Quando cresce l’incertezza, i quattrini si rifugiano nei porti sicuri. La regola trova conferma nel forte aumento dei flussi di acquisti di bond e azioni Usa: 64 miliardi di dollari a giugno, l’ultimo dato disponibile, ai massimi da 14 mesi. A giudicare dall’andamento degli indici Usa non è difficile capire che la maggior parte dei capitali è finita nei T bond decennali, che stamane, nonostante un lieve rimbalzo dai minimi, trattano ancora ben al di sotto dei titoli a due anni, come è successo nel 2007, alla vigilia della recessione. Il rally dei bond, però, promette di essere un toccasana per il Tesoro italiano e per le banche del Bel Paese, la nota più lieta per l’economia globale. Il forte rimbalzo dei prezzi è un assist importante per il rilancio dell’economia italiana, un’occasione a sorpresa che già sta risvegliando l’interesse delle grandi case di investimento verso le blue chips del nostro Paese. Guai a sprecare questa chance. La settimana finanziaria si avvia intanto ad una conclusione positiva. Sui cieli della guerra dei dazi si profila l’aria di una prossima ripresa del dialogo tra i Grandi. Ma domenica scatteranno le nuove tariffe Usa contro le merci cinesi.
HONG KONG, ARRESTATO UN LEADER DELLA PROTESTA, VOLA SEUL
Salgono stamane i listini asiatici. Guida la corsa il Nikkei di Tokyo (+1,2%), davanti a Hong Kong (+0,6%). Ma nella notte la polizia ha fermato uno dei leader della protesta contro Pechino.
Le borse cinesi salgono. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen avanza dello 0,3%. Su anche Sidney (+1,4%). Il Kospi della Borsa di Seul guadagna l’1,8%: la Banca centrale della Corea del Sud ha confermato i tassi sui livelli attuali e la produzione industriale ha battuto le aspettative in luglio (+0,6% contro il -3% atteso), lo won si apprezza.
Resta vicino ai minimi lo yuan, a 7,15 contro il dollaro. Ad agosto la moneta di Pechino è arretrata del 3,7% su quella Usa, il calo più marcato da un quarto di secolo.
Un portavoce del Ministero del Commercio di Pechino ha affermato ieri che ci sarà l’incontro tra le delegazioni fissato a Washington a settembre. Lo stesso, ha messo da parte la possibilità che la Cina intenda rispondere a tono agli ultimissimi incrementi dei dazi annunciati venerdì da Donald Trump.
WALL STREET RIDUCE LE PERDITE DI AGOSTO
I segnali di allentamento della tensione hanno favorito la ripresa dei mercati americani: Dow Jones +1,25%, S&P 500 +1,27%. Il Nasdaq ha messo a segno un rialzo dell’1,48%. Nonostante questi rialzi, il mese di agosto si chiude in rosso, come non capitava da maggio.
Gli effetti della crisi dell’import/export si fanno sentire: crolla Abercrombie & Fitch (-15%), soffre Best Buy (-8%).
BUENOS AIRES SULL’ORLO DEL DEFAULT
Riesplode la crisi dell’Argentina: Il peso argentino sprofonda del 3%, la borsa lascia sul terreno il 4,5% e il rischio paese schizza a livelli che non si vedevano dal 2005, dopo che il governo ha annunciato piani per allungare la scadenza di circa 100 miliardi di dollari del proprio debito.
L’oro è scambiato sulle piazze finanziarie dell’Asia a 1.525 dollari l’oncia, in calo dello 0,2%.
Petrolio Brent poco mosso, a 61,2 dollari il barile, dopo tre giorni consecutivi di rialzo. A Piazza Affari Tenaris -1%, Saipem +1%, Eni +1,7%.
L’euro si indebolisce per il quinto giorno consecutivo, a 1,104 su dollaro, in vista della pubblicazione dei dati sull’inflazione nella zona euro in agosto, le attese sono per un incremento dell’1%, dal +1,1% di luglio, ma la frenata potrebbe essere più brusca, alla luce di quanto si è registrato in Germania nello stesso mese, un rallentamento più forte del previsto dei prezzi al consumo.
