Cade Carlos Ghosn, l’ultimo mito del mondo a quattro ruote, fulminato a Tokyo dall’accusa di evasione fiscale. Un brutto colpo per l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, che probabilmente non sopravvivrà al tramonto del manager. Un nuovo colpo all’economia globale, messa in discussione dai dazi di Trump e dalla Brexit.
In Italia è a rischio un’altra certezza mitica: la fiducia dei risparmiatori nei titoli di Stato, messa in discussione dall’avvio pessimo di Btp Italia, nonostante le condizioni vantaggiose.
Bloomberg si sofferma, infine, sulle scelte di Steve Hoffman, uno dei talent scout più fortunati della Silicon Valley, che ha suo tempo scoprì Instagram ed altri gioielli della new economy. Non c’è niente di interessante in giro, dichiara. Visti i prezzi, è il suo consiglio, è il momento di restare cash, senza rischiare.
IN CADUTA LIBERA NISSAN E MITSUBISHI
La tempesta su Ghosn ha investito stamane il titolo Nissan (-6%). Il Nikeki Times riferisce che la casa giapponese ha pagato più di due miliardi di yen per le case del manager a Rio de Janeiro e a Beirut. Anche il titolo Mitsubishi cade del 6%. Ieri è andata peggio a Renault: -8,43% in chiusura dopo ribassi a due cifre. Giovedì il Cda della società giapponese provvederà alla sostituzione del Ceo, accusato di aver distratto dalle casse sociali 40 milioni di euro.
In forte calo i listini asiatici, scossi dal tonfo dei titoli tech e dalle nuove tensioni sui dazi tra Cina e Usa. A Shanghai l’indice è arretrato dell’1,7%, Seoul -1%, sotto la pressione di Samsung. Tokyo -1,1%.
PETROLIO ANCORA IN CALO. SAIPEM -3,6%
Nuovo calo del petrolio, sotto la pressione dell’aumento della produzione Usa e del calo dei consumi per la frenata dell’economia. Crescono le tensioni in Arabia Saudita. Donald Trump ha deciso di sostenere il principe Mohammed Bin Salman nonostante l’Fbi abbia stabilito che è stato lui il mandante dell’omicidio del giornalista Jamaal Khashoggi. Il brent tratta stamane 66,4 dollari il barile (-0,6%), il Wti è sotto i 57 dollari. In sofferenza a Piazza Affari il settore energetico: Saipem – 3,61%, Eni -1,21%.
APPLE (-4%) RITIRA L’ULTIMO IPHONE: NON VENDE
Giornata di passione ieri sui mercati Usa: Dow Jones -1,56%, S&P 500 -1,66%. Ancora più pesante la frana del Nasdaq (-3,03%).
Il tracollo è in buona parte legato ad Apple: -4% dopo che il Wall Street Journal ha pubblicato la notizia che la Mela ha deciso di sospendere la produzione di tre iPhone presentati a settembre, a fronte della domanda deludente. Dal record del 3 ottobre i titoli della Mela hanno perduto il 19,9%.
La tempesta ha investito gli altri pesi massimi del listino tecnologico: Facebook -5,7%, Amazon -5,1%, Netflix -5,5%, Alphabet -3,8%.
GIÙ IL DOLLARO, SALE IL T BOND
La fuga dal rischio si traduce in una corsa ai T bond: scende il rendimento del decennale al 3,02%. Giù anche il dollaro: il cross con l’euro sale a 1,1450.
Hanno pesato sul mercato anche le dichiarazioni di John Williams della Fed di New York che ha confermato la decisione di procedere sulla strada del rialzo graduale dei tassi. Venerdì il vicepresidente Richard Clarida aveva detto che il costo del denaro è ormai “vicino al livello normale”.
BITCOIN CORRE VERSO LO ZERO
Prosegue la voragine del Bitcoin (-8%), poso sopra i 5 mila dollari. Da inizio anno il Bitcoin è in rosso del 64%, dopo essere arrivato a segnale lo scorso dicembre il record storico a 20mila dollari.
MILANO -0,29%. FA PEGGIO ZURIGO
Chiusura debole per le borse europee in una giornata nella quale l’attenzione degli operatori è rimasta concentrata sullo scontro tra Italia e Unione Europa, la Brexit e il tema dazi. In attesa del verdetto (scontato) sulla manovra, previsto per domani, la riunione dei ministri dell’Eurogruppo ha approvato ma solo in linea di principio la proposta franco-tedesca di un bilancio della zona euro; in ogni caso, non sono state discusse le dimensioni di questo fondo. Un clima di grande freddezza cui hanno contribuito le notizie in arrivo dagli Usa sulla frenata di Apple.
Milano ha chiuso in calo dello 0,29%, a quota 18.823 punti dopo una timida incursione in mattinata sopra i 19 mila punti.
Male anche le altre piazze: Francoforte -0,85%. In attesa dei dati sul Pil del terzo trimestre in uscita venerdì ieri il bollettino mensile della Bundesbank ha segnalato che la congiuntura tedesca riguadagna forza dopo la frenata dell’estate scorsa. Nell’ultimo trimestre del 2018 l’economia dovrebbe di nuovo espandersi con vigore: “si può contare su una normalizzazione della produzione e delle esportazioni delle auto fino alla fine dell’anno”, si legge nel rapporto.
