Apre in calo il mercato obbligazionario italiano. A pesare sui derivati del Btp, in calo intorno a quoa 134,19 a metà mattinata, è il taglio del rating italiano operato da Standard & Poor’s venerdì scorso. L’agenzia di rating, infatti,ha ribassato il giudizio sul credito italiano di un notch, portandolo a “BBB-“, a ridosso del livello “junk”, per via dei rischi sulla sostenibilità del debito pubblico, legato anche alle perduranti difficoltà del Pil.
Proprio venerdì scorso, prima che la scure di Standard & Poor’s si abbattesse sull’Italia, il tasso del decennale italiano, spinto anche dalle scommese degli investitori sul prossimo varo di un programma di quantitative easing, aveva toccato il minimo storico di 1,95%, stringendo così la forbice dello spread con l’omologo Bund tedesco fno a 117 punti base, al minimo da luglio 2010.
Una situazione che, però, non è durata molto: dopo il taglio di S&P’s, in mattinata i tassi del Btp hanno ricominciato a crescere, scollinando oltre quota 2%, mentre lo spread si attesta attorno ai 123 punti a metà mattinata di una giornata che, tra le spinte contrastanti del taglio del rating e delle speranze di quantitative easing, si preannuncia volatile.