LA GERMANIA TIFA PER IL GOVERNO CONTE
La formazione di un nuovo governo italiano di coalizione è una buona notizia per l’Europa e Berlino guarda con favore a un esecutivo “stabile e progressista”. Il ministro delle Finanze tedesco, Olav Scholz, non ha nascosto la sua soddisfazione per la gradita e sorprendente svolta della crisi italiana, salutata dai mercati con un rally strepitoso dei titoli del debito. Tanto entusiasmo, naturalmente, non dovrà esser deluso né dal nuovo esecutivo né dall’atteggiamento della Comunità.
Ma a infondere nuovo ottimismo ai mercati ci ha pensato Christine Lagarde, che dal primo novembre prenderà il posto di Mario Draghi. “La Bce ha una ricca cassetta degli attrezzi a sua disposizione e deve essere pronta ad agire”, ha sostenuto in un documento scritto per rispondere alle domande del comitato agli affari economici del Parlamento europeo. La neopresidente dell’istituto di Francoforte si è detta favorevole al varo degli eurobond, che “potrebbero favorire una gestione più efficiente della politica monetaria”.
Nel tardo pomeriggio, i mercati europei hanno rallentato, frenati dal no ad un altro QE arrivato da Klass Knot, governatore della Banca centrale olandese schierato da tempo su posizioni distanti da quelle di Mario Draghi. Knot ha detto che il mercato sta esagerando nel caricarsi di aspettative su nuovi stimoli monetari.
PIAZZA AFFARI ANCORA AL TOP, SALE LONDRA IN FIAMME
Piazza Affari ha guidato anche ieri la corsa dei mercati europei. L’indice (+1,98%) è salito a quota 21.336 punti base. Positive anche le altre piazze: Francoforte sale dell’1,2%; Parigi +1,5%; Madrid +0,6%.
Avanza anche Londra, su di un punto percentuale. La sterlina resta stabile sull’euro dopo il calo di ieri. I conservatori critici con la Brexit si stanno organizzando per allearsi contro Boris Johnson in vista di un voto in extremis del Parlamento.
IL 10 ANNI RENDE MENO DELL’1%, SPREAD A 167
Rendimento del Btp ha toccato ieri un minimo di 0,91%, nuovo record; ora è a 0,95%.
Il nuovo decennale è stato assegnato in asta per 4 miliardi di euro al tasso lordo di 0,96%.
Lo spread Italia-Germania si restringe a 167 punti base, da 174 di ieri. Nel corso della giornata è stato toccato un minimo a 162.
Il rendimento del Bund sale a -0,69% (+3 punti base).
In Germania, l’inflazione armonizzata alle pratiche comunitarie frena in agosto a +1% da +1,1% di luglio. Il consensus si aspettava +1,2% anno su anno.
CORRONO LE BANCHE: MPS CON IL TURBO
Sotto la spinta del calo dello spread brillano i titoli bancari assieme a Poste Italiane (+4,7%) sull’onda della rivalutazione dello stock di Btp acquistati nei mesi scorsi. Vivace Azimut (+3,1%).
L’indice dei titoli del credito è sui massimi da quattro anni. Spicca il volo Monte Paschi: +13% nella convinzione che il nuovo governo sia più propenso a trovare soluzioni di mercato.
PRYSMIAN, LEONARDO, CNH: BROKER ALL’ATTACCO
L’attenzione dei broker ha favorito il risveglio di alcuni blue chip. Sale Prysmian (+4,6%) dopo che Goldman Sachs ha promosso il titolo a ‘buy’ da ‘neutral’, migliorando il target price a 22,5 da 17,5 euro.
Leonardo +4,2% spinta dal recente report di Morgan Stanley.
Cnh + 5,2% nell’attesa del Capital Market Day di martedì.
Continua il rally di Tim (+2,4%) e delle utilities: Italgas +2,7%, Enel +1,7%, Hera +1%.
Soffre al contrario Pirelli, -2,2% dopo il sell di Citi.
Poco mossi i titoli del lusso. Arretra Brunello Cucinelli, -1,8% dopo i conti.
MEDIASET: IL GIUDICE RINVIA LA DECISIONE
Mediaset -1,29%. l giudice del tribunale di Milano si è riservata di decidere sulla richiesta di Vivendi di poter esercitare il diritto di voto all’assemblea straordinaria di Mediaset del 4 settembre prossimo, che avrà sul tavolo la fusione delle attività in Spagna ed Italia, il trasloco in Olanda e la conseguente revisione della governance.