Sarà Brexit anche nello spazio. Il premier britannico Theresa May ha annunciato che Londra sta facendo di tutto per uscire dal programma Galileo, quello che coinvolge tutti i Paesi membri e che garantisce un sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile (l’alternativa europea al GPS, che è gestito dal Dipartimento Usa) a tutta l’Europa, e ha già ordinato lo sblocco di un finanziamento da 130 milioni di euro per iniziare a costruire un progetto parallelo e concorrente a quello che fino ad oggi il Regno Unito ha condiviso con gli altri Paesi del Vecchio Continente. Il pomo della discordia è che Bruxelles non si starebbe opponendo alla permanenza di Londra in Galileo, nonostante l’imminente Brexit, ma avrebbe in cambio preteso che gli inglesi continuino a dare il loro contributo al progetto e soprattutto, per questioni di sicurezza e di sovranità, vorrebbe escluderli dalla costruzione di alcune componenti particolarmente importanti della prossima generazione di satelliti.
Questo avrebbe irritato la May: “Vorremmo restare nel programma Galileo, ma dobbiamo prepararci a qualsiasi eventualità”, ha detto il primo ministro al The Telegraph. Il punto è anche che il Regno Unito, da quando è stato lanciato, ha investito ben 1,4 miliardi di euro nel progetto, che ha visto il lancio in tutto di 16 satelliti europei: già lo scorso maggio aveva minacciato di sabotare Galileo e di chiedere la restituzione di quella somma. Al progetto partecipa con un ruolo da capofila la società italo-francese Telespazio, frutto di una joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%).