Un aereo charter che trasportava 81 persone (72 passeggeri e nove membri dell’equipaggio), si è schiantato in Colombia, in una zona montagnosa alle porte di Medellin verso la mezzanotte (ora locale) di lunedì, alle sei della mattina di martedì ora italiana. A bordo del volo, che era partito dall’aeroporto internazionale di San Paolo, c’erano anche i giocatori della squadra di calcio di serie A brasiliana Chapecoense.
Il bilancio provvisorio dell’incidente parla di almeno 25 morti accertati. Le vittime, però, potrebbero essere molte di più: alcune fonti parlano di soli cinque sopravvissuti e dunque di ben 76 vittime. Secondo altre ci sarebbero anche altri superstiti. Tra i feriti accertati ci sono almeno tre giocatori della Chapecoense: il centrocampista Alan Ruschel, il portiere Danilo, ricoverati all’ospedale municipale de La Ceja (la cittadina più vicina al luogo dell’impatto), e Jackson Follmann, che sarebbe stato, invece, trasportato in un’altra struttura.
Il velivolo, un British Aerospace 146 gestito dalla compagnia charter boliviana Lamia aveva segnalato problemi all’impianto elettrico. I soccorsi richiesti dai piloti non sarebbero potuti entrare in funzione a causa delle forti piogge e della scarsa visibilità.
I giocatori della Chapecoense erano diretti a Medellin per giocare la finale della Copa Sudamericana (l’equivalente della nostra Euro League) contro l’Atletico Nacional di Medellin. La Federazione del calcio sudamericana (CONMEBOL) ha annullato “tutte le attività” fino a nuovo ordine mentre il suo presidente, Alejandro Dominguez, è partito per Medellin.
La squadra brasiliana, a cui è arrivata anche la solidarietà dell’Atletico Nacional, è stata fondata nel 1973 e rappresenta la città di Chapecó, un importante centro industriale del Brasile, di 200mila abitanti, nello stato di Santa Catarina, nel sud del Paese. Dopo un’ascesa eccezionale negli ultimissimi anni era arrivata in prima divisione nel 2014. Quella di domani sarebbe stata la loro prima finale di una grande competizione sudamericana.