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Caio: “Poste in Borsa il 26 ottobre”

“Questa è la più grande Ipo dell’anno in Europa, mette l’Italia al centro del mondo”. Così l’Ad di Poste italiane, Francesco Caio, ha presentato la privatizzazione a Milano. Parte il road show che si concluderà il 22 ottobre; poi la quotazione. La politica dei dividendi prevede un pay out “ad almeno l’80% degli utili nei primi due anni”. In vendita il 38,2%.

Caio: “Poste in Borsa il 26 ottobre”

Produce cassa, è solida e siede su business in forte crescita. Perché portare le Poste Italiane in Borsa? La quotazione è “un passaggio necessario per garantire la sostenibilità di lungo termine a questa azienda, che è un pezzo dell’Italia  e che oggi con l’Ipo più grande d’Europa mette l’Italia al centro dell’attenzione in Europa”. Così Francesco Caio, amministratore delegato della società, ha commentato lo sbarco in Borsa di Poste Italiane presentando oggi a Piazza Affari la maggiore privatizzazione degli ultimi dieci anni. Sul mercato finirà quasi il 40% del capitale (38,2% con greenshoe) per un controvalore tra i 2,7 e i 3,7 miliardi (forchetta di prezzo tra i 6 e i 7,5 euro). Il road show partito oggi a Milano terminerà il 22 ottobre e l’avvio delle negoziazioni è atteso per il 26 ottobre.

UNA PRIVATIZZAZIONE STORICA. BANCO DI PROVA PER LITALIA

La quotazione, ha spiegato Caio, ha “un significato economico e anche un significato per il Paese. Noi come manager crediamo in questo piano” ed “è un passaggio di trasparenza che parte dalla convinzione profonda che questa è un’operazione che crea valore sia per i cittadini che per gli azionisti, a partire da quello attuale che è il governo e con l’impegno di crearne per i nuovi”. L’Ipo, ha concluso Caio, ha quindi “sicuramente valenza finanziaria ed economica ma anche di politica industriale, di contribuzione alla modernizzazione del paese e per dare una prospettiva concreta di orientamento a un futuro sostenibile a chi lavora nell’azienda”.

Lo stesso Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministero dell’Economia, in apertura di conferenza stampa, ha affermato che l’operazione,”è un segnale che il governo vuole dare sull’accesso al mercato dei capitali, attraverso il quale le società si modernizzano”. “Agli investitori – ha concluso – diciamo che, se credono nell’Italia e nella ripresa dell’Italia, che noi del governo vediamo accelerare, allora possono credere nelle Poste”.

All’estero, come emerge dall’articolo di oggi del Financial Times, guardano all’Ipo come un banco di prova per la “reputazione” del governo riformista italiano. “C’è in questo momento un’aspettativa positiva sul Paese – ha confermato indirettamente Caio nel corso della conferenza stampa – Noi stiamo osservando, nelle piazze che abbiamo visitato, a partire da Londra e New York, interesse verso l’Italia e l’Italia viene vista come un paese che potrebbe beneficiare più degli altri della ripresa, come risultato di un’economia che inizia a marciare e di un governo che mette a terra le riforme”.

UNINFRASTRUTTURA DI SERVIZI. PAY OUT ALL80%

“Una grande utility che distribuisce servizi per i cittadini, profittevole già oggi e con flussi di cassa positivi, una base di clienti ampia e stabile nel tempo e un piano industriale in crescita”. Con queste parole l’ad Caio ha voluto sintetizzare le caratteristiche del gruppo, che si presenta al mercato come un’industria di servizi. Dei 28 miliardi di fatturato del 2014, infatti, solo 4 riguardano la logistica e i servizi postali, 5 fanno riferimento alle attività bancarie, gli altri arrivano dalle attività assicurative in rapida crescita dove Poste ricopre un ruolo di distributore capillarmente radicato sul territorio italiano.  Caio ha presentato il gruppo come una realtà solida ma seduta su business in espansione, dal risparmio gestito alle carte di pagamento, dall’e-commerce alla digitalizzazione.

Il 2014 è stato comunque un anno di transizione, che ha registrato un risultato operativo in calo a causa della contrazione dei volumi postali e degli accantonamenti per il piano di efficientamento e trasformazione. In ogni caso, il gruppo è riuscito comunque a generare 400 milioni di cassa che possono essere messi a disposizione degli azionisti. “Siamo in grado di sostenere una dividendo policy in linea se non in crescita rispetto ai peer europei, con un pay out minimo all’80% dell’utile netto di gruppo” per due anni, ha detto il direttore finanziario Luigi Ferraris. Il gruppo ha poi confermato 8mila assunzioni. “Serviranno a modificare e rafforzare il profilo professionale dei lavoratori di Poste per servire al meglio i cittadini”, ha detto Caio.

Il PREMIO PER GLI AZIONISTI FEDELI

Uno degli obiettivi dell’Ipo è facilitare un azionariato diffuso. Il collocamento di azioni sarà offerto per il 30% al retail ed al 70% a investitori istituzionali. Nell’ambito della quota retail 14,9 milioni di azioni sono riservate ai dipendenti del gruppo: ad ognuno saranno garantiti due lotti minimi, pari a 10 azioni, ed è prevista la possibilità di richiedere l’utilizzo del Tfr. Inoltre c’è un premio del 5% per gli azionisti “fedeli”, ossia per chi terrà in portafoglio le azioni per almeno un anno dalla quotazione. In pratica, è prevista l’assegnazione di una azione gratuita ogni 20 (pari al 5%) mentre il  bonus sale al 10%, con una azione gratuita ogni 10 mantenuta in portafoglio per 12 mesi, per i dipendenti che acquisteranno i lotti dell’offerta a loro riservati.

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