La notizia di una telefonata tra il vicepremier cinese Liu He ed il segretario al Tesoro Steven Mnuchin cui ha partecipato anche il delegato della Casa Bianca agli scambi commerciali, Robert Lighthizer, ha allentato la tensione sui mercati finanziari dopo un lunedì ad alta tensione sia in Europa che a Wall Street, precipitata, secondo Reuters, “in un mare rosso di perdite” nella prima parte della seduta.
L’atmosfera, a mercati europei chiusi, è cambiata quasi all’improvviso. Un’inversione di tendenza tipica di questa stagione ad alta incertezza, che ha consentito ai mercati Usa di cancellare le perdite che fino a quel momento caratterizzavano 8 degli 11 comparti del listino. Il Dow Jones ha così chiuso a +0,14%, S&P 500 +0,18%, il Nasdaq a +0,74% grazie al rimbalzo dei tecnologici. Apple, già in ribasso del 3% dopo che un giudice cinese ha ordinato la sospensione delle vendite di varie modelli di iPhone su richiesta di Qualcomm, è risalita a +0,7%.
PECHINO CONFERMA: LA TRATTATIVA RIPARTE
In assestamento il mercato obbligazionario: il T bond a dieci anni rende il 2,85%.
In ripresa stamane anche i mercati asiatici. Rimbalzano le Borse di Shanghai e di Taipei dopo la conferma di Pechino della ripresa dei colloqui, a parire dal dossier agricoltura: la prima guadagna lo 0,3%, la seconda lo 0,6%.
La Borsa del Giappone si avvia a chiudere in rialzo dello 0,8%, quella di Hong Kong dello 0,2%, quella di Seul è sulla parità.
IPO DA 23,5 MILIARDI DI DOLLARI A TOKYO
A Tokyo sono stati annunciati i termini dell’Ipo del mobile di Softbank: l’offerta, la più alta nella storia giapponese, prevede il collocamento di titoli per 23,5 miliardi di sollari. Intanto sia Softbank che Docomo e Kddi hanno annunciato che non utilizzeranno apparecchiature di Huawei per le loro reti 5G.
Può bastare una telefonata a ribaltare il corso dei mercati? In realtà a modificare la rotta di Wall Street hanno contribuito due altri fattori: il supporto tecnico dei programmi di acquisto basati su algoritmi, scattati quando i prezzi hanno sfiorato i livelli dell’8 febbraio, un punto minimo del 2018.
GOLDMAN E JP MORGAN SI SCOPRONO OTTIMISTI SUGLI USA
Non meno importante il contributo di due report ottimisti sull’economia degli Stati Uniti: sia Goldman Sachs che JP Morgan ritengono poco probabile la recessione e vedono nel corso del 2019 il proseguimento del ciclo espansivo.
IL PETROLIO SGENA IL PASSO. I PIRATI COLPISCONO SAIPEM
A segnalare il rallentamento della ripresa è però la debolezza del mercato del petrolio: il Brent tratta stamane a 60,1 dollari dopo aver perso ieri quasi il 3%, nonostante il taglio di 1,2milioni di barili approvato da Opec e Russia.
A Piazza Affari Eni -1,5%. Il gruppo ha annunciato ieri una nuova scoperta in Angola che, secondo le stime, contiene fra i 170 e 200 milioni di barili di olio leggero. In forte discesa Saipem (-4,6%), che ha subito un attacco informatico che ha avuto origine in India per poi colpire in serber in Arabia Saudita, Emirati e Scozia.
È stato un lunedì nero per il Commonwealth. A Londra è andata in scena la penosa ritirata di Theresa May che, sicura della bocciatura, ha rinunciato a presentare ai Comuni l’accordo sulla Brexit. La sterlina (-1,7% dopo l’annuncio) ha subito “oscillazioni degne di una valuta emergente”, commenta con disprezzo il Financial Times.
Soffre anche la rupia indiana (-1%), così come la Borsa di Mumbai: si è dimesso dopo soli nove mesi il governatore Urit Patel, dopo un lungo braccio di ferro con il premier Narendra Modi, che chiede a gran voce un allentamento della politica monetaria.
L’EUROSTOXX SCIVOLA AI MINIMI DA DUE ANNI
Ma anche il Vecchio Continente non ha di che sorridere. Il mea culpa televisivo di Emmanuel Macron di ieri sera ha chiuso una gironata di ribass, che hanno spinto l’indice Eurostoxx ai minimi degli ultimi due anni . Va ancor peggio la fiducia degli investitori scesa a -0,3 punti, il livello più basso da dicembre 2014, da 8,8 di novembre. Si scalda così il clima in vista del direttorio della Bce cui toccherà ratificare la fine del Qe.
MEDIA DIVIDENDI RECORD PER MILANO: 4,35%
Piazza Affari lascia sul terreno l’1,77%, a quota 18.410 punti, ai nuovi minimi dell’anno. Da inizio 2018 la perdita delle blue chip è intorno al -15%. La discesa delle quotazioni sta rendendo molto appetibili i multipli delle blue chip quotate a Piazza Affari (P/E medio 10,4x). Il ritorno in termini di dividendo (4,35% lordo), è il più alto tra i listini della zona euro. La produzione industriale italiana ha visto in ottobre una marginale crescita mensile pari allo 0,1%.
