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Brexit, pandemia, petrolio e Bayer innervosiscono le Borse

Malgrado il balzo di Stm e il nuovo exploit di Banco Bpm che hanno spinto il Ftse Mib in territorio positivo (+0,2%), i mercati restano fragili e volatili per la concomitanza di almeno quattro elementi di incertezza

Brexit, pandemia, petrolio e Bayer innervosiscono le Borse

L’intonazione positiva dei mercati è stata messa a dure prova oggi pomeriggio dal tonfo del petrolio. Per i listini europei il finale è contrastato: Francoforte perde lo 0,3%, penalizzata dal crollo di Bayer (-12,6%). I progressi sono moderati e sotto i massimi di seduta per Milano +0,24%, Parigi +0,4%, Madrid +0,2% e Londra +0,25%. A fare da argine alle vendite è Wall Street che, dopo un avvio tonico, ha cominciato a rallentare, ma al momento si mantiene abbondantemente sopra la parità, sorretta dalla convinzione che democratici e repubblicani alla fine troveranno un accordo per approvare il piano di aiuti per famiglie e imprese.

A guidare i rialzi sono il settore dei beni di consumo discrezionali e l’indice dell’information technology. I ribassi partono dall’indice energetico che lascia sul terreno il 2,7% dopo un calo del 20% nel terzo trimestre. Il rischio di volatilità inoltre resta elevato a meno di 5 settimane dalle elezioni presidenziali e con il timore che l’esito verrà contestato dallo sconfitto.

Una buona dose d’incertezza permane poi a causa della costante crescita dei contagi da coronavirus anche in Europa. L’Italia, benché fuori dall’occhio del ciclone, mantiene alta la guardia e il premier Giuseppe Conte conferma quella che, finora, era solo una supposizione. “Andremo in parlamento a chiedere la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio”. Sempre in Europa s’inasprisce il braccio di ferro fra Ue e Gb sulle modalità della Brexit, tanto che i vertici di Bruxelles hanno deciso di avviare un’azione legale contro Londra.

“La Commissione europea ha inviato oggi al Regno Unito una lettera di messa in mora per aver violato i suoi obblighi ai sensi dell’accordo di recesso” ha annunciato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Lo scontro pesa sulla sterlina, che torna in rosso contro euro e dollaro. La moneta unica si rafforza anche contro il biglietto verde, riportando il cambio in area 1,175.

Risale l’oro a 1907 dollari l’oncia (+1,1%), mentre l’oro nero va a picco. Il Brent lascia sul terreno il 5,2% e scambia a 40,09 dollari al barile; il Wti perde il 5,3%, 38,10 dollari al barile. Il greggio risente del calo delle previsioni sulla domanda, a causa dell’aumento dei casi di Covid-19, e dell’aumento della produzione dei Paesi Opec nel mese scorso; a contrastare solo in parte le pressioni sono le speranze dell’accordo al Congresso del nuovo piano di stimoli fiscali.

In Piazza Affari i più penalizzati sono i titoli delle tre big del settore, a partire da Eni, -3,38%. Il cane a sei zampe ha deliberato oggi la possibile emissione di uno o più prestiti obbligazionari subordinati ibridi, da collocare presso investitori istituzionali, per un ammontare complessivo non superiore a 5 miliardi di euro o equivalente in altra valuta, da emettersi in una o più tranche entro il 30 giugno 2022. Le emissioni perseguono l’obiettivo di finanziare i futuri fabbisogni e di mantenere una struttura finanziaria equilibrata. I prestiti sono destinati a essere quotati presso uno o più mercati regolamentati.

Giù Saipem -3,27 e Tenaris -2,56%. Nel settore oil è in controtendenza Saras, +6,55%, società della famiglia Moratti che, nel corso dell’anno, ha perso però circa il 67%. Nel resto del listino sono in calo Leonardo, -2,44%, e Atlantia, -2,16% . Quest’ultima resta in balia della trattativa con il governo e il rischio di una revoca delle concessioni per Aspi si fa sempre più concreto. Un consiglio dei ministri si riunirà entro dieci giorni per decidere sul dossier, ma se non ci saranno progressi scatterà la mannaia.

Regina del Ftse Mib è Stm, +6,97%, premiata per i conti migliori delle attese e dopo aver annunciato un forte aumento della domanda nel terzo trimestre, aprendo a un possibile superamento della guidance per il 2020. Fra le banche resta ben comprata Banco Bpm +4,15%, sempre al centro di indiscrezioni su possibili partner in un processo di consolidamento del settore. Questa volta si moltiplicano le indiscrezioni stampa a proposito di un interesse di Credit Agricole, ma l’ex popolare smentisce i contatti.

Balzo in avanti per Diasorin, +2,85%, che ha ottenuto l’ok della Food and Drug Administration per la commercializzazione di sei test per l’epatite B negli Usa e all’uso di emergenza di un test per gli anticorpi da Covid 19.

In evidenza Exor +3,66%. Fuori dal paniere principale brilla Reno De Medici (+7,33%) dopo la firma di contratti preliminari per l’acquisizione del 100% di quattro società spagnole. La seduta è positiva per l’obbligazionario: lo spread fra decennale italiano e tedesco scende a 136 punti base e il rendimento del Btp arretra fino a 0,83%. 

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