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Brilla Luxottica, pioggia di vendite su Fca e banche

In un listino bersagliato dalle vendite sulle banche, stimolato dalla retrocessione del rating Italia decretata dall’agenzia canadese Dbrs e dalle nuove accuse su Fiat Chrysler, brilla solo la stella di Luxottica. L’indice Ftse Mib a metà giornata arretra dell’1,2% circa attorno a 19.200 punti. Un ribasso anche Parigi (-0,5%). Francoforte -0,6% e Madrid 0,8%. Galleggia sulla parità Londra, sostenuta dal nuovo calo della sterlina.

La nota positiva riguarda Luxottica (+8%) dopo l’annuncio della fusione con la francese Essilor (+13%). Il gruppo italiano, già leader mondiale delle montature, si aggrega con la società francese specializzata nella produzione di lenti oftalmiche, in un’operazione da circa 46 miliardi di euro in termini di capitalizzazione (24 miliardi la società italiana ai prezzi di venerdì, 22 quella transalpina). 

Leonardo Del Vecchio, che tramite Delfin controlla Luxottica, diventerà primo azionista di EssilorLuxottica, con una quota tra il 31% e il 38%, ne sarà presidente esecutivo e Ceo, dice un comunicato. L’operazione avverrà tramite il lancio di un’offerta di Essilor su Luxottica sulla base di un rapporto di concambio di 0,461 azioni Essilor per ogni azione Luxottica. Il nuovo titolo resterà quotato alla Borsa di Parigi.

La società fusa avrà un fatturato combinato di oltre 15 miliardi, più di 140mila dipendenti e una presenza in oltre 150 Paesi. Kepler-Cheuvreux ha aggiustato il tiro dopo le novità di stamattina. Il broker ha promosso a Buy da Reduce la raccomandazione, alzando il target price a 56 euro da 44 euro.

Safilo (+4%) si muove di riflesso all’operazione Luxottica-Essilor. In forte crescita a Francoforte Hugo Boss, che balza in rialzo dei 7,8% alla Borsa di Francoforte dopo i conti. Bene il Lusso anche a Piazza Affari: Moncler +1,2%, Ferragamo +1,1%.

Reazione modesta del mercato obbligazionario al taglio di Dbrs. Lo spread Btp/Bund si allarga di 4 punti base a quota 159 con un rendimento decennale dell’1,89%. Lo spread Italia/Spagna è invariato a 49 punti base.

Al contrario, il downgrading pesa sul comparto bancario. Unicredit scende del 2,8%, Intesa -1,5%, Banco Bpm -3,2% anche per effetto della notizia dell’indagine della magistratura per l’ipotesi di reato di aggiotaggio su presunte possibili omissioni nella comunicazione al mercato di dati sulla copertura dei crediti deteriorati.

Generali perde il 2,9%, declassata a Sell da Deutsche Bank. Unipol -1,7%.

I finanziari sono in calo anche nel resto d’Europa. Tra gli altri, Royal Bank of Scotland e lo spagnolo Banco Popular perdono circa il 3%.

Secondo Mediobanca Securities, la decisione di Dbrs comporta due possibili effetti indiretti. In primo luogo, le banche più piccole con un limitato accesso al mercato e problemi di liquidità più ingenti potrebbero soffrire molto di più, accelerando così il processo di ristrutturazione e consolidamento.

In secondo luogo, se e quando il rischio sui titoli sovrani si riproporrà, un rating BBB potrebbe comportare la necessità di modificare il modello di business delle banche italiane ed eventualmente i criteri che queste utilizzano per rispettare i requisiti di liquidità e evitare conseguenze sul Cet1.

Nel mirino dell’Orso anche il comparto automotive dopo le parole di Donald Trump: il presidente degli Usa h annunciato che imporrà una tassa sui veicoli tedeschi importato in Usa. Bmw, Daimler e Volkswagen cedono tra l’1,5 e il 2%.

Fiat Chrysler perde il 3,9%: secondo Fitch le contestazioni dell’agenzia per la protezione ambientale Usa, che ha messo nel mirino le emissioni di alcuni modelli di auto prodotti da Fca, potrebbero, se si rivelassero fondate, mettere sotto pressione il rating del gruppo. La Gran Bretagna ha fatto richiesta urgente di informazioni all’agenzia Usa per la protezione dell’ambiente (Epa). Exor perde il 2,9%.

Fra gli altri titoli industriali, Leonardo perde lo 0,9%, StM -0,2%. Giornata negativa anche per energia ed utility. Saipem cade in ribasso del 3,8%, a 0,493 euro. Sul titolo è intervenuto oggi il broker australiano Macquarie, tagliando la raccomandazione a Underperform da Neutral, il target price è 0,45 euro. 
 
Gli analisti sono fortemente divisi nei giudizi su Saipem: il 20% consiglia Buy e il 35% raccomanda Sell. Il target price medio è 0,46 euro. La settimana scorsa Goldman Sachs ha tolto il titolo dalla Conviction Buy List, pur confermando il giudizio Buy e il target di 0,59 euro. 

Enel arretra dell’1%, Telecom Italia -1%.

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