconda dei Paesi in questione. Partendo da casa nostra, e dunque dalla Serie A, le uniche panchine sicure sembrano essere quelle di Juventus e Lazio, dove Massimiliano Allegri (per lui si parla di rinnovo fino al 2017) e Stefano Pioli stanno facendo troppo bene per essere messi in discussione. Appena sotto (diciamo al 90%) c’è Roberto Mancini: il contratto triennale e la fiducia dell’ambiente fanno sembrare quasi certa la sua permanenza all’Inter, mancanza di risultati e possibili offerte dall’estero lasciano però un piccolo dubbio. Il resto è piena bagarre. Da Garcia a Benitez, passando per Mihajlovic, Montella e Inzaghi, nessuno sa con certezza dove sarà tra qualche mese. Le quotazioni del romanista sono precipitate assieme alla sua squadra (occhio a Mazzarri) ma nulla in confronto a quelle del rossonero, le cui speranze di permanenza non superano il 10%. Impossibile fare chiarezza sulla sua successione, i nomi che circolano sono direttamente proporzionali al caos del suo Milan: Sarri, Mihajlovic, Montella, Ventura e chi più ne ha più ne metta… Diverso il discorso per quanto riguarda Napoli, Fiorentina e Sampdoria.
I presidenti si terrebbero volentieri gli attuali tecnici ma i diretti interessati nicchiano: Benitez ha nostalgia della Premier League inglese, Montella e Mihajlovic ricevono troppe avance per restare indifferenti. Se il primo lascerà Firenze (magari proprio per andare a Napoli) al suo posto potrebbe arrivare Di Francesco, se il secondo andrà via da Genova sono pronti Iachini e Colantuono. La situazione è incandescente e non è che in Europa sia molto più tranquilla. Le uniche panchine veramente salde sono quelle di Bayern Monaco, Chelsea e Atletico Madrid, dove Guardiola, Mourinho e Simeone hanno carta bianca e fiducia totale. Poi però tutto è possibile, in barba ai fasti del passato. E’ il caso di Ancelotti, messo sulla graticola in quel di Madrid nonostante i 4 titoli vinti in meno di un anno. Ma neanche la Decima Champions (a cui vanno aggiunte Coppa del Re, Supercoppa Europea e Mondiale per Club) mette Carletto al riparo dagli umori di Florentino Perez, invaghitosi di Zidane (attualmente alla guida del Castilla) e, in seconda battuta, di Klopp. Se divorzio sarà per Ancelotti potrebbero aprirsi le porte della Premier, con il Manchester City (stufo di Pellegrini) pronto a fare follie. Per i citizens, a dire il vero, resta in corsa anche Benitez, che però piace molto anche al Psg. All’ombra della Tour Eiffel non amano Blanc, nonostante questi sia ancora in corsa su 4 fronti, e Rafa drizza le antenne… Fa bene a farlo, non c’è che dire. Perché il valzer degli allenatori sta per cominciare e promette di essere più vivo che mai.