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Calcio, Europei 2012: si apre oggi con Polonia-Grecia, testacoda nella classifica dei Pil

Alle 18 scendono in campo nella partita inaugurale Polonia e Grecia, ossia il Paese che in Europa cresce di più economicamente (secondo solo all’altro organizzatore, l’Ucraina, che però non è nell’Ue) e quello che invece rischia di uscire dall’unione monetaria – E l’Italia? Spread e disoccupazione a parte, le cose non vanno meglio sul rettangolo verde…

Calcio, Europei 2012: si apre oggi con Polonia-Grecia, testacoda nella classifica dei Pil

Oggi alle 18 i campionati Europei di calcio in Polonia e Ucraina prendono il via a Varsavia con la sfida tra i padroni di casa e la Grecia. La partita, tecnicamente, non propone grandissimi spunti, ma giocando a fare un curioso parallelo fra pallone ed economia, il match racchiude in sè molti significati.

Sarà un testacoda, come un Juventus-Cesena nell’ultimo campionato di serie A o un Brasile-Nuova Zelanda ai Mondiali: scendono infatti in campo la nazione europea che più cresce economicamente (Pil +4,3%, seconda solo all’Ucraina, +5,2%, che però non è nell’Ue) contro quella, drammaticamente nota alle cronache, il cui Pil è sceso nel 2011 del 6,9% e che rischia pesantemente l’uscita dall’euro. 

Dall’euro, forse, ma non ancora dall’Europeo, al quale i greci, vincitori dell’edizione 2004, si aggrappano con tutte le loro forze proprio per risollevare le sorti di un Paese profondamente ferito dalla crisi che lo sta attanagliando. E il girone, in effetti, non è di quelli più proibitivi. 

Polonia e Grecia se la dovranno vedere con Russia e Repubblica Ceca, che scendono in campo stasera alle 20.45. I russi sono reduci dall’incredibile 3-0 rifilato all’Italia in amichevole, ma sono una nazionale vecchia e non irresistibile. Stesso discorso per i cechi, che a parte qualche stella come Cech e Rosicki si presentano alla manifestazione nella veste di nobile decaduta. Se non altro però la Russia, insieme con la Polonia, vince la sfida dell’economia: per il Paese dei Brics il tasso di crescita del Pil è infatti pari a quello dei padroni di casa (+4,3%).

Dunque secondo la classifica dei Pil la vittoria finale dovrebbero giocarsela le due nazioni ospitanti, con Francia, Svezia e Germania ben posizionate. Improbabile. Proviamo con gli spread: anche qui, il primo posto andrebbe alla virtuosa Danimarca, in una ipotetica finale con la Germania. Un po’ più probabile, ma ancora non ci siamo. Ben più “realistica” potrebbe risultare la classifica dei tassi di disoccupazione (ovviamente andando a premiare i più bassi): qui il podio sarebbe occupato dall’Olanda, effettivamente fra le favorite, ancora dalla Germania e la rediviva Repubblica Ceca. La favoritissima Spagna (i bookmakers la quotano ancora a 3), campione europeo e mondiale in carica, viene invece ovviamente tagliata fuori da qualsiasi ragionamento: viste le recenti vicissitudini finanziarie, sarebbe da eliminazione al primo turno.

E l’Italia? Come tutti già sappiamo, in questo campionato virtuale avrebbe ben poche chance. C’è chi sta peggio, come Grecia, Portogallo, e la stessa Croazia avversaria nel girone, ma il vero problema della Nazionale, almeno di quella vista finora, è che anche ragionando fuor di paradosso le cose non vanno meglio. I ragazzi di Prandelli sono reduci da tre partite senza neanche un gol all’attivo, e devono fare i conti con infortuni pesanti come quelli di Rossi e Barzagli. Senza contare lo stato di forma precario di alcuni giocatori come Cassano, l’inaffidabilità di Balotelli, l’età avanzata di mezza squadra e soprattutto il possibile contraccolpo psicologico provocato dall’inchiesta sul calcioscommesse, che ha visto l’esclusione di uno dei titolari, Criscito, e la probabile mancanza di serenità per Bonucci e Buffon, il primo indagato e il secondo eventualmente coinvolto nella bufera.

Ce la farà Prandelli a risolvere il rebus? La risposta si avrà domenica tra le 18 e le 19,30 circa, quando scenderanno in campo Italia e Spagna. Le ultime due nazionali campioni del mondo. Alla faccia dello spread.

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