Una società a capitale interamente italiano che lancia la sfida ai big internazionali dell’intermediazione assicurativa. Si tratta di Italiana Assicurazione Rischi (Ivr) che nasce dall’iniziativa di Fabio Cerchiai, ex presidente Ania ed ex amministratore delegato di Generali, Francesco Paparella, presidente dell’Aiba (associazione italiana dei broker di assicurazione e riassicurazione) e da Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza. Rispettivamente presidente, amministratore delegato e consigliere delegato della nuova società.
D’altra parte l’assorbimento in strutture straniere di alcuni importanti player nazionali (Taverna ma anche Rasini-Viganò) ha aperto un vuoto da circa 50 milioni di euro di provvigioni, che complessivamente vale il terzo posto della classifica italiana dei broker. Che Ivr punta a intercettare sia tramite la crescita organica sia per linee esterne. Qui, se non si escludono acquisizioni, si guarda con più favore alle aggregazioni. I settori di attività saranno sicuramente il corporate ma anche il retail, dove Ivr vede ampio spazio per portare avanti iniziative di qualità. Con il settore danni che certamente sarà traninate ma senza ignorare il Vita, facendo leva soprattutto sull’esperienza di Sergio Corbello nel mondo della previdenza complementare. “Abbiamo puntato molto sui nuovi assetti del welfare – dice Corbello durante la conferenza stampa di presentazione della società – siamo in una fase in cui bisogna mettere l’accento sui bisogni delle persone. L’ultimo intervento legislativo ha ufficializzato il fatto che il Paese è invecchiato e in questo senso sono un convinto assertore dei piani di long term care: ci si dovrà occupare dei bisogni delle persone inabili in quanto anziane come prospettiva di assoluta priorità del Paese”.
I NUMERI DEL PIANO
Operativa da febbraio 2012, nata dalla scissione della preesistente società di Paparella, oggi ha una sede a Roma e uno staff di 12 persone. Entro l’anno sarà presente anche a Milano e lo staff è previsto salire a 40 unità, mentre nel 2013 saranno aperti nuovi uffici a Bologna, Genova e Napoli, fino ad arrivare nel 2018 a dieci sedi attive nei principali distretti industriali del Paese per rispondere alle aspettative di prossimità dei clienti. Si punta a figure di alta professionalità: la filosofia del progetto è valorizzare l’alta professionalità e la capacità innovativa tipici del “made in Italy”, inteso come chiave di successo della imprenditoria nazionale. Al momento il capitale sociale è di 300mila euro equamente ripartito tra i tre fondatori. Nel 2013 partirà invece il programma di allargamento della compagine sociale che, non avverrà solo attraverso l’acquisizione di nuove società, ma anche offrendo agli intermediari indipendenti la possibilità di condividere il progetto conferendo la propria attività nella Ivr. Il piano di sviluppo triennale 2012-2014 prevede il break even a fine 2012.
IL SETTORE DEL BROKERAGGIO IN ITALIA
In Italia le società di brokeraggio assicurativo gestiscono premi per circa 22 miliardi di Euro, 17,1 nei Rami Danni dove detengono una quota di circa il 47%, per un ammontare di 1,5 miliardi di provvigioni. Secondo le prime rilevazioni sul 2011, i Broker hanno chiuso l’anno in crescita rispetto al 2010 e anche per il 2012 le prospettive sono positive. Le prime tre società di brokeraggio sono internazionali e gestiscono circa 4,5% miliardi di premi nei Rami Danni, per una quota di mercato di poco superiore al 20% del totale gestito dai broker nel Non Vita. L’80% dei premi gestiti dai broker italiani fa riferimento al comparto industriale.