Le Borse Usa e quelle europee hanno assorbito per intero l’effetto dell’epidemia. I listini asiatici no. Anzi, le ultime cifre sul contagio del Covid 19 hanno provocato una battuta d’arresto dei rally innescati ieri dall’aspettativa di un rallentamento della malattia. Complice un nuovo sistema di conta dei pazienti, i nuovi ammalati sono saliti in un solo giorno di 14.840 unità, arrivando a sfiorare un totale di 60.000, mentre i decessi sono balzati a 1.310, 242 in più rispetto al giorno prima.
E si moltiplicano, ad ogni latitudine, gli effetti sull’economia: è stata cancellata la Fiera della telefonia di Barcellona, uno degli eventi mondiali più importanti per le telecomunicazioni. Le vendite di auto in Cina accusano a gennaio un calo dl 18%, un malessere che va al di là dell’epidemia: il rallentamento dura da 19 mesi.
DEBOLI TOKYO E CINA. SALE SOLO TAIWAN
Rallentano così i listini d’Oriente: il Nikkei del Giappone -0,2%, Hong Kong -0,2%, Shanghai Composite -0,5%, Kospi di Seul -0,1%. Tra i pochi indici nazionali in rialzo stamattina, quello di Taiwan: +0,1%. Sulla parità l’S&P /ASX 200 di Sidney.
In realtà i dati sull’epidemia, depurati dalle novità statistiche, sembrano segnalate un rallentamento del virus, ma sale l’incertezza, alimentata dagli errori delle autorità: Pechino ha rimosso, uno dietro l’altro, il segretario provinciale ed il segretario cittadino di Wuhan.
I mercati prendono atto del clima più cauto. La valuta cinese perde forza sul dollaro (a 6,980, da 6,967 di ieri). Cambia verso anche il cross dollaro yen giapponese, con il secondo che si apprezza a 109,88, da 110,1.
BATTUTA D’ARRESTO PER IL PETROLIO
Battuta d’arresto anche per il petrolio, salito ieri del 3%; stamattina il greggio tipo Brent è piatto, a 55,8 dollari il barile. Ieri in Piazza Affari Eni +1,2%, Saipem +2,7%.
Salgono i beni rifugio: l’oro guadagna lo 0,4%, a 1.573 dollari.
Le Borse Usa hanno macinato ieri nuovi record, galvanizzate anche dalle parole del presidente della Fed, Jerome Powell, che ha ribadito di non vedere grossi pericoli per la prosecuzione del rally.
Nuovi record assoluti per il Nasdaq (+0,9%) e l’S&P 500 (+0,6%). In ascesa anche il Dow Jones (+0,9%).
La previsione di un calo degli ordinativi cinesi ha però provocato la battuta d’arresto di Cisco (-5%).
EURO IN CALO, BORSE UE AL TOP
Sembra quasi una regola: più si moltiplicano i segnali d’allarme sulla congiuntura europea, più salgono i mercati. Paradosso nel paradosso, i listini più vivaci continuano ad essere quelli di Italia e Germania, cioè i più legati all’export e per questo i più esposti alle guerre commerciali prima e agli effetti dell’epidemia poi. Senza trascurare le turbolenze politiche che non sono certo una novità per il Bel Paese ma che hanno investito anche la Cdu, alla ricerca di una formula per il dopo Merkel. Ma il segreto del rally si spiega in buona parte con la forza del dollaro ed il deflusso dei capitali dall’area della moneta comune: l’euro è scivolato a 1,0877 (-0,4%), ai minimi dal maggio 2017.
PIAZZA AFFARI VEDE QUOTA 25 MILA. NUOVO RECORD A FRANCOFORTE
Piazza Affari (+0,71%) è a un passo da quota 25 mila: ieri l’indice principale ha toccato un massimo a 24.901 punti per poi chiudere a 24.881. Si tratta del livello più alto dal 2008.
Continua la marcia della Borsa tedesca: l’indice Dax di Francoforte (+0,8%) ha aggiornato il record storico. Positivi anche gli altri listini: Parigi +0,83%; Madrid +0,51%.
Londra +0,5%. Il nuovo governatore della Bank of England, Andrew Bailey, ha lanciato un appello perché la decisione sull’accesso della City ai mercati dell’Eurozona non dipenda dal braccio di ferro post-Brexit, con grande danno per tutti.
MA IL GOVERNO AVVERTE: CRESCITA 2020 SOTTO LO 0,6%
Tanta euforia non è giustificata dalle previsioni. Il governo italiano ha deciso di mettere in guardia i mercati: la stima di crescita dello 0,6% contenuta nella legge di Bilancio è a rischio, dice il viceministro dell’economia Antonio Misiani a Bloomberg.
Si guarda con apprensione ai dati economici della Germania: oggi l’inflazione, domani la crescita 2019. Le premesse non sono buone: secondo Eurostat a dicembre la produzione industriale è scesa del 2,1%. I cali più ampi si sono registrati in Irlanda (-6,2%), Ungheria (-3,8%) e Polonia (-3%). Anche l’Italia è negativa (-2,7%).
