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Brexit alla svolta, petrolio in rally, euro in recupero

Estremo tentativo di Theresa May di evitare l’hard Brexit con un accordo con i laburisti – Quarto rialzo concecutivo del petrolio mentre l’euro riparte dopo 8 giorni di ribassi – Allarme di Juncker sull’Italia – In Generali conferma di Galateri e Donnet

Brexit alla svolta, petrolio in rally, euro in recupero

La spinta del Toro è così robusta da superare ogni ostacolo, dal rischio hard Brexit, ridimensionata dal passo indietro di Theresa May, alla fragilità dei conti italiani al centro ormai di critiche quotidiane in ogni sede. Ma i mercati, sotto la spinta delle rassicurazioni delle banche centrali, preferiscono guardare alle notizie confortanti in arrivo da Cina e Usa. Poco conta che il report dell’Asian Development Bank segnali un rallentamento della crescita delle economie emergenti dell’Asia: dal +6,2% del 2017 si passa al +5,7% di quest’anno, nel 2020 si scende a +5,6%.

Questi dati potrebbero essere rivisti presto al rialzo se ci sarà la grande pace sui dazi tra Pechino e Washington. Ieri sera il vicepremier cinese, Liu He è arrivato a Washington per un round di negoziati che potrebbe essere cruciale, seppur non ancora decisivo. L’intesa, scrive il Financial Times, potrebbe arrivare in concomitanza del G20 in Giappone, giusto in tempo per solennizzare l’inizio dell’era Reiwa, cioè “Armonia e Fortuna”, con l’avvento del nuovo imperatore Naruhito dal primo luglio.

TONFO A WALL STREET DI WALGREEN, BOOM DEL FERRO

Nell’attesa, i listini segnalano nuovi rialzi. Le Borse dell’Asia sono in rialzo. Tokyo si avvia a chiudere in rialzo dello 0,9%. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen guadagna mezzo punto. Il Kospi di Seoul sale dello 0,5%, l’S&P/ASX di Sidney, dello 0,8%.

Continua l’avanzata dei mercati Usa: Dow Jones +0,3%, S&P 500 +0,05%, Nasdaq +0,25%. A frenare il rialzo è stato il warning di Walgreen: -12,8% dopo la pubblicazione dei conti del gigante delle farmacie Usa controllato da Stefano Pessina.

Quarto giorno consecutivo di rialzo del petrolio, il Brent è scambiato stamattina a Singapore a 69,7 dollari il barile, +0,5%, sui massimi da novembre.

Il ritorno della propensione al rischio coincide con l’ascesa delle commodities. Ma a favorire l’aumento dei prezzi contribuisce il calo delle esportazioni brasiliane di metalli ferrosi: il future di riferimento sale del 4% (+ 38,7% da inizio anno). Le autorità di Brasilia hanno ordinato alle società minerarie di chiudere oltre cinquanta dighe di contenimento delle acque reflue utilizzate nella lavorazione del minerale ferroso estratto dal sottosuolo: in gennaio, una di queste aveva ceduto, provocando decine di vittime.

Ancor più spettacolare ed inatteso il risveglio del bitcoin. Ieri la criptovaluta ha messo segno un rimbalzo clamoroso: +22%, oltre la barriera dei 5.000 dollari. Si capirà oggi la consistenza del rimbalzo: resurrezione o pesce d’aprile in ritardo?

THERESA MAY SI PIEGA E LALNCIA L’SOS A CORBYN

Non meno avventuroso l’estremo tentativo di Theresa May di raggiungere un’intesa che permetta di scongiurare la hard Brexit con il contributo dei laburisti. La svolta è stata anticipata ieri dal balzo in avanti della Borsa +1,02%. Anche la sterlina ha chiuso in rialzo dello 0,3% in attesa dei prossimi colpi di scena.

L’EURO RIPARTE DOPO OTTO GIORNI DI RIBASSI

Clima più disteso anche per l’Eurozona. L’euro rimbalza stamattina a 1,122 su dollaro, dopo otto sedute consecutive di ribasso. I futures segnalano un‘ apertura in rialzo sia a Francoforte che a Parigi in attesa stamane degli indici Pmi servizi che dovrebbero andar meglio di quelli, catastrofici, della manifattura.

La Borsa italiana ha chiuso la giornata con un impercettibile rialzo dello 0,01% a quota 21.522 punti sui massimi dallo scorso ottobre.

Sembra imminente il varo del nuovo decreto sui Pir. L’ipotesi, circolata nei giorni scorsi, di un’introduzione graduale dei nuovi vincoli sarebbe stata accantonata.

Assai meglio il resto dell’Eurozona. La piazza migliore è Francoforte (+0,61%); confortata dalle indicazioni sull’auto in attivo dalla Cina. Parigi +0,33%; Madrid +0,35%.

ALLARME DI FMI. JUNCKER “PREOCCUPATO” PER L’ITALIA

“La crescita globale ha perso la sua spinta e si trova nel mezzo di crescenti tensioni commerciali e condizioni finanziarie più difficili, ma pause nel processo di rialzo dei tassi aiuteranno a spingere in avanti l’attività economica nella seconda metà del 2019”. Lo ha detto il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde in vista dei meeting di primavera del Fondo e della Banca mondiale.
Lagarde ha spiegato che l’economia è “incerta” dopo due anni di crescita costante, e l’outlook è “precario” e vulnerabile al commercio, alla Brexit e agli shock sui mercati finanziari.

Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, si dice “leggermente preoccupato” di vedere che l’economia italiana “continua a regredire” e auspica da parte del governo “sforzi supplementari per mantenere in vita la crescita”.

L’economia italiana per il 2019 è vista piatta da osservatori come il Centro studi di Confindustria mentre l’Ocse ritiene che registrerà una contrazione di 0,2%. Anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a pochi giorni dalla presentazione del Def, ha detto che per quest’anno si va “verso lo zero”.

LO SPREAD SI ALLARGA A 257, BRILLANO PIRELLI E STM

Torna a farsi sentire la pressione sul debito italiano. Sul secondario il rendimento del decennale sale al 2,53% e lo spread con il Bund si allarga a 257,8 punti base (+1,38%).

Pochi gli spunti sul listino di Piazza Affari. Spicca Pirelli (+2,9%) spinta dal riconoscimento di un maxicredito fiscale in Brasile. In evidenza anche Stm (+2,3%).

Sale anche Fiat Chrysler (+1%) nonostante il sensibile calo delle immatricolazioni in Italia scese del 9,6% anno su anno. I marchi del gruppo chiudono il mese a -19,5% (Alfa Romeo -55%).

Nella lettera agli azionisti Exor (-0,3%), John Elkann prende in considerazione un cambio degli assetti proprietari di Fca, ma non l’uscita dal capitale. Elkann conferma la fiducia all’amministratore delegato di Ferrari (-0,1%) ed anticipa per la seconda parte dell’anno il piano industriale di Cnh Industrial (+0,3%).
Ancora in rialzo Buzzi (+1,01): Mediobanca Securities ha alzato il prezzo obiettivo da 21 a 21,3 euro, confermando la raccomandazione outperform.

DENARO SULLE UTILITIES E VOLA FALCK RENEWABLES

Denaro anche sulle utilities. Brillante Acea (+1,4%) che conta di chiudere il 2022 con 1,3 miliardi di euro di Ebitda, +36% su 2018. Il piano industriale prevede 4 miliardi di euro di investimenti, dