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Calcio e naming rights, anche lo stadio di Socrates e della Democrazia Corinthiana cede al mercato

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È caduto uno degli ultimi baluardi del calcio che fu. Nell’epoca dei naming rights, cioè di stadi ma anche stazioni della metropolitana che prendono direttamente il nome degli sponsor, è toccato arrendersi al mercato pure al mitico stadio Pacaembù di San Paolo, in Brasile. Sede delle partite della squadra del Corinthians dal 1940 al 2014 (oggi, a proposito di naming rights, il nuovo impianto dei bianconeri è la Neo Quimica Arena), è stato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 teatro delle gesta, non solo sportive, del leggendario Socrates, il centrocampista laureato in Medicina e soprannominato per questo il Dottore, che nel 1984 fu acquistato dalla Fiorentina, con cui giocò la sua unica stagione nel campionato italiano (e fuori dal Brasile), segnando 6 gol.

Socrates: il Dottore del calcio e della resistenza politica

Socrates è stato un artista ed un intellettuale del calcio: nel Corinthians ha giocato quasi 300 partite dal 1977 al 1984, vincendo diversi trofei e partecipando da protagonista al Mondiale 1982, quello poi vinto dall’Italia ma che vide scendere in campo quella che ancora oggi i brasiliani considerano una delle Seleçao migliori di sempre, con campioni del calibro di Zico, Falcao, Cerezo, Junior. Durante i ritiri della Nazionale Socrates era famoso per divorare libri, facendoseli spedire anche dal Brasile (e all’epoca non c’era mica Amazon), e per le sue posizioni politiche, apertamente di sinistra e di ostinata resistenza alla dittatura militare che all’epoca c’era in Brasile. Il Dottore passò infatti alla storia soprattutto per l’irripetibile esperienza, da lui ideata, della Democracia Corinthiana, un esperimento di autogestione della squadra su basi non gerarchiche, che ebbe un forte impatto simbolico anche perché i giocatori (tra i quali pure il poi torinista Walter Casagrande), scendevano in campo con dei messaggi politici scritti sulle magliette.

Il triste declino del Pacaembù

Il ricordo di questo modello di organizzazione socialista, in cui tutti ma proprio tutti i membri del Corinthians esprimevano il loro parere e il loro voto, tutti con lo stesso peso, sulle decisioni che riguardavano il club, si è definitivamente sbiadito dopo la notizia che lo stadio Pacaembù, nel centro di San Paolo a pochi passi dall’Avenida Paulista, non si chiamerà più così ma – almeno per i prossimi 30 anni – Mercado Livre Arena Pacaembù. Ad acquistare i diritti fino al 2054 sull’impianto che oggi ospita saltuariamente eventi sportivi ma è conservato come un gioiello ed è sede del Museu do Futebol, è stato infatti Mercado Livre, la Amazon brasiliana (anzi in Brasile è la prima piattaforma di e-commerce, molto davanti a quella di Jeff Bezos) che ha versato la bellezza di 1 miliardo di reais, pari a circa 200 milioni di euro, ovvero il valore più alto pagato sino ad oggi per una operazione di naming rights nel Paese sudamericano di lingua portoghese. Già il nome, “mercato libero”, suona proprio di beffa. Chissà che cosa ne avrebbe pensato il Dottore.

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Categories: Sport