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Brexit no deal non ci sarà e la sterlina respira. Wall Street al top

Per un soffio Westminster ha respinto l’ipotesi di un’uscita senza accordo dalla Ue e la moneta britannica è subito risalita -Wall Street e il petrolio ai massimi – Boeing recupera ma resta a terra – A Piazza Affari i gol di Cristiano Ronaldo valgono 200 milioni

Brexit no deal non ci sarà e la sterlina respira. Wall Street al top

Dio salvi la sterlina, vittima delle convulsioni della Brexit. La preghiera, almeno ieri sera, è stata accolta dai Comuni che, al termine di un voto al cardiopalma (312 no contro 308 sì) hanno bocciato l’ipotesi di un’uscita senza accordo dall’Unione Europea. La valuta britannica, superato lo scoglio più temuto dalle Borse, ha preso la via del rialzo, arrivando ad un massimo di 1,3380 sul dollaro (+2,1%), il livello più alto da giugno.

Ma la partita resta tutta da giocare. Theresa May ha annunciato che ripresenterà la prossima settimana in Parlamento la sua bozza di accordo per l’uscita. In caso di nuovo no da parte degli euroscettici, la Pemier rinvierà la data di uscita dalla Ue alla fine di giugno, cioè dopo le elezioni europee del 26 maggio. E si aprirà la strada per un secondo referendum.

Insomma, la confusione regna sovrana. E i mercati, in attesa di capirci qualcosa, prendono atto che per ora il rischio più temuto, cioè il collasso delle relazioni tra Ue e Regno Unito, sembra superato. Ma cresce la sensazione che il difficile debba ancora venire, perché, come ha detto un portavoce Ue, “escludere dal tavolo la prospettiva del no deal non equivale a votare contro il no deal. È necessario concludere comunque un deal”.

Alla ricerca di una quadra ancora lontana, i deputati voteranno oggi sulla richiesta di posticipare la Brexit, ma già si profila un nuovo voto, chiesto dalla premier per la prossima settimana. Insomma, ci hanno preso gusto. L’euro, intanto, è al quarto giorno consecutivo di apprezzamento su dollaro, a 1,132.

RALLENTA LA PRODUZIONE DI PECHINO, FRENA L’ORO

Il Toro guarda con un certo distacco a queste convulsioni. Si torna a respirare aria di ottimismo sui listini grazie a tre fattori: il propellente dei dati in arrivo dall’economia Usa; il buon andamento delle economie emergenti, che dà la spinta ai consumi di petrolio, e i segnali di sostegno che si moltiplicano da parte delle banche centrali, decise a dare ossigeno alla ripresa.

La debolezza di fondo della congiuntura è stata confermata stamane dai numeri in arrivo dalla Cina. Nei primi due mesi dell’anno la produzione industriale è salita del 5,3% rispetto allo stesso periodo del 2018 (l’aumento più debole degli ultimi 17 anni). Nei due mesi precedenti, novembre-dicembre 2018, la variazione positiva era stata del 6,2%. Gli analisti si aspettavano un inizio d’anno leggermente più vivace, stimavano +5,6%.

In lieve ribasso i listini cinesi, in attesa di novità sul fronte dei negoziati sui dazi con gli Usa. La Borsa di Shanghai stamattina perde lo 0,9%, mentre l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen è in calo dello 0,6%. Hong Kong perde lo 0,1%. Sulla parità Seoul. Tokyo +0,2% grazie alla discesa dello yen a 111,6 sul dollaro.

In calo l’oro (-0,4% a 1.302 dollari).

BOEING RISALE MA RESTA A TERRA

Positiva Wall Street, sull’onda di una sequenza di dati positivi in arrivo dagli investimenti in ripresa e, soprattutto, dall’andamento dei prezzi sia al consumo che all’ingrosso, da cui emerge che l’inflazione è ampiamente sotto controllo: la Fed ha così ampio spazio di azione per sostenere la ripresa.

In rialzo gli indici principali: Dow Jones +0,58%, S&P 500 (oltre quota 2.800) e Nasdaq entrambi +0,69%.

Rialza la testa Boeing (+0,5%), dopo che anche gli Stati Uniti hanno deciso di fermare i voli del 737 Max.

IL BRENT AI MASSIMI DA CINQUE MESI. VOLANO I PETROLIFERI

Continua la marcia al rialzo del petrolio: il greggio Usa ha ritoccato i nuovi massimi dell’anno a 58,41 dollari al barile, mentre il Brent è salito a 67,77 dollari (+22 centesimi), in ascesa da oltre cinque mesi. Dall’inizio del 2019 l’incremento è del 25%.

