Pur di strappare al Parlamento di Londra il via libera all’accordo con l’Ue, evitando così una Brexit incontrollata, la premier britannica Theresa May ha deciso di giocare l’ultima carta a sua disposizione, offrendo in cambio le proprie dimissioni. “Sono pronta a lasciare l’incarico in anticipo pur di assicurare una Brexit ordinata“, ha annunciato la numero uno di Downing Street, che da mesi resiste a una pioggia di attacchi, non solo da parte dell’opposizione laburista, ma anche di una fetta dissidente della maggioranza conservatrice. La svolta è arrivata dopo la riunione di May con i deputati del gruppo Tory radunati nel Comitato 1922, sede di ogni congiura del più vecchio partito britannico.
May se ne andrebbe, forse in autunno, lasciando la gestione della fase due della Brexit a un altro esponente conservatore. La corsa per la successione è già iniziata e il favorito sembra l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson, tra i più ferventi sostenitori della Brexit nella fila del Partito Conservaotre.
Mercoledì, infine, la Camera dei Comuni ha bocciato tutte le otto proposte parlamentari di piano B sulla Brexit alternative all’accordo di divorzio raggiunto dalla premier Tory Theresa May con l’Ue e poi non ratificato Westminster in due successive occasioni. Fra queste, la proposta di un referendum bis ha ottenuto 268 voti favorevoli e 295 contrari, quella in favore della permanenza nell’unione doganale 264 sì e 272 no.
Intanto, sembra che un’altra regina della politica europea – ben più longeva di May – stia preparando il terreno per un passo indietro. Si tratta della cancelliera tedesca Angela Merkel, a capo del governo tedesco ininterrottamente dal 22 novembre 2005. A fine anno Merkel potrebbe lasciare la scena internazionale e la guida della Germania. La sua erede naturale sarebbe Annegret Kramp-Karrembauer, la 56enne che lo scorso dicembre è stata eletta alla presidenza dell’Unione Cristiano-democratica (Cdu).
Nota per essersi opposta al matrimonio omosessuale, ma anche per essere una forte sostenitrice dei diritti dei lavoratori, Kramp-Karrembauer ha posizioni più rigide di Merkel sull’immigrazione, tuttavia ha sostenuto la decisione della cancelliera di tenere le frontiere aperte nel 2015.