Il Governo guidato da Theresa May traballa sempre di più. Dopo le dimissioni di David Davis, ministro con delega all’uscita dall’Unione Europea, de facto l’uomo che aveva in mano i negoziati per la Brexit, decide di gettare la spugna anche il ministro degli Esteri Boris Johnson.
“Questo pomeriggio, il Primo ministro ha accettato le dimissioni di Boris Johnson da segretario degli Affari esteri. La sua sostituzione verrà annunciata a breve. Il Primo ministro ringrazia Johnson per il suo lavoro”, ha annunciato in una nota l’ufficio di Theresa May.
Le dimissioni ufficiali sono arrivate pochi minuti prima dell’audizione della numero uno di Downing Street alla Camera dei Comuni sul precedente abbandono di Davis e sulla nomina al suo posto di Dominic Raab.
Al posto di Johnson, invece, May ha scelto a sorpresa Jeremy Hunt, finora ministro della Sanità, considerato un Tory “moderato” sul dossier europeo, oltre che una figura leale verso la premier, mentre Johnson è da sempre uno dei capofila degli euroscettici.
Due dei personaggi chiave della Brexit lasciano dunque il loro incarico in dissenso con la politica del Primo Ministro britannico che aveva preannunciato un accordo con l’Ue volto a mantenere in piedi strette relazioni commerciali. Un’intesa che, secondo alcuni membri del Governo tra cui appunto Davis e Johnson, potrebbe porre il Regno Unito in condizioni di debolezza nei negoziati con Bruxelles.
“Per me è stata una questione di principio – ha dichiarato in mattinata l’ormai ex ministro Davis – Sarebbe toccato a me difendere questo progetto e in coscienza non potevo negoziare e promuovere una strategia che secondo me non può funzionare”. Secondo lui infatti, May avrebbe “fatto troppe concessioni alla Ue. Temo che ora Bruxelles prenderà tutto quello che offriamo e chiederà ancora di più, perché fanno sempre così. Spero che le mie dimissioni portino a un ripensamento della strategia e sull’allineamento troppo stretto con le regole Ue in futuro”.
L’uscita di scena tanto ravvicinata di due ministri mette in seria difficoltà May, il cui Governo potrebbe, secondo la Bbc, potenzialmente piombare in “una vera e propria crisi”.
Ricordiamo che Johnson non è un politico qualunque, ma uno degli artifici della vittoria del “Leave” al referendum sulla Brexit del 2016 insieme a Nigel Farage, che però ha abbandonato la politica pochi mesi dopo la consultazione.
L’annuncio non ha provocato per il momento particolari scossoni sui mercati: la Borsa di Londra sale dello 0,4%, mentre il cambio euro/sterlina si assesta a quota 0,88 (+0,3%).