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Brexit: i supermanager si schierano con il No

“L’uscita dall’euro sarebbe un salto nel buio economico e minaccerebbe la nostra sicurezza economica e nazionale”. A dirlo è il premier britannico David Cameron, chiarendo di fronte alla Camera dei Comuni la posizione anti-Brexit del Governo: “in caso di uscita, l’Unione europea penserà prima a se stessa e agli accordi fra i suoi Paesi membri e solo secondariamente a un qualche patto con il Regno Unito”.

Per Cameron rimanere in Europa serve per avere un ruolo da leader: “Se vuoi guidare l’Europa devi starci dentro. Se invece vuoi essere guidato dall’Europa, sei libero di fare come la Norvegia”.

Una posizione, quella del premier britannico, diametralmente opposta a quella assunta dal sindaco di Londra Boris Johnson, che, invece, si è schierato apertamente in favore dell’uscita dall’Ue, in vista del refendum sulla Brexit fissato per il 23 giugno, mentre la sterlina britannica piomba ai minimi da 7 anni, perdendo l’1,3% sul dollaro (a 1,4058 dollari).

Sulla stessa lunghezza di Cameron si sono schierati 198 manager delle maggiori imprese britanniche, fra cui spiccano gli amministratori delegati di Vodafone e Marks & Spenser, rispettivamente Vittorio Colao e Marc Bolland, e il direttore generale di BT Group Gavin Patterson, in una lettera aperta pubblicata dal Times: “Lasciare l’Ue scoraggerebbe gli investimenti, minaccerebbe il lavoro e metterebbe in pericolo l’economia. Il Regno Unito sarà più forte, più sicuro e più ricco restando un membro dell’Ue”. Nella lettera, le aziende hanno anche lodato l’accordo raggiunto da Cameron con Bruxelles sul ruolo della Gran Bretagna.

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