I BOND DELLA GRECIA RENDONO MENO DELL’1%
Tutt’altra musica per i mercati del debito. La notizia più clamorosa riguarda il debito della Grecia. Ieri il rendimento del titolo a 10 anni è sceso sotto l’1%, contro il 30% abbondante del 2012.
Non è un caso isolato: il Portogallo ha venduto 1.227 miliardi di euro in titoli 2026 e 2034, con la scadenza più breve collocata per la prima volta in un’asta con un rendimento negativo.
Bene anche i titoli dell’Europa “core”. La Germania ha collocato 3,181 miliardi di euro di Bund a 10 anni con tasso medio a -0,38%, da -0,25% dell’asta precedente. Bid to cover stabile a 1,2 volte. Il rendimento del Bund tedesco sale di poco a -0,38, +1 punto base.
OGGI L’ASTA DEI BTP, PRENOTAZIONI RECORD
In questa compagnia il Tesoro italiano fa la sua bella figura. Ieri mattina sono stati collocati 6 miliardi di Bot a 12 mesi ad un rendimento di -0,319%, ai minimi dal maggio 2018, in flessione di 8 punti base rispetto all’asta del mese precedente. Molto sostenuta la domanda, che si è attestata a 10,495 miliardi.
Il rendimento del decennale è sceso a 0,93%. Lo spread è calato a 133 punti. Oggi tocca ai titoli a medio lungo termine: fino a 5 miliardi di Btp a 3 e a 7 anni.
BANCHE AL TOP, VOLA DEUTSCHE BANK. BRILLA UBI
L’indice Ftse delle banche italiane ha sfondato la soglia psicologica dei 10.000 punti per la prima volta dal settembre 2018. Effervescente anche il settore a livello europeo, trainato da Deutsche Bank, ieri +3,82% (ma +30% da inizio 2020). In controtendenza Abn Amro, -5,8% dopo i conti.
A piazza Affari guida la corsa Ubi +5,1%, che ha incassato vari incrementi di prezzo obiettivo da parte degli analisti. Equita Sim ha portato il target price sul titolo da 3,2 a 3,5 euro, confermando il rating hold. Effervescenti Banco Bpm+3,68% e Bper+3,68%.
Avanza anche Banca Ifis (+3,36%), su cui Banca Imi ha ribadito la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 20,1 euro, mentre Mediobanca Securities ha confermato il rating neutrale con un target price di 14,5 euro per azione. Positive anche Mps (+1,96%) e Intesa (+1,01%). Prende il volo la Popolare di Sondrio (+7,37%): l’avvocatura della Bce ha respinto il ricorso contro la possibile trasformazione in spa.
KERING GUIDA LA RISCOSSA DEL LUSSO. FERRAGAMO +4,4%
Sotto i riflettori il lusso, illuminato a Parigi dai conti di Kering (+6,27%): utile netto in calo nel 2019, penalizzato dalla multa da oltre un miliardo pagata al fisco italiano per omessa dichiarazione di ricavi Gucci. Il gruppo francese, che controlla marchi come Bottega Veneta e Yves Saint Laurent, ha chiuso l’anno con un utile di 2,31 miliardi di euro, -37%, ma in linea con le aspettative. Bene i ricavi. Nel quarto trimestre, segnato dalle proteste ad Hong Kong, sono aumentati, su base comparabile, dell’11% a 4,36 miliardi di euro, e nel 2019 sono saliti a 15,88 miliardi di euro (+13%).
Sale anche Moncler (+1,7%): Kering ha smentito una trattativa con l’azienda guidata da Remo Ruffini. In forte recupero gli altri titoli del settore: Ferragamo +4,4%, Brunello Cucinelli +2,6% (Kepler Cheuvreux ha ribadito la raccomandazione hold e il Tp a 32 euro).
A PERMIRA LE SNEAKER GOLDEN GOOSE: 1,28 MILIARDI A CARLYLE
Colpo grosso fuori dal listino nel lusso made in Italy. Permira ha siglato un accordo per l’acquisto da Carlyle della quota di maggioranza di Golden Goose, la società italiana di sneaker di lusso. L’accordo valuta il gruppo ceduto da Marco De Benedetti (ceo di Carlyle)1,28 miliardi di euro a fronte di un fatturato di 185 milioni.
Tra gli industrali brilla l’automotive: Cnh +4%, Fca+4,1%, Pirelli +3,55% (Morgan Stanley ha confermato la raccomandazione overweight e il prezzo obiettivo a 5,75 euro).
Ancora in rally Prysmian (+1,99%), Buzzi (+1,42%) e Stm (+1,13%).
IL BRASILE RISVEGLIA TIM, MESSI FA SOGNARE JUVENTUS (+4%)
Sale anche Tim (+1,6%), spinta della buona trimestrale della controllata brasiliana. Mediobanca Securities ha confermato il rating outperform e il prezzo obiettivo a 0,79 euro, mentre Banca Imi ha ribadito la raccomandazione buy e Tp di 0,62 euro per azione.
Da segnalare il balzo di Juventus (+4%), tra le migliori blue chips: conta il gossip sul (presunto) acquisto di Lionel Messi.
Tra le mid cap, in luce Illimity (+5,26%), in scia ai risultati 2019. Banca Imi, Equita Sim e Kepler Cheuvreux hanno ribadito la raccomandazione buy sul titolo.