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Caffè, il prezzo dell’Arabica è ai massimi dal 1977 per siccità. Occhio ai rincari sulla tazzina

L’aumento del prezzo della materia prima è dovuto soprattutto al clima estremo, a questo si aggiunge il timore per la possibile introduzione dei dazi. Secondo gli analisti, ciò non si dovrebbe ripercuotere sul prezzo della tazzina al bar. Ma per l’Italia potrebbe essere diverso

Caffè, il prezzo dell’Arabica è ai massimi dal 1977 per siccità. Occhio ai rincari sulla tazzina

I prezzi del caffè sul mercato internazionale sono saliti al livello più alto degli ultimi 50 anni a causa delle cattive condizioni meteorologiche in Brasile e Vietnam, costringendo torrefattori come Nestlé ad aumentare i prezzi e spingendo molti consumatori, oppressi dall’aumento del costo della vita in generale, a cercare marchi più economici. L’aumento dei prezzi favorirà gli agricoltori con il raccolto di quest’anno, ma rappresenterà una sfida per i commercianti, che dovranno affrontare costi di copertura in borsa, nella corsa per accaparrarsi in tempo i chicchi sul mercato.

I problemi di produzione legati al maltempo in Brasile e Vietnam hanno visto le forniture globali in ritardo di tre anni rispetto alla domanda. Ciò ha lasciato le scorte esaurite e ha spinto i prezzi di riferimento della borsa ICE a un picco di 3,36 dollari alla libbra. L’ultima volta che il caffè è stato scambiato a un prezzo così alto è stato nel 1977, quando la neve aveva distrutto ampie zone delle piantagioni brasiliane, riporta Reuters. Tuttavia, lo shock per i consumatori è stato molto più grande allora. Se si tiene conto dell’inflazione, 3,36 dollari per libbra nel 1977 equivarrebbero a 17,68 dollari oggi.

Le coltivazioni di Brasile e Vietnam soffrono la sete

Ma non è finita qui. Gli esperti prevedono un altro anno di scarsa produzione di caffè.
Il Brasile, che produce quasi la metà dell‘Arabica mondiale (chicchi di qualità pregiata utilizzati principalmente per miscele tostate e macinate) ha vissuto quest’anno una delle peggiori siccità mai registrate. Sebbene le piogge siano finalmente arrivate a ottobre, l’umidità del terreno rimane bassa e gli esperti affermano che gli alberi stanno producendo troppe foglie e troppo pochi fiori che si trasformano in chicchi. In Vietnam, che produce circa il 40% dei chicchi di qualità Robusta solitamente utilizzati per preparare il caffè istantaneo, è stato coolpito da una grave siccità all’inizio di quest’anno, poi seguita da piogge eccessive a partire da ottobre.

La società di consulenza StoneX prevede che la produzione di caffè Arabica del Brasile diminuirà del 10,5%, attestandosi a 40 milioni di sacchi l’anno prossimo, compensata in parte da una maggiore produzione di caffè Robusta, riducendo così il raccolto complessivo del Paese dello 0,5%. In Vietnam, il raccolto potrebbe ridursi fino al 10% entro la fine di settembre 2025, aggravando la carenza globale di varietà Robusta.

Le tensioni sul mercato dei futures. Atlantica e Cafebras in difficoltà

I commercianti brasiliani Atlantica e Cafebras stanno chiedendo una ristrutturazione del debito sotto la supervisione del tribunale a causa dell’impennata dei prezzi del caffè, dei costi di copertura paralizzanti e dei ritardi nelle consegne. La ristrutturazione del debito sotto la supervisione del tribunale precede il fallimento se la negoziazione non ha successo. I trader che acquistano chicchi da fornitori locali come Atlantica e Cafebras solitamente assumono posizioni corte sul mercato dei future per proteggere la loro esposizione al mercato fisico. Temendo di non poter più ricevere il loro caffè fisico, molti trader stanno chiudendo quelle che sono diventate posizioni future allo scoperto in perdita. La chiusura delle posizioni corte implica l’acquisto o l’assunzione di posizioni lunghe sui future, il che a sua volta fa aumentare ulteriormente i prezzi. I prezzi più elevati dei futures fanno aumentare i margini richiesti o gli acconti che i trader sono tenuti a versare per proteggersi dalle perdite di trading, creando così maggiore stress nel settore.

I grattacapi dei torrefattori

L’aumento dei prezzi del caffè rappresenta un problema per i torrefattori. Il presidente della Nestlé , la più grande azienda di caffè al mondo, è stato estromesso all’inizio di quest’anno dopo che il consiglio di amministrazione si è mostrato scontento delle scarse vendite e della perdita di quote di mercato dovute all’aumento dei prezzi, che ha spinto i consumatori a rivolgersi a marchi più economici.
I torrefattori tendono ad acquistare il caffè con molti mesi di anticipo, il che significa che i consumatori probabilmente noteranno un aumento dei prezzi entro 6-12 mesi.

Torrefattori come Starbucks che vendono principalmente ai bar dovrebbero avere risultati migliori, poiché il prezzo globale del caffè rappresenta solo circa l’ 1,4% del prezzo totale di una tipica tazza di caffè da 5 dollari consumata in un bar, dicon gli analisti. Ma la stessa cosa potrebbe non accadere nei bar italiani.

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