Dopo 24 ore di accesissime trattative, i Ventotto hanno finalmente trovato un sofferto accordo sulla futura relazione della Gran Bretagna con l’Unione europea. L’intesa – il cui impatto politico è ancora tutto da valutare – è giunta sulla base di un testo lungamente negoziato tra i diplomatici e preparato in ultima analisi dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, alla ricerca di un compromesso tra le diverse esigenze nazionali.
«Accordo raggiunto. Dramma terminato», ha scritto la presidente lituana Dalia Grybauskaite su Twitter, prima ancora che lo stesso Consiglio europeo desse conferma e che Tusk comunicasse via Twitter il raggiungimento di un’intesa «unanime». Pochi minuti prima funzionari europei avevano informato la stampa accampata nella sede del Consiglio europeo che il presidente aveva presentato ai capi di stato e di governo riuniti fin da giovedì pomeriggio un testo pulito, senza parentesi quadre, che nelle abitudini dei negoziatori europei caratterizzano punti ancora in sospeso.
Intanto il premier britannico David Cameron ha deciso che gli elettori del suo Paese saranno chiamati a votare il 23 giugno per il referendum sulla permanenza o meno del Regno Unito nell’Ue. Lo ha annunciato il primo ministro a margine di una riunione straordinaria del governo svoltasi oggi dopo l’accordo di Bruxelles della scorsa notte su quello che Downing Street definisce “il nuovo status speciale della Gran Bretagna” all’interno del Club dei 28.
“Andrò in Parlamento e proporrò che il popolo britannico decida il nostro futuro in Europa attraverso un referendum giovedi 23 giugno”, ha dichiarato parlando davanti alla sua residenza al numero 10 di Downing Street. Il Consiglio dei ministri ha approvato la decisione di raccomandare l’adesione del Regno Unito a un’Europa riformata.