Cento milioni l’anno. E’ quanto ha fruttato il sistema fraudolento organizzato da due big della logistica, Brt e Geodis, come è emerso dall’inchiesta giudiziaria. Oggi il Tribunale di Milano ha disposto l‘amministrazione giudiziaria per le due società, che fanno capo entrambe a multinazionali francesi a capitale anche statale, su cui pendono capi d’accusa di sfruttamento del lavoro, caporalato, frode fiscale.
Da una prima fase delle indagini emersa un’articolata frode fiscale
Le indagini, svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano, inizialmente si sono concentrate “su un’articolata frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto che simulavano una somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore. Di qui il sequestro preventivo di 126 milioni di euro disposto lo scorso dicembre dalla direzione antimafia, poi convalidato dal Gip.
Nella seconda fase emerge lo sfruttamento dei lavoratori
Nella seconda parte dell’inchiesta diretta dal pm Paolo Storari, l’attenzione investigativa si è incentrata sul settore dei trasporti, portando alla luce “un sistematico sfruttamento di diverse migliaia di lavoratori” che ha fruttato alle due aziende almeno 100 milioni di euro l’anno.
Le indagini “hanno consentito di accertare che i committenti, al fine di proporsi sul mercato con prezzi oltremodo competitivi, approfittando dello stato di necessità dei lavoratori, li sottoponevano a orari e ritmi di lavoro estenuanti, peraltro sottopagandoli, facendoli transitare da una società all’altra, di fatto privandoli delle previste forme di tutela assistenziale e previdenziale”, si legge nella nota della Guardia di finanza.
“Tali pratiche, oltre che sfavorevoli per i lavoratori – sottolineano i giudici – erano tali da influenzare le corrette dinamiche di mercato e di leale concorrenza a discapito delle imprese che invece operano in maniera sana”. Ecco perché, considerando anche “la gravità e il perdurare delle situazioni accertate, le imponenti dimensioni aziendali in termini di fatturato e lavoratori impiegati”, i giudici hanno disposto l’amministrazione giudiziaria delle due aziende.
Falle anche nella sicurezza. Confermata l’ipotesi di caporalato
Dall’inchiesta emergono gravi falle anche nella sicurezza se è vero che, in caso di incidente, non veniva chiamata neanche l’ambulanza, ma l’infortunato veniva “portato in ospedale da una persona di fiducia”. I magistrati hanno confermato anche l‘ipotesi di caporalato: una persona coordinava i vari caporali che si ponevano a capo delle varie cooperative scelte su base etnica e sfruttavano il loro lavoro, pagando a cottimo o con sistemi fraudolenti (pagamento stipendio come trasferta in Italia) tesi a privare i lavoratori dei contributi di cui avevano diritto.
Un altro provvedimento è stato eseguito a carico di Geodis, altra azienda del settore della logistica. Nel provvedimento dei giudici (Rispoli-Cernuto-Spagnuolo Vigorita) vengono riassunte, infatti, le dichiarazioni a verbale di decine di lavoratori che sarebbero stati sfruttati, attraverso un sistema di cooperative in rapporti con Brt.
Phishing: nuovi episodi
Peraltro, proprio da account falsi presentati come di Brt, o di altri spedizionieri, arrivano innumerevoli tentativi di phishing tramite email o sms, invitando i destinatari dei messaggi ad aprile link per vedere a che punto è la spedizione di un pacco. Il fenomeno, molto intenso soprattutto vicino alle festività, ha ripreso fortemente in queste ultime settimane.