“Questa deliberata volontà di esasperare a suon di provocazioni i problemi commerciali non è altro che terrorismo economico, omicidio economico, bullismo economico”. Parole pesanti, soprattutto se pronunciate da Zhang Hanhui, viceministro cinese degli esteri, all’indirizzo di Donald Trump, che stanno a confermare che la guerra tra i Big, seppur a bassa intensità, è già in corso. “Non diteci che non vi avevamo avvertito” è il titolo di un editoriale del Quotidiano del Popolo.
Si scalda anche il clima in Europa. La lettera della Commissione Europea all’Italia con cui si contesta il mancato calo del debito pubblico ha spinto il rendimento del Bund sui minimi degli ultimi due anni e mezzo. Ma la corsa ai titoli di Stato, che ha spinto a nuovi record negativi pure Spagna e Portogallo, fa da tappo all’esplosione dei rendimenti dei Btp, oggi in asta. E si profila, sia in Usa che in Europa, una nuova ondata di misure espansive da parte delle banche centrali.
GIÙ I LISTINI ASIATICI, AUMENTA LA PRESSIONE SU HUAWEI
Le Borse dell’Asia, con l’eccezione di quelle della Corea del Sud e di Taiwan, sono in ribasso. Indice Nikkei di Tokyo -0,85%. Hang Seng di Hong Kong -0,3%. CSI 300 -1%.
Recupera stamane lo yuan, ieri scivolato a 6,930 sul dollaro, ai minimi da sei mesi. Gli Stati Uniti hanno inserito la Cina nella lista dei nove paesi sospettati di manipolare la valuta.
Aumenta intanto la pressione sui clienti di Huawei: la giapponese Softbank ha comunicato di aver scelto Ericsson e Nokia per lo sviluppo della telefonia 5G. I cinesi minacciano di usare le terre rare, sostanze basilari per l’elettronica e tutte le nuove tecnologie informatiche, come arma nello scontro con gli Stati Uniti. Nel listino di Shanghai Rare Hearts Holding si è raddoppiata di prezzo in una settimana.
Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce quotato a Wall Street, ha confermato la volontà di traslocare alla Borsa di Hong Kong. Sono 174, secondo l’Economist, le società cinesi quotate sulle Borse Usa, con un valore complessivo di 394 miliardi di dollari.
ANCORA GIÙ WALL STREET. TONFO DI CAPRI (VERSACE)
Deboli anche i mercati americani, in rosso in 4 delle ultime 5 sedute: il Dow Jones -0,87 è sceso ai minimi dall’11febbraio, S&P 500 -0,69% a 2783 punti, sotto la barriera tecnica di 2.800: se oggi non ci sarà una reazione, il ribasso potrebbe prendere velocità. Nasdaq -0,79.
Da segnalare il tonfo di Capri Holding -9,85%: i conti della società di Michael Kors che controlla anche Versace hanno deluso.
Il rendimento del Treasury Note a dieci anni, il bond di riferimento, è in risalita a 2,26%, dopo aver toccato ieri i minimi da settembre 2017 a 2,22%. Su queste basi, il mercato è arrivato a mettere in conto tre ribassi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
IL BOND A 3 MESI RENDE PIÙ DEL 10 ANNI
Si moltiplicano i segnali di recessione. il differenziale tra il rendimento del bond governativo a tre mesi e l’omologo a dieci anni, è sui minimi degli ultimi dodici anni, a -12 punti base. Ovvero, la curva si è di nuovo invertita: il bond a tre mesi rende di più di quello a 10 anni.
Il petrolio Brent ha toccato i minimi di metà marzo, a 69 dollari il barile, nel corso della notte è risalito, stamattina è a 69,7 dollari il barile (+0,3%). Oggi sarò pubblicato il dato sulle scorte. Possibile, in caso di aumento degli stock, una discesa dei prezzi fino a 65 dollari.
A Piazza Affari Eni-1,7%, Saipem -0,2%, Tenaris-1,3%.
OLLI REHN: TRA UNA SETTIMANA I PRSTITI TLTRO
Nel Vecchio Continente la giornata negativa è stata appesantita dalla lettera, peraltro annunciata, della Commissione Europea all’Italia. Ad alleggerire la pressione è arrivato l’intervento di Olli Rehn, il banchiere finlandese giù schierato con i falchi quando era vicepresidente dell’Unione. Il primo rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, ha detto ieri, è più lontano rispetto ad alcuni mesi fa. Rehn ha aggiunto che la Bce esaminerà le opzioni per dare ulteriore sostegno all’economia della zona euro e discuterà i dettagli di una nuova operazione Tltro nel vertice della prossima settimana. Ma lo stesso Rehn, tra i candidati a succedere a Mario Draghi, ha già risposto a Matteo Salvini: alla Banca centrale europea, ha detto, non è concesso fare “finanziamento monetario”, vale a dire per esempio fungere da garante per i titoli di Stato di un paese né dell’intera zona euro.