Ad accelerare gli acquisti ha contribuito il calo a sorpresa delle scorte Usa. I dati EIA mostrano una contrazione su base settimanale di circa 3,9 milioni di barili, rispetto all’incremento atteso di 2,6 milioni. L’Api aveva anticipato una discesa di circa 2,5 milioni.

In grande fermento i petroliferi a Milano. Eni, +2,51% alla vigilia del Cda sui conti ed alla presentazione del piano industriale, ha annunciato una nuova scoperta nelle acque profonde dell’Angola. Si stima che la nuova scoperta contenga tra 450 e 650 milioni di barili di petrolio leggero.

Saipem (+2,2%) si è portata sui nuovi massimi da ottobre a 4,87 euro. Banca Imi ha confermato la raccomandazione Buy, target price a 5,90 euro. Sale anche Tenaris (+2,97%).

ANGELONI: LA BCE È PRONTA A INTERVENIRE

Nonostante il grande caos della Brexit, i listini europei hanno vissuto una giornata di rialzi grazie anche a dati macro migliori del previsto: la produzione industriale è salita a gennaio dell’1,4% (-0,9% a dicembre), assai meglio del -1% atteso dagli analisti. Rilevante anche l’effetto del messaggio in arrivo dalla Bce, che ha fatto sapere di essere pronta a nuovi interventi nel caso di ulteriori peggioramenti del quadro economico. Ad annunciarlo è stato Ignazio Angeloni, membro del consiglio direttivo della Supervisione dell’istituto. Parlando di quanto già annunciato da Mario Draghi la settimana scorsa, Angeloni ha affermato che le modalità del nuovo TLTRO saranno definite da qui a settembre, in modo da renderlo il più efficace possibile e “favorire gli effetti espansivi”.

PIAZZA AFFARI +0,57%, CORRONO I BTP 3 IN ASTA

Piazza Affari (+0,57% a 20.479 punti) ha accelerato ieri pomeriggio grazie alla spinta dei titoli dell’energia dopo un avvio debole. Copione simile per Francoforte (+0,43%), Parigi (+0,69%) e Madrid (+0,32%). In grande spolvero Zurigo (+1,29%).

Londra (+0,08%) è rimasta al palo in attesa del nuovo voto ai Comuni che in serata ha bocciato di misura (312 no contro 308 sì) la scelta del “no deal”, cioè l’uscita senza un accordo dalla Ue.

Il Tesoro ha superato senza danni la prova delle aste di metà mese. Il mercato ha assorbito l’offerta di 7,75 miliardi di titoli a medio-lungo termine per l’importo massimo di 7,75 miliardi sulle scadenze a tre, sette e vent’anni. Ha fatto il pieno in particolare il nuovo benchmark a tre anni, proposto per minimi 3,5 miliardi: sono stati collocati 4 miliardi, ad un tasso lordo di 1,06%.

Sul mercato secondario, il rendimento del Btp 10 anni è rimasto in area 2,55%, stabile lo spread sul Bund appena sotto i 250 punti.

I GOAL DI RONALDO VALGONO 200 MILIONI A PIAZZA AFFARI

Grande giornata a Piazza Affari per il titolo Juventus (+16%) dopo un volo a +23% sull’onda della tripletta di Cristiano Ronaldo all’Atletico Madrid. La performance del campione ha regalato 200 milioni di capitalizzazione in più al club, facendo lievitare il valore i di mercato a 1,43 miliardi di euro, da 1,23.

Strappo all’insù anche per Salvatore Ferragamo (+6,9%) sull’onda dei risultati e delle indicazioni sui primi due mesi dell’anno in corso. Il 2019 è iniziato bene, le vendite a parità di perimetro registrano un lieve incremento, in antitesi al lieve calo degli ultimi tre mesi del 2018.

SOFFRE PRYSMIAN, ACCELERA AZIMUT

Segno meno tra gli industriali per Prysmian (-3,44%), ai minimi da tre mesi: la partecipata cinese YOFC ha perso negli ultimi due giorni quasi il 20% in Borsa.

In rosso anche Fca (-0,88%): la società ha disposto il ritiro volontario di 862.520 veicoli negli Stati Uniti al termine delle indagini sulle emissioni condotti secondo i regolamenti Epa.
L’effetto Juve ha invece permesso ad Exor di chiudere a +1%. Bene anche Brembo (+1,8%).

Tra i finanziari spicca il volo di Azimut (+3,5%). Positive le banche, ma l’indice di settore (+0,9%) è rimasto sotto la media europea. In evidenza Unicredit (+1%) dopo l’ottima accoglienza riservata al bond perpetuo da un miliardo di euro, del tipo Additional Tier 1. Banco Bpm -0,5%.

In calo dopo i risultati anche Mediaset (-1,22%): Equita Sim ha abbassato il prezzo obiettivo da 3,2 a 2,8 euro, confermando la raccomandazione hold.

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