Si ricomincia. Anche per il calcio è finalmente arrivato il momento della “fase 3”: dopo lo stop (8 marzo) e la ripresa degli allenamenti (prima individuali, poi di gruppo), eccoci giunti al ritorno in campo, questa volta per davvero. A confermarlo, al termine del vertice tenutosi ieri in videoconferenza, Vincenzo Spadafora, apparso piuttosto sollevato dopo le numerose (e per certi versi stucchevoli) polemiche degli ultimi mesi.
“È stata una riunione molto utile, adesso l’Italia sta ripartendo ed è giusto che riparta anche il calcio – il commento a caldo del ministro dello Sport – È arrivato l’ok del Cts al protocollo Figc sulla quarantena fiduciaria in caso di positività di un giocatore, inoltre mi hanno assicurato che gli eventuali tamponi dei calciatori non potranno ledere quelli del resto degli italiani, non ci saranno vie preferenziali di nessun tipo. Se la curva dei contagi muterà e il campionato sarà costretto a fermarsi di nuovo, la Figc mi ha assicurato l’esistenza di un piano B, i playoff, e di un piano C, la cristallizzazione della classifica. Alla luce di tutto questo possiamo dire che il campionato riprenderà il 20 giugno. Prima, spazio alla Coppa Italia”.
In attesa di conoscere ufficialmente il calendario (oggi la Lega stabilirà date e orari), possiamo dire con certezza che nel fine settimana del 13-14 giugno andranno in scena le semifinali di ritorno della Coppa Italia (Juventus-Milan e Napoli-Inter), con la finalissima mercoledì 17 e il campionato nel fine settimana successivo. Una sorta di compromesso tra la richiesta del governo di trasmettere le partite in chiaro e le esigenze di Sky e Dazn, tutt’altro che inclini a “regalare” il prodotto già abbastanza danneggiato. La Coppa, in onda sulla Rai come da tradizione, mette d’accordo le parti, anche se tra i club non raccoglie lo stesso consenso.
“Sotto il profilo sportivo troviamo discutibile assegnare un titolo importante in così poco tempo dopo tre mesi di lockdown – il commento del presidente del Milan, Scaroni – Capiamo il voler offrire partite di qualità, ma…”. Posizione comprensibile, ma è giusto sottolineare come accontentare tutti sarebbe stato praticamente impossibile. La vera questione, semmai, è capire come farà il calcio ad arrivare al termine di questo percorso fatto di 13 giornate (recuperi compresi), ma soprattutto di una spada di Damocle chiamata quarantena. Il Comitato Tecnico Scientifico ha ribadito che, in caso di uno o più positivi (anche nello staff), tutta la squadra dovrà essere isolata per 14 giorni, con l’inevitabile rinvio delle partite previste in quel lasso di tempo.
Un’eventualità che farebbe nuovamente saltare il banco, ragion per cui i piani B (playoff/playout) e C (cristallizzazione della classifica al momento dello stop) restano tristemente d’attualità, tanto più che i calciatori sono contrari al ritiro a oltranza e le società, alcune effettivamente impossibilitate, non opporranno resistenza. Il rischio è alto, come dimostra il caso Bologna: alla fine il membro dello staff è risultato negativo, ma per qualche ora si è temuto che il sogno ripartenza finisse ancor prima di cominciare.
Restano poi altre questioni spinose da dirimere, come quella dei contratti in scadenza il 30 giugno (il discorso vale anche per prestiti e nuovi acquisti, vedi Kulusevski): la Fifa ha stabilito che nessuno potrà cambiare maglia fino al termine della stagione, ma non può certo obbligare giocatori e club a prolungare i propri rapporti di lavoro, nemmeno di un paio di mesi. Dunque c’è la possibilità che alcune squadre si ritrovino senza elementi importanti, il tutto con un calendario inevitabilmente congestionato, per giunta in piena estate.
Il capitolo clima spaventa non poco, anche perché le televisioni, nel tentativo di valorizzare il prodotto, spingono per spalmare le partite nel maggior arco temporale possibile, pomeriggio compreso. Al momento in cui scriviamo l’orario delle 16.30 è ancora valido, dopo l’assemblea di Lega di oggi chissà: calciatori e allenatori infatti sono pronti a dare battaglia per difendere le proprie posizioni. Insomma, la vetta dello Zoncolan (cit. Damiano Tommasi) è ancora piuttosto lontana, ma intanto il calcio ha una data per ripartire. E questa, pensando a come stavano le cose non più tardi di due settimane fa, è già una prima vittoria.