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Btp, salgono i rendimenti all’asta del Tesoro. Il prezzo del gas cala ma Wall Street spegne le Borse europee

FIRSTonline

La paura della recessione fa crollare il petrolio e manda in crisi Wall Street, riversandosi poi sulle piazze europee che chiudono negative dopo una mattina brillante. Non basta a salvare i listini il fatto che sia sceso anche il prezzo del gas, intorno a 260 euro MWh, poiché l’Europa ora ha fretta di agire contro i folli rincari. Resta comunque l’incognita di un accordo nell’Unione e delle forniture a singhiozzo di Gazprom.

Secondo S&P se la Russia taglia il gas del tutto la Germania va in recessione e la Bce dovrà aumentare il tasso di rifinanziamento al 3% entro inizio 2024.

Previsioni a parte, la cronaca dice che Piazza Affari oggi è praticamente piatta, -0,08%, ben al di sotto dei 22mila punti base (21.825) superati in mattinata. I ribassi sono più consistenti ad Amsterdam -1,15%, Londra -0,88% e Parigi -0,19%. Macron ha accusato Mosca di usare le forniture energetiche come “un’arma di guerra”, mentre i Gazprom ha ridotto le forniture a Engie, una delle principali utility d’oltralpe e si prepara a interrompere i flussi verso la Germania lungo il gasdotto Nord Stream 1 a partire da domani.

Limita i danni Madrid -0,08% e Francoforte è la sola in frazionale rialzo +0,53%,

Seduta ad alta volatilità

Si chiude così una seduta ad alta volatilità, con l’umore degli investitori che resta fragile a causa dei timori di recessione, mentre le banche centrali hanno dichiarato una guerra senza quartiere all’inflazione.

Sarebbe proprio la paura di un calo di domanda a fronte di una crisi economica, mettere in fuga dal greggio, dopo i guadagni delle scorse sedute. Il Brent tratta in ribasso del 5% circa sotto i 100 dollari al barile.

Il sentiment economico della zona euro è inoltre sceso nel mese di agosto oltre le previsioni a 97,6 dal 98,9 di luglio, dato rivisto al ribasso dalla Commissione Ue. Sono diminuite però le aspettative d’inflazione sia nel manifatturiero, sia tra i consumatori. Eppure, l’inflazione tedesca, ad agosto, si è confermata ai massimi da 40 anni: l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,3% mese e del 7,9% annuo. I prezzi al consumo armonizzati, sostiene l’agenzia federale di statistica Destatis, sono saliti  dello 0,4% mensile e dell’8,8% annuo.

Banchieri europei all’attacco e l’euro tratta in lieve rialzo

In questo contesto i banchieri centrali più aggressivi premono sulla Bce. In particolare, la banca centrale olandese, per voce del suo presidente Klaas Knot, vuole un passo rapido e consistente (75 punti base) nel rialzo dei tassi.

La prospettiva di una banca centrale europea falco aiuta l’euro, che non si stacca comunque molto dalla parità con il dollaro (1,002).

Spread e tassi in rialzo; crollano i titoli di Stato britannici

Lo spread tra decennale italiano e tedesco sale a 232 punti base (+1,51%) e non si fermano neppure i rendimenti: +3,83% (da +3,78%) il Btp; +1,5% (da +1,49%) il Bund. A spaventare è la prospettiva di tassi in crescita da parte della Bce, ma anche gli aiuti da parte dei governi a famiglie e imprese strangolate dai prezzi dell’energia.

Il terremoto che ha investito l’obbligazionario in questo periodo non sta risparmiando comunque neppure i titoli britannici, che sono crollati oggi per allinearsi alle perdite di ieri dei “colleghi” tedeschi e statunitensi, quando la borsa di Londra era chiusa. Il rendimento del decennale di sua Maestà è sulla buona strada per il più grande aumento mensile dal 1986, mentre i rendimenti dei gilt a 30 anni sono sopra il 3% per la prima volta dal 2014.

Oltreoceano le cose non stanno andando molto meglio per i T-Bond, con il tasso del titolo a due anni ai massimi dal 2007.

Tornando in Italia, salgono i tassi nelle aste del Tesoro della mattina. In particolare, il rendimento del Btp a 5 anni è oltre il 3% per la prima volta da settembre 2013. Il Btp 10 anni, scadenza primo dicembre 2032 è al 3,76% per la prima volta dal 2014.

Piazza Affari, bene i finanziari, giù i petroliferi

Bene i titoli finanziari, ma petroliferi in ritirata: la seduta del principale listino milanese si può riassumere così.

In dettaglio Tenaris, Eni e Saipem dopo il rally di ieri oggi lasciano sul terreno rispettivamente il 5,56%, il 2,11% e l’1,19%.

È in rosso l’automotive con titoli come Ferrari -1,28%, Cnh -1,04% e Stellantis -0,99%, che a loro volta zavorrano Exor -1,94%.

Le utility sono divise: Snam resta in calo -1,52%, ma rimbalza Hera +2,46%.

A dare ossigeno al Ftse Mib sono soprattutto i titoli finanziari, con risparmio gestito, banche e assicurazioni.

Tra i titoli migliori svettano Poste +2,32%, Nexi +2,8%, Banca Mediolanum +2,04%, Intesa +1,65%, Unipol +1,47%.

Bene Generali, +1,2%, che prima dell’apertura del mercato, ha annunciato il completamento dell’acquisizione delle quote di maggioranza delle joint venture di Axa e Affin in Malesia, diventando così “uno dei principali assicuratori Danni del Paese, in linea con la strategia del gruppo di rafforzare la propria posizione di leadership nei mercati ad alto potenziale”.

Uscendo dal circolo esclusivo delle blue chip è ko invece Monte dei Paschi, -6,36%.

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