Lunedì mattina, sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato, i rendimenti sui Btp decennali hanno fatto segnare un nuovo minimo storico. Per la prima volta, il tasso d’interesse è sceso sotto la soglia dello 0,6%, segnando un nuovo primato a quota 0,57%.
La flessione ha contribuito a raffreddare ulteriormente lo spread rispetto ai Bund tedeschi di pari scadenza, che si è ridotto fino a 120 punti base, dai 123 dell’ultima chiusura.
Il calo dei rendimenti arriva nel giorno in cui il Tesoro ha dato inizio al secondo collocamento dei Btp Futura, i buoni pensati per finanziare le manovre finanziarie legate all’emergenza Covid.
Eppure, il fenomeno non riguarda solo l’Italia. Negli stessi minuti, i tassi d’interesse sui titoli di Stato spagnoli e portoghesi si sono quasi azzerati, arrivando rispettivamente allo 0,08% e allo 0,07%.
Se si esclude la Grecia (il cui decennale paga lo 0,82%), nel resto d’Europa i rendimenti sui bond pubblici con scadenza a 10 viaggiano in territorio negativo. Significa che non solo gli Stati non pagano interessi sui soldi che ricevono in prestito, ma addirittura ci guadagnano, potendo trattenere una piccola parte delle somme incassate.
Ecco la classifica dei tassi:
- Germania -0,63%;
- Olanda -0,53%;
- Svizzera -0,51%;
- Danimarca -0,50%;
- Austria -045%;
- Finlandia -0,43%;
- Belgio -0,41%;
- Francia -0,37%;
- Irlanda -0,30%;
- Svezia -0,03%.
Com’è ovvio, rendimenti simili non rispecchiano l’affidabilità creditizia né la solidità contabile dei singoli Paesi. Il sistema è drogato dagli interventi della Banca centrale europea, che, per aiutare i governi ad affrontare l’emergenza Covid, ha aggiunto al “normale” quantitative easing un ulteriore programma per l’acquisto di titoli pubblici sul mercato secondario, noto come Pepp.
Intanto, sul versante valutario, l’euro rimane forte sul dollaro, sostanzialmente stabile rispetto alla chiusura di venerdì (a 1,188). Allo stesso tempo, la moneta unica vale 123,1 yen (dai 122,8 di venerdì).