Theresa May spera nel miracolo. Dopo cinque giorni di rovente dibattito parlamentare, martedì la Camera dei Comuni è chiamata a esprimersi sull’accordo per la Brexit raggiunto fra il governo di Londra e Bruxelles. La votazione doveva tenersi a inizio dicembre, ma all’ultimo Downing Street decise di rinviarla perché era chiaro che il piano non sarebbe passato. Un mese dopo, però, il quadro non è cambiato e la bocciatura sembra ancora inevitabile, dal momento che, oltre all’opposizione laburista, è decisa a votare contro anche buona parte del Partito Conservatore.
Per cercare una difesa in extremis dal fuoco amico, la Premier britannica ha lanciato un avvertimento a dir poco drammatico: “In caso di voto contrario – ha detto – ci troveremo davanti a una catastrofica e imperdonabile frattura per la nostra democrazia. Il mio messaggio è semplice: è venuto il momento di mettere da parte i giochetti e fare ciò che è giusto per il nostro Paese”.
TRE GIORNI PER ALLESTIRE UN PIANO B…
Se questo appello non basterà – com’è probabile – si farà sempre più concreta la prospettiva del no-deal, ossia un’uscita incontrollata del Regno Unito dall’Unione europea. E questo nonostante il Parlamento abbia votato un emendamento che impone al governo, in caso di bocciatura dell’accordo, di ripresentarsi in Aula dopo tre giorni con nuove proposte.
…MA BRUXELLES CHIUDE LA PORTA
Una missione che al momento appare impossibile. May, in compagnia del suo staff giuridico, è reduce da una serie di incontri a Bruxelles che non hanno portato a nulla, perché le autorità europee non sono disposte a rimettere mano in modo sostanziale all’accordo. “Nulla si può più cambiare – ha sentenziato Jean Claude Juncker, numero uno della Commissione europea – al massimo potremo chiarirci meglio”.
CORBIN PUNTA AL GOVERNO
Intanto, Jeremy Corbin ha pronta nel cassetto una mozione di sfiducia per il Governo. L’obiettivo del leader laburista è tornare ancora una volta alle elezioni anticipate, scalzare i Conservatori dal comando e organizzare la Brexit più soft possibile.
SENZA ACCORDO LA STERLINA RISCHIA IL BARATRO
Ma quali sono le previsioni del mercato? Secondo un sondaggio di Bloomberg, May ha solo il 15% di possibilità di far passare la sua proposta di accordo, mentre un secondo referendum (progetto sostenuto, fra gli altri, dal sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan) è dato al 25%. Gli analisti ritengono che una nuova consultazione, portando con sé l’ipotesi di una clamorosa permanenza della Gran Bretagna nell’Ue, potrebbe trascinare la sterlina ai massimi dal maggio scorso. Al contrario, un’uscita senza accordo farebbe crollare la valuta britannica ai minimi dal voto pro-Brexit del 2016.