Sul fronte valutario l’euro dollaro è a 1,114, in rialzo dello 0,1% dopo tre giorni consecutivi di ribasso.
MILANO ANCORA IN ROSSO SOTTO QUOTA 20 MILA
Piazza Affari ha chiuso in rosso per la terza vola di fila. L’indice arretra dell’1,29%, un soffio sotto la barriera dei 20 mila punti a quota 19.999. 84.
Deboli anche gli altri mercati: Parigi, -1,7%; Francoforte -1,54%; Madrid -1,2%; Londra -1,15%.
Gli Stati Uniti, con una lettera inviata il 7 maggio, hanno minacciato sanzioni contro Instex, l’l’organismo finanziario creato da Germania, Regno Unito e Francia per difendere gli scambi di denaro con l’Iran. Il Tesoro americano ha avvertito che potrebbe vietare il sistema finanziario statunitense a Instex e qualsiasi suo associato.
RIMBALZA L’INDICE DELLA FIDUCIA
Hanno sorpreso in positivo due indicatori Istat sulle aspettative dei consumatori e delle imprese. In maggio l’indice sulla fiducia dei consumatori italiani rimbalza dopo tre mesi consecutivi di flessione, passando a 111,8, da 110,6 di aprile, il consensus si aspettava 110. L’indice sulle aspettative delle aziende manifatturiere migliora da 100,8 di aprile a 102 di maggio: attesa 100,4.
Alla vigilia della prima asta medio-lungo dopo le Europee, il Btp ha chiuso col segno più una seduta partita all’insegna di una lieve debolezza e virata in positivo sulla prospettiva di un ulteriore allontanamento del primo rialzo dei tassi da parte della Bce, dopo le parole di Rehn.
SPREAD A QUOTA 282, IL BUND A -0,17%
Il segnale ha compensato l’effetto della lettera di Bruxelles. In chiusura lo spread si è fermato a 282 punti base dai 285 di ieri.
Il tasso del decennale si attesta in area 2,65% da 2,69% della vigilia.
Il Tesoro ha venduto tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot semestrali offerti nell’asta odierna, a fronte di una domanda di 10,708 miliardi di euro. Il rendimento medio del titolo, con scadenza il prossimo 29 novembre, è sceso a -0,048% rispetto al -0,028% dell’asta di un mese fa.
Oggi il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori tra 4,75 e 6 miliardi di euro su quattro titoli nell’asta a medio-lungo termine.
Nel dettaglio, saranno offerti 500-750 milioni del Ccteu gennaio 2025, 2,25-2,75 miliardi del Btp 10 anni agosto 2029 e 2-2,5 miliardi in forchetta congiunta per il Btp 5 anni luglio 2024 e il Btp off-the-run dicembre 2025.
Il rendimento del Bund tedesco, a -0,17%, è in prossimità dei minimi degli ultimi due anni e mezzo.
VOLA UNICREDIT, MIGLIOR TITOLO IN EUROPA
Colpo di scena su Unicredit. Il titolo da -3% è schizzato nel pomeriggio a 10,20 euro chiudendo con un progresso del 2,2%. Difficile spiegare il rally: non bastano di sicuro le raccomandazioni d’acquisto, tipo quella di JP Morgan (target 15 euro) o Oddo (target 16,50 euro). Il target fondamentale medio del panel raccolto da Bloomberg è 15,68 euro.
Si tratta comunque del miglior titolo dell’indice Eurostoxx Banks.
Ancora debole Intesa (-1%). Banco Bpm+1%. Moody’s ha alzato il rating a Baa3 sui depositi, avendo apprezzato la discesa dei crediti in sofferenza. La banca ha varato un nuovo organigramma.
TIENE MEDIASET, SOFFRE IL LUSSO
Mediaset -1%. Il Biscione ha comprato il 9,6% dell’emittente televisivo tedesco ProSiebenSat 1, circa 330 milioni di euro ai prezzi di ieri, diventando così il primo socio. Nel comunicato, la società afferma che l’operazione non avrà impatti sul dividendo. L’operazione viene definita, “amichevole”.
Prevalgono le vendite tra le altre blue chip. Fiat Chrysler -0,7%. Moody’s ha detto ieri sera che l’aggregazione con Renault potrebbe essere “credit positive”, ma esistono “rischi di esecuzione”. Leonardo -2,5%.
Italgas -1,6%. Berenberg alza il target price
a 6,40 euro da 6,0 euro. Debole Enel (-2,4%). Terna +3%.
Nel lusso in rosso Moncler (-3,13%). Ferragamo -2,5%:
il presidente Ferruccio Ferragamo ha confermato che la famiglia non intende
vendere.
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