Si spostano in avanti le lancette della Brexit. “Ma stavolta – è stato il commento finale di Donald Tusk, presidente del consiglio europeo rivolto al Regno Unito – vi prego di non perder tempo”. L’Unione Europea, dopo un’animata riunione di otto ore, ha accordato a Londra il rinvio al 31 ottobre, il giorno di Halloween, ma la Gran Bretagna dovrà partecipare al voto europeo di fine maggio. Una decisione “umiliante” per Theresa May secondo l’Ft, che segna un compromesso tra Angela Merkel, stavolta nelle vesti del poliziotto buono e il presidente Emmanuel Macron che avrebbe preferito un taglio netto alle inevitabili, nuove incertezze: la Gran Bretagna dovrà prepararsi a partecipare al voto europeo del 26 maggio per un Parlamento che lascerà (salvo soprese) pochi mesi dopo. La premier farà intanto fatica a non soccombere alla rabbia dei conservatori anti-Ue. La sterlina si muove poco, in lieve ripresa a 1,3099 sul dollaro, sopra i minimi (1,2945) toccati nell’ultimo periodo.
Il compromesso ha chiuso una giornata di grandi appuntamenti che non hanno riservato poche novità. Le minute della Fed, pubblicate ieri sera, hanno confermato il nuovo atteggiamento morbido dei banchieri Usa che vedono rilevanti rischi per l’economia, comunque solida. La Fed prevede che la crescita del PIL reale negli Stati Uniti rallenterà “marcatamente” nel primo trimestre, riflettendo un “ammorbidimento della crescita della spesa per consumi e degli investimenti delle imprese”. Nessuna novità neanche dalla Bce, che preferisce conservare le munizioni in attesa degli sviluppi di una situazione geopolitica complicata.
DEBOLI LE BORSE ASIATICHE, SALE IL NASDAQ
In questa i mercati segnano il passo: il rischio di un aumento dei tassi è ormai svanito del tutto ma da domani con la pubblicazione delle trimestrali delle grandi banche Usa si misurerà il costo del recente rallentamento dell’economia globale.
Deboli stamattina le Borse in Asia: Giappone -0,1%, Hong Kong -0,6%, Cina -2%.
In lieve rialzo ieri sera i mercati Usa: Dow Jones +0,03%, S&P 500 +0,35%, Nasdaq +0,69%.
UBER VERSO UN’IPO DA 100 MILIARDI
Si profila un’Ipo record per Uber: la società mira a debuttare sul listino a maggio con una valutazione di 100 miliardi di dollari.
Sale Tesla +1,4%: il Congresso ha aumentato lo spazio per la cessione dei rediti ad inquinare. Dopo il deal con Fca Elon Muskè pronto per buoni nuovi affari.
I prezzi del petrolio sono sui massimi di cinque mesi, mentre i combattimenti in Libia sollevano preoccupazioni di interruzione delle forniture. Wti a 64,34 dollari al barile, Brent a 71,57 dollari al barile.
CONTRASTATI I FUTURES EUROPEI DOPO LE PAROLE DI DRAGHI
Contrastati stamane i futures delle Borse europee, in un clima di attesa che ha trovato conferma nelle parole del presidente della Bce che si è detto “pronto a utilizzare qualsiasi strumento per far fronte alle situazioni contingenti che si presenteranno”. Mario Draghi ha preso dell’indebolimento della crescita ma ha espresso anche una maggior fiducia nella convergenza dell’inflazione. E così il direttorio della Bce all’unanimità ha deciso di vedere come evolverà l’economia prima di fissare il prezzo e i dettagli della nuova serie di aste di rifinanziamento agevolate alle banche. Mercati delusi ma non troppo: era quasi scontato che Draghi non avrebbe detto nulla in merito sui dettagli delle nuove aste Tltro che verranno lanciate a partire dall’autunno. Ancor più scontato il monito all’Italia: i dati negativi sul Pil, ha commentato Draghi, “non sono una sorpresa. La priorità è ripristinare crescita economica e occupazione. E l’Italia sa come farlo”.
Chiusura piatta per Piazza Affari a quota 21.671 punti dopo aver segnato una flessione in corrispondenza con le parole di Draghi.
Poco mossi anche gli altri listini europei: Francoforte +0,47%; Parigi +0,25%; Madrid -0,03%; Londra -0,05%.
SEGNALI DI RIPRESA PER LA PRODUZIONE INDUSTRIALE
Una boccata d’ossigeno per l’Italia, dopo le previsioni nere del Fmi, è arrivata dai dati della produzione industriale, salita a febbraio ben oltre le attese, con un +0,8% mensile contro il -0,8% stimato e dal +1,9% (rivisto) di gennaio, nel secondo rialzo congiunturale consecutivo dopo quattro mesi di calo a fine 2018. Il Bel Paese si avvia così ad uscire dalla recessione tecnica segnata a fine 2018. È la previsione di Prometeia e dell’ufficio studi di Barclays, che stimano entrambe per il Pil una crescita piatta per il primo trimestre 2019, ma non escludono che tale stima possa essere rivista al rialzo.