La Borsa peggiore è stata Zurigo (-1,1%) che ha pagato il tonfo di Swatch (-3,75%) dopo l’underweight di Bofa Merrill Lynch sul settore, visto in netta frenata di vendite.
In rosso Parigi, -0,79%, colpita dal tonfo di Renault. Negative anche Madrid (-0,56%) e Londra (-0,14%).
LO SPREAD OLTRE 320. S’AVVICINA LA BOCCIATURA EUROPEA
Partito a 311 punti base, lo spread Btp/Bund sul tratto 2028 ha toccato il minimo intraday a 305 salvo poi risalire oltre la soglia dei 320 centesimi per poi chiudere a 322. Il rendimento Btp decennale è salito a 3,59% nel finale di seduta in corrispondenza con le dichiarazioni del ministro Giovanni Tria: “Nella risposta alla commissione Ue abbiamo cambiato qualcosa poi si vedrà. Il programma del governo non cambia ma sono le condizioni che spero possano favorire un dialogo ancora più costruttivo, ma non vedo nulla di drammatico”.
481 MILIONI PER IL NUOVO BTP CONTRO 2,3 MILIARDI A MAGGIO
Inquietante, anzi drammatica, è stata la risposta del pubblico all’avvio del nuovo Btp Italia che nel primo giorno d’offerta ha raccolto sottoscrizioni per soli 481 milioni di euro, contro i 2,3 miliardi sottoscritti nella precedente offerta di metà maggio malgrado il rendimento attraente: il nuovo titolo scadenza novembre 2022, indicizzato all’inflazione italiana, garantisce infatti una cedola minima di 1,45%, la più alta annunciata dal Tesoro su questo strumento da oltre quattro anni a questa parte.
Il nuovo Btp Italia rappresenta un test importante per misurare il gradimento, o meglio la fiducia, degli investitori retail nei confronti dei titoli di Stato italiani mentre imperversano le tensioni tra governo giallo-verde e UE. Il primo verdetto è stato dunque impietoso. Lo scontro in atto e l’allargamento dello spread stanno allontanando i risparmiatori italiani dai titoli di Stato.
BREXIT, LSE SPOSTA LE CONTROLLATE A MILANO
Solo la Brexit ha regalato una notizia positiva al mercato obbligazionario italiano, merce rara di questi tempi. La società-mercato britannica Lse, a causa dell’imminente Brexit, sposterà in Italia le controllate Ebm e Mts Cash Domestics, attualmente domiciliate a Londra in capo a Euromts Ltd. Si tratta del primo passaggio in Italia di attività britanniche a causa della Brexit. A vigilare su queste società-piattaforma per gli scambi di titoli di Stato, che confluiscono in Mts spa, sarà la Consob. Lo spostamento diverrà esecutivo dal 1° marzo 2019.
ESORDIO RECORD PER GUBITOSI IN TIM
Sul listino di Piazza Affari ha brillato Telecom Italia (+3,95%) dopo la nomina di Luigi Gubitosi al vertice, in sostituzione di Amos Genish, che ha sostenuto che è necessaria un’assemblea per avvalorare un tale cambio manageriale e strategico. Vivendi, che ha votato contro l’avvicendamento al vertice si prepara a a supportare la richiesta di Genish. Intanto il governo ha definito l’emendamento al decreto fiscale per incentivare la creazione di una società unica con le reti fisse di Telecom e Open Fiber, controllata da Cdp ed Enel (+1,9%).
Poco mossa Mediaset (+0,1%): il gruppo ha ceduto la piattaforma tecnologica di Premium a Sky per quasi 23 milioni, l’operazione avrà efficacia da fine novembre.
TENGONO LE BANCHE, CEDOLA DEL 6% PER MEDIOBANCA
Contrastato il settore bancario: l’indice è piatto +0,02% ma si mettono in evidenza Banco Bpm (+3,28%) ed Ubi (+1,88%). Banca Mediolanum +2,13% nel giorno dello stacco della cedola. Mediobanca chiude a +1,2% se si tiene conto del dividendo pari al 6%, Intesa Sanpaolo guadagna lo 0,3%, Unicredit -0,7%.
Rimbalza Banca Carige (+5,88%). Fitch ha confermato il rating ‘ccc+’ e ha rimosso il rating watch negativo. La Consob ha disposto il divieto temporaneo di vendite allo scoperto per l’intera seduta di oggi.
Tra gli assicurativi, Generali +0,2% alla vigilia dell’Investor day di domani. Unipol +1,6%
FERRAGAMO IN PROFONDO ROSSO
Giornata no per il lusso. Ferragamo ha chiuso in calo del 3,33% a 20,06 euro, sulla scia del downgrade a “underperform” di Bofa Merrill Lynch. Male anche il resto del comparto: Moncler -2,44%, Luxottica -2,15%. Brunello Cucinelli, di cui Bofa Merrill ha tagliato il target price a 33 euro da 40, perde il 3,39%.
Sempre sulle montagne russe Astaldi, ieri precipitata del 18,47% dopo il balzo del 40% registrato venerdì in scia alla formalizzazione della manifestazione di interesse da parte di Salini Impregilo (-1,69%).
Da segnalare il balzo di Tiscali (+10,91%) dopo che venerdì scorso è diventata esecutiva la cessione a Fastweb di alcuni asset per 198 milioni. Rimbalza anche Bioera: +16,8%.