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Brexit? Ci vorranno due anni

FIRSTonline

(Teleborsa) – La Brexit è sempre più lontana e l’ipotesi di lanciare un sistema di libero scambio della Gran Bretagna è alquanto improbabile, nonostante la volontà popolare di rendere la Gran Bretagna indipendente dall’UE.

E’ questo il quadro che si prospetta ai cittadini britannici, che hanno votato per l’uscita dall’Unione Europea, a soli cinque mesi dal referendum.

Un giudice della Corte Suprema inglese, Lady Brenda Hale, ha prospettato che al Parlamento britannico potrebbero volerci due anni per rendere operativa la Brexit, dopo che l’Alta Corte ha deciso che spetta all’organo legislativo approvare la legge.

Il governo britannico, che contava di invocare l’articolo 50 del Trattato europeo a marzo 2017 per concludere l’iter entro il 2019, ha fatto ricorso contro questa sentenza e sarà proprio la Corte Suprema a decidere se accoglierlo o meno. Frattanto, Lady Hale ha prospettato che non basterà che il Parlamento approvi una semplice legge, ma bisognerà abrogare lo European Communities Act, allungando i tempi di due anni ed avviando la procedura solo nel 2019.

Anche l’ipotesi di libero scambio e conseguente uscita dall’Unione delle dogane, prospettata dal ministro degli Esteri inglese Boris Johnson, viene criticata aspramente a Bruxelles. A parlare è il Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, il quale parla di promesse “impossibili” e “politicamente non disponibili”.

“Non penso che stia dando ai britannici un quadro onesto di quello che è raggiungibile con questo negoziato”, ha affermato Dijsselbloem, auspicando “un accordo buono nei limiti in cui è possibile”.

A dispetto dei cavilli istituzionali e delle difficoltà di carattere negoziale, il mondo degli affari continua ad andare avanti senza timore: Google avrebbe in programma di assumere 3 mila persone nei nuovi uffici in costruzione presso la stazione ferroviaria di King’s Cross a Londra.

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