AI MINIMI DA 11 MESI I TASSI DI BTP A 10 E A 30 ANNI
Lo scenario di tassi tendenti al ribasso dipinto dalle principali banche centrali (Fed, Bce e Boe) ha spinto molte obbligazioni a rendimenti negativi costringendo i grandi investitori ad alzare l’asticella della propensione al rischio per ottenere un qualche ritorno sugli investimenti.
Si spiegano così i record della carta obbligazionaria italiana, in apparente contrasto con i rinnovati allarmi del Fmi e di altri istituti sulla finanza pubblica italiana, in grande spolvero nei giorni delle aste. Il rendimento del Btp decennale è sceso ieri sotto la soglia del 2,40% per la prima volta dal maggio 2018. Anche il Btp trentennale ha visto scendere il rendimento su livelli che non si vedevano da luglio 2018 al 3,39%.
Sempre ieri Il Tesoro ha venduto tutti i 6 miliardi di euro di Bot a 12 mesi offerti in asta. Il rendimento medio è salito allo 0,07% dallo 0,06% del collocamento di marzo. La domanda ha raggiunto i 9,56 miliardi di euro con un rapporto di copertura in aumento a 1,59 da 1,51 precedente.
DEBUTTA IL NUOVO TITOLO A 7 ANNI
L’asta di oggi sarà un banco di prova importante. Il Tesoro offrirà in asta Btp a 3, 7 e 15 anni di scadenza fino a un massimo di 7,75 miliardi di euro. Atteso il debutto del nuovo 7 anni con scadenza luglio 2026, che staccherà una cedola del 2,1% rispetto a 2,5% dell’attuale benchmark novembre 2025.
Sul mercato grigio ieri sera in chiusura il rendimento del nuovo Btp 7 anni scambiava in area 2,10% da 2,05% segnato nell’asta di metà marzo.
MEDIOBANCA FA SHOPPING, INTESA VERSO L’ACCORDO CON PRELIOS
Anche tra le blue chip di Piazza Affari si registrano oscillazioni di scarso rilievo con poca volatilità. Agli estremi troviamo Campari (+1,5%) da un lato, Cnh (-2%) e Unipol (-1,5%) dall’altro.
Banche deboli (-0,56%) in assenza di segnali in arrivo dalla Bce.
Unicredit (-0,92%) è la peggiore del listino principale; le sue azioni sono deboli dal giorno delle indiscrezioni su una possibile acquisizione di Commerzbank. Riflettori accesi sulle dichiarazioni oggi in assemblea di Jan Pierre Mustier.
Mediobanca (+0,32%) fa shopping. L’istituto ha comprato il 66% della banca d’affari parigina Messier Maris, una boutique finanziaria specializzata nei grandi deal transfrontalieri.
Intesa Sanpaolo -0,7%. L’ad Carlo Messina ha confermato in un’intervista al Financial Times che la banca è in trattative per cedere a Prelios una parte rilevante degli Npl ancora a suo carico, già più che dimezzati rispetto al 2017. L’istituto, ha ribadito Messina, non intende partecipare ad operazioni europee di M&A nel settore del credito. Parole di fuoco contro “l’incredibile errore dell’antitrust europeo” in occasione del divieto all’intervento del fondo interbancario in Tercas.
Il calo dei rendimenti favorisce le utilities, che hanno chiuso tutte sopra la parità: Italgas +1,15%, Hera +0,99%, Snam +0,68%, Enel +0,28%.
PRYSMIAN RINVIA L’ASSEMBLEA PER I PROBLEMI IN SCOZIA
Tra gli industriali continuano i problemi di Prysmian (-0,15%). Il Cda ha revocato ieri la convocazione dell’assemblea ordinaria del 17 aprile perché ritiene opportuno riesaminare il bilancio 2018 alla luce delle richieste di risarcimento danni legate alla vicenda delcavo sottomarino WesternLink. La società stima impatti sull’Ebitda rettificato 2018 tra 60 e 80 milioni di euro.
Giù anche Leonardo (-0,55%) ancora appesantita dall’ipotesi di tariffe suiprodotti Ue, inclusi gli elicotteri. Il titolo resta però sopra quota 9,9 euro,superata a metà marzo, dopo la revisione in positivo del piano industriale.
SOCIO RUSSO PER PIRELLI, VENDITE SU TOD’S
Pirelli +0,1%. La società d’investimento russa Concern Rossium ha una partecipazione potenziale del 6,239% con diritti di voto pari a 3,474%, secondo le ultime rilevazioni della Consob.
Nel lusso perde colpi Tod’s (-1,9%). RBC ha tagliato il target a 40 euro.
Moncler +0,1%: il presidente e ad, Remo Ruffini, ha ceduto 93.744 azioni a circa 37 euro per azione, per un totale di circa 3,46 milioni di euro.