Il campionato è ufficialmente riaperto. Almeno questo dice la classifica, che vede Juventus e Roma staccate di appena un punto. Certo, i bianconeri devono ancora recuperare una partita e la stessa appare tutt’altro che proibitiva (a Crotone l’8 febbraio), prima di allora però il calendario sembra sorridere ai giallorossi, così come lo stato di forma mostrato nell’ultimo periodo.
La sconfitta della Juve a Firenze certifica problemi mentali e tecnici non più trascurabili, viceversa la vittoria della Roma a Udine conferma una crescita caratteriale non indifferente, che autorizza, appunto, a parlare quantomeno di un campionato aperto. Massimiliano Allegri aveva chiesto di andare al Franchi “a comandare la partita”, invece la voce grossa l’hanno fatta solo gli uomini di Paulo Sousa, padroni del campo sia dal punto di vista tecnico che psicologico.
“È un brutto stop – ha ammesso l’allenatore bianconero. – Ad ogni modo possiamo ancora recuperare e tornare a più 4, inoltre noi non abbiamo mai pensato di aver già vinto il campionato con tutto questo anticipo. Dobbiamo metterci in testa che da qui al 28 maggio saranno tutte battaglie, contro di noi ogni squadra gioca sempre la partita della vita”.
Ancora una volta è stato l’approccio il problema della Juve, scesa in campo con troppa sufficienza a fronte della “garra” mostrata dai viola. Il mal di trasferta (4 sconfitte su 9 gare lontano dallo Stadium) sta diventando una costante, tanto più su quei campi dove la Signora è vista come una rivale storica e dunque aggredita dall’inizio alla fine.
La Fiorentina è partita subito forte e dopo aver sfiorato il gol con Vecino (palo), lo ha trovato con Kalinic, bravo a capitalizzare al meglio l’assist di Bernardeschi (37’, sospetta però la gamba tesa con cui ha strappato il pallone ad Alex Sandro).
Nel secondo tempo ci si aspettava una Juve più arrembante, invece sono stati ancora i viola a partire meglio e a trovare la rete con Badelj, autore di uno strano tiro cross dalla distanza su cui Buffon è rimasto ingannato (54’).
La zampata di Higuain (58’) ha solo dato l’illusione della svolta, perché se è vero che i bianconeri avrebbero potuto pareggiare (clamoroso l’errore di Dybala nel finale), è altrettanto vero che la Fiorentina ha più volte fallito il terzo gol. A sorridere, oltre ovviamente alla squadra di Sousa, è dunque la Roma, che si gode il successo di Udine e l’inaspettato (forse) avvicinamento in classifica.
Vittoria importantissima quella dei giallorossi soprattutto per le modalità con cui è arrivata: ancora una volta, infatti, gli uomini di Spalletti hanno mostrato unghie e denti, strappando 3 punti d’oro con uno 0-1 che fa il paio con quella di settimana scorsa a Genova. Tutto ciò nonostante assenze pesanti (ieri mancavano Salah, Perotti, De Rossi e Rudiger) e la giornataccia di Dzeko, autore di un rigore sbagliato e di tantissimi errori sottoporta.
A decidere è stato così il solito Nainggolan (12’), uno che quando c’è da fare gol pesanti non si tira mai indietro. “Anche oggi i miei giocatori sono stati tosti, dettando subito la legge di chi vuole portarsi a casa il risultato – il commento di Spalletti. – Nel secondo tempo invece non siamo stati abbastanza maturi, se ti capitano le occasioni per chiudere le partite e le sbagli tutte rischi di prendere il pareggio. Ad ogni modo la vittoria è meritata, stiamo trovando gli equilibri giusti e la continuità. Dzeko? Ogni tanto è un giocatore molle e glielo dico anch’io…”.