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Brexit, May prova col referendum bis

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La premier britannica Theresa May si gioca l’ultima carta: ha illustrato in un discorso pubblico a Londra il testo della legge attuativa che presenterà al Parlamento britannico a inizio giugno, come estremo tentativo per rompere lo stallo sulla ratifica del divorzio dall’Ue. Tra i dieci i punti del nuovo accordo, spicca la possibilità di un ipotetico nuovo referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea, che potrà essere indetto se i deputati voteranno a favore di questa soluzione. Addirittura, secondo la strategia della premier, la nuova consultazione popolare sarebbe messa ai voti in Parlamento prima dell’accordo con l’Ue ad esso legato. Una prospettiva che sta spaventando gli stessi Tories, da sempre contrari – in linea di massima – a un ricorso alle urne.

Nel testo inoltre sono state inserite anche diverse aperture su istanze dell’opposizione laburista, che su Brexit ha mantenuto un atteggiamento prudente, non schierandosi mai apertamente né a favore dell’una né a favore di un’altra soluzione. Queste aperture riguardano soprattutto due punti: l’ampliamento (sia pur per ora provvisorio) dei tempi di un legame doganale con l’Ue, e il mantenimento degli standard europei di tutela dei lavoratori e dell’ambiente. Tuttavia il nuovo tentativo di mediazione nasce sotto una cattiva stella: il leader del Labour, Jeremy Corbyn, non si è detto soddisfatto del testo. “E’ una rimasticatura di quanto già discusso, non vedo come possa passare in Parlamento. Non vi sono cambiamenti fondamentali sull’allineamento al mercato unico e sull’unione doganale. Non sosterremo la proposta”.

I DIECI PUNTI DEL NUOVO ACCORDO

1) Obbligo per il governo di concludere accordi alternativi per sostituire la soluzione di backstop entro il dicembre 2020 in modo che quest’ultimo non venga mai utilizzato.

2) Impegno che qualora il backstop dovesse comunque entrare in vigore, il governo garantirà che la Gran Bretagna rimanga allineata con l’Irlanda del Nord.

3) Gli obiettivi negoziali e i trattati finali sulle future relazioni con la Ue dovranno essere approvati dal Parlamento.

4) Sarà votata una nuova legge sui diritti del lavoratori in modo da assicurare che i diritti non siano meno favorevoli dopo la Brexit di quanto lo erano prima.

5) Non vi saranno modifiche nel livello di protezione dell’ambiente una volta usciti dalla Ue.

6) La Gran Bretagna cercherà un rapporto commerciale con il minor attrito possibile con la Ue una  volta usciti dal mercato unico e terminato il libero  movimento di persone.

7) Il Regno Unito si manterrà a livello con le regole europee sui beni e i prodotti del settore agri-food in modo da proteggere le migliaia di posti di lavoro che dipendono dalla catene di fornitura just-in-time.

8) Il governo porterà avanti un compromesso sulle dogane su cui si dovranno pronunciare i deputati in modo da rompere lo stallo.

9) Ci sarà spazio per un voto dei deputati se indire o no un nuovo referendum.

10) Ci sarà un obbligo legale di introdurre modifiche alla dichiarazione politica in modo da riflettere i termini di questo nuovo accordo.

Tutti questi punti saranno tradotti in legge in modo da durare quantomeno per l’intera legislatura di questo Parlamento.

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