Già l’acronimo, Urssaf (Unione di riscossione dei contributi di sicurezza sociale e degli assegni familiari), fa paura. Ma ancora più paura (se non ridere…) fa la notizia che giunge dal comune di Locmiquélic, piccolo centro della Bretagna, nel Nord-Ovest della Francia, dove l’Union de Recouvrement des Cotisations de Sécurité Sociale et d’Allocations Familiales – questa la denominazione originale dell’ente – è arrivata a chiedere un curioso pagamento al bistrot Maman Lapin.
A destare stupore non è tanto la modesta somma (9.000 euro) pretesa alla proprietaria, Maryka Le Floch, quanto la motivazione: i clienti riportavano loro stessi i bicchieri al bancone. Una sorta di self-service, dunque, che però nel burocratismo alla francese (tutto il mondo è Paese…) diventa “lavoro dissimulato”. Da lì la multa, assurda ma fortunatamente non particolarmente esosa, disposta in flagranza di delitto: alcuni agenti dell’ente bretone si sono infatti recati di persona nel locale, dove hanno detto di aver visto “delle persone apparecchiare e sparecchiare più volte lo stesso tavolo in una serata, il che equivale esattamente a quello che dovrebbe fare un cameriere retribuito”.
E a testimoniare quanto sia ferrea la burocrazia Oltralpe, la vicenda nel 2012 ha persino avuto conseguenze penali: a novembre infatti la Le Floch e il marito sono stati addirittura fermati in custodia cautelare su disposizione del pm di Lorient, che ha poi giustamente lasciato perdere. Ma la causa civile, per lavoro dissimulato, è ancora in corso.