Confermato per domani un incontro a Bruxelles tra Giuseppe Conte e Jean-Claude Juncker.
FRANCOFORTE -17% DA GENNAIO PEGGIO DI PIAZZA AFFARI (-15%)
Ancora in ribasso Francoforte (-1,54%). L’indice Dax è in ribasso del 17% da inizio anno. A guidare i ribassi ieri il crollo del colosso Basf -4,8% dopo la revisione dei target: il risultato operativo a fine anno sarà “considerevolmente inferiore”, con un calo del 15-20% a causa della debolezza della domanda. Specie dal settore auto.
In profondo rosso anche Madrid (-1,74%) e Zurigo (-1,95%).
A PARIGI VA IN ONDA IL MEA CULPA DEL PRESIDENTE
Parigi (-1,54%) ha fatto i primi conti con i danni dei gilets jaunes. Banque de France ha stimato un calo dello 0,2% del Pil rispetto alle stime. Ma i riflettori erano concentrati sull’intervento di Emmanuel Macron, che ieri sera ha promesso, tra l’altro, l’aumento del salario minimo di 100 euro, l’esenzione degli straordinari, sgravi ai pensionati.
MAY TRA LE RISATE EVITA IL VOTO SULLA BREXIT; CADE LA STERLINA.
Londra (-0,81%) limita i danni ma solo a prezzo della caduta della sterlina che ha lasciato sul terreno l’1,4% rispetto all’euro (1,1018) mentre il rendimento del gilt decennale è sceso a 1,183 (8,5 punti in meno). Nelle stesse ore ai Comuni Theresa May ha ammainato bandiera bianca rinunciando, tra le risate dei parlamentari al voto sulla Brexit.
TIENE LA DIGA DEI BTP SPREAD A 286.
Conserva il segno positivo il secondario italiano sul finale di una seduta sostanzialmente senza storia per il debito italiano, mentre il future sul Bund ha ritracciato dai massimi in sintonia con il movimento della curva dei Treasuries Usa.
Poco mosso lo spread: rispetto ai 289 punti base della chiusura di venerdì il differenziale di rendimento tra il decennale Btp e l’equivalente Bund si riduce di 3 punti a quota 286 punti.
JP MORGAN ABBATTE MEDIASET
A spingere all’ingiù le quotazioni hanno contribuito i giudizi degli analisti che si adeguano al sentiment negativo.
Ne ha fatto le spese Mediaset (-5,12%), colpita dal taglio del rating (underweight da neutral) e del target price (da 3,1 a 2 euro) da parte di Morgan Stanley.
GOLDMAN SACHS TAGLIA IL LUSSO
Non meno severo l’intervento di Goldman Sachs sul comparto del lusso: il broker ha abbassato le stime di Eps del 6-7% per il 2019-2020 del settore europeo. Ne hanno fatto le spese Moncler e Brunello Cucinelli (entrambi -5,1%). Ferragamo cede il 2,77%, Tod’s -4,29%.
SI DIFENDE PRYSMIAN, POSITIVA A2A
Tra gli industriali resiste Prysmian: -0,86%, a 14,97 euro. Banca Imi ha ridotto il target price (22,2 euro da 26) che si mantiene però largamente al di sopra della quotazione. Pesanti Stm (-2,6%) e Fiat Chrysler (-3,2%).
Tengono meglio le utility. Positiva A2A (+0,07%), poco sotto la parità Enel (-0,13%). Francesco Starace, ad del gruppo elettrico, ha ridimensionato le aspettative di un’aggregazione tra Open Fiber e la società all’interno della quale sarà conferita la rete di trasmissione ex Telecom Italia -2%.
ELLIOTT SI AGGIUDICA LE SOFFEENZE DI BANCO BPM
Il consiglio di Banco Bpm -1,10% ha approvato ieri pomeriggio l’offerta vincolante ricevuta da Elliott e dall Credito Fondiario per un portafoglio di sofferenze con un ammontare nominale complessivo di 7,8 miliardi di euro.
Deboli le altre banche, con ribassi superiori al 2%: Unicredit -2,62%, Ubi -2,45%, Intesa -2,13%. Carige arretra del 5,56%.
VOLA ALLE STELLE ASTALDI, MINIMI STORICI PER OVS E SAFILO
In grande fermento il settore costruzioni. Va in orbita Astaldi (+24%), in attesa della proposta non vincolante da parte di Salini Impregilo -1,7% che sarà formalizzata entro il 15 dicembre. Si parla anche di una possibile offerta della giapponese Ihi Corp.
Da segnalare anche i nuovi minimi storici di Ovs (-13%) e Safilo (-5%).
Mondo TV (-7%) chiude ai valori più bassi dal 2015 dopo una rettifica di valore di crediti e della library che determina una perdita di esercizio di circa 39 milioni.