I listini europei chiudono in lieve rialzo, ma resta un notevole nervosismo sui mercati, a causa dell’andamento della pandemia, delle nuove restrizioni anti-Covid, dell’incertezza sulla ripresa.
La calda mattina europea, lascia spazio alla prudenza pomeridiana, indotta dalle vendite sui titoli di Wall Street. Al momento i tre principali indici newyorkesi sono in rosso, zavorrati dal settore tech, anche se il colosso dell’abbigliamento sportivo, Nike (+9,6%), vola ai massimi storici, dopo una trimestrale superiore alle attese.
Piazza Affari sale dello 0,18%, a 18.929 punti. Sono toniche le utility, ma deboli le banche, nonostante lo spread migliori ulteriormente a 135 punti base e il rendimento del Btp decennale sfiori il minimo storico (+0,85% il dato finale). Impresa che riesce al titolo trentennale, che tocca in seduta un record minimo a +1,75%, sempre in scia ai risultati del voto che sembrano dare maggiore respiro al governo Conte.
La chiusura è simile a Francoforte +0,33%; Parigi +0,62%; Madrid +0,16%. Meglio Londra, +1,21%. Il settore dei viaggi rialza la testa dopo quattro sessioni consecutive in ribasso: Lufthansa guadagna l‘1,53%. Un dirigente della società ha detto che la compagnia intende fornire ai passeggeri test antigenici rapidi per il Covid-19 a partire da ottobre.
Influisce sui corsi il mercato valutario: la sterlina è stata fiaccata nei giorni scorsi dai problemi posti dall’epidemia da coronavirus alla Gran Bretagna, anche se oggi la divisa di sua maestà è in lieve recupero contro euro e dollaro. Soffre la moneta unica contro il biglietto verde, con il cambio intorno a 1,167, una debolezza alimentata dallo spettro di una Brexit no deal e di una seconda ondata di contagi, mentre i dati macroeconomici, seppur parzialmente buoni, invitano alla prudenza. I Pmi manifatturieri della zona euro a settembre sono saliti più del previsto, soprattutto il dato tedesco. Sono risultati deboli invece i dati sul settore servizi, legati ai timori e agli effetti delle nuove chiusure. Sono leggermente deludenti anche le stime flash negli Stati Uniti.
Fra le materie prime il petrolio è poco mosso, benché si registri un calo delle scorte settimanali americane superiore alle attese. Il Brent scambia sotto i 42 dollari al barile. La forza del dollaro pesa sull’oro e lo spot gold cede l‘1,5%, quotando 1870,5 dollari l’oncia.
In Piazza Affari la regina del listino principale è Snam, +3,12%, promossa “buy” da Goldman Sachs, che ha fissato un prezzo obiettivo a 5 euro.
Medaglia d’argento per Atlantia, +3,02%, in attesa del cda di domani che dovrà decidere se procedere con la scissione di Aspi o la vendita diretta. Incrementi superiori al 2% Inwit +2,41%; Pirelli +2,06%; Cnh +2,04%. Le vendite affossano le banche: Banco Bpm -3,76%; Unicredit -3,14%; Bper -2,97%; Intesa -1,8%. Resta in denaro invece Mps, +1,19%, dopo le indiscrezioni stampa dei giorni scorsi su una sollecitazione del governo a Unicredit per l’acquisto della banca senese.
Fuori dal paniere principale Ovs gudagna il 9,35%, dopo i risultati semestrali in calo, ma in linea con le attese degli analisti, che giudicano positivamente il trend del debito netto e vedono segnali positivi ad agosto.