X

Btp Valore ottobre 2023: rischi e vantaggi dell’offerta del Tesoro per cavalcare una stagione turbolenta

Imagoeconomica

Corrono, continuano a correre i rendimenti dei titoli governativi. In Italia, ma non solo: secondi l’analisi d Bespoke Investment group, i tassi di politica monetaria praticati da 38 diverse banche centrali sono ai massimi dal 1995 se ponderati in base al prodotto interno lordo. Un bel problema per il ministro Giancarlo Giorgetti, costretto a racimolare almeno 14-15 miliardi di euro un più per pagare gli interessi.  Ma non sono meno importanti le conseguenze per le famiglie, vuoi per chi intende comprar casa che per chi, stremato dalla politica degli interessi zero virgola cerca un parcheggio per i propri risparmi. Il quadro ideale per il lancio da parte del Tesoro della seconda emissione Btp Valore ottobre 2023, in programma da lunedì 2 ottobre. 

Btp Valore: le caratteristiche dell’emissione del 2 ottobre

Ricapitoliamo le caratteristiche del Btp Valore emissione ottobre 2023, ricordando che il titolo ha riscosso uno straordinario successo con 18,19 miliardi du euro raccolti alla sua prima apparizione nello scorso giugno: 

  • Investimento minimo di 1.000 euro. L’offerta è prevista deal 2 al 6 ottobre compreso, salvo chiusura anticipata.
  • Il titolo può essere acquistato senza commissioni attraverso home banking, in banca o all’ufficio postale.
  • Il collocamento avviene sulla piattaforma Mot (Mercato telematico delle obbligazioni).
  • La novità della nuova emissione è che i risparmiatori riceveranno cedole trimestrali calcolate sulla base di tassi prefissati e crescenti nel tempo.
  • E’ previsto, come la volta scorsa, un premio fedeltà pari allo 0,5% per chi porterà il titolo a scadenza.

I vantaggi del nuovo Btp Valore: tasso e durata

Nell’attesa della comunicazione sul tasso iniziale offerto dal Mef è in pieno corso il toto-interesse, cioè la gara degli analisti ad individuare il rendimento iniziale offerto dal Mef, che sarà reso pubblico venerdì 29. Dato il forte rialzo dei Btp sul mercato secondario (il decennale al 4,73% è vicinissimo ai massimi da undici anni) è assai probabile che il Tesoro sia costretto ad alzare i rendimenti offerti in occasione dell’emissione di giugno. Allora i titoli (durata quattro anni contro i cinque della nuova offerta) vennero collocati ad un tasso del 3,25% per il 1° e il 2° anno e del 4,00% per il 3° e il 4° anno, con un premio extra finale di fedeltà dello 0,5%. Anche stavolta ci sarà un premio fedeltà per chi porterà il titolo a scadenza pari allo 0,5%.

Stavolta il tasso iniziale dovrà essere più generoso: le previsioni sembrano orientarsi vero almeno una cedola annuale del 4,0/ 4,1% lordo (pari a 3,5-3,6%). anche se potrebbe essere leggermente superiore.

Da ricordare che la tassazione è agevolata al 12,5% come per i titoli di Stato, ed è conveniente rispetto al 26% di altri strumenti finanziari, come possono essere per esempio i conti deposito.

La durata di 5 anni e la cedola trimestrale crescente garantiscono un appeal interessante se non irresistibile per il popolo dei risparmiatori, stremato da anni di interessi quasi zero. 

I rischi del Btp Valore seconda emissione

Ma le cose stanno proprio così? L’ascesa dello spread oltre quota 190 e l’aumento dei rendimenti dei Btp (50 punti in più nell’ultimo mese) tendono a ricordarci che il debitore Italia cammina sempre lungo un sentiero molto stretto e scivoloso. I tassi, pur ai massimi, potrebbero non essere sufficienti in caso di nuove emergenze. Non solo. Sia nel mondo dei corporate bond che tra i governativi di altri Paesi non mancano le alternative. Basti pensare ai T-Bond Usa: il 2 anni offre il 5,2% combinato con la forza del dollaro, in costante ascesa da undici settimane sull’euro. 

I tassi saliranno ancora?

La vera domanda, però, riguarda l’andamento dei tassi. Saliranno ancora, come tendono ad avvalorare le ultime analisi della Fed, ovvero il punto di svolta è vicino. Finora chi ha scommesso sulla fine della stretta monetaria ha raccolto solo delusioni. L’errore è di aver sottovalutato la fame di denaro delle amministrazioni pubbliche, in Europa come in Usa che hanno sostenuto i tassi reali e promettono di farlo ancora per buona parte dell’anno prossimo a scapito dei gestori (non pochi) che hanno puntato sui titoli a lungo termine per sfruttare i vantaggi dei tassi più bassi che ancora non si vedono. 

Ma, si sa, la speranza è l’ultima a morire. Il quadro di breve resta piuttosto teso e potrebbe convincere i deboli di cuore a fuggire dai bond – scrive Mauro Vicini di Intermonte – Ma con la stessa logica avremmo dovuto sbarazzarci del dollaro a 1,12 tre mesi fa o del petrolio a 70 dollari quattro mesi fa. O peggio disfarci del Nasdaq a inizio anno quando valeva il 40% in meno. Noi continuiamo a considerare questo scenario un’ottima occasione per accumulare posizioni sui bond. Sempre che non ci sia la fretta di guadagnare il giorno dopo”.

È lo spirito giusto anche per il Btp Valore. 

Related Post
Categories: Finanza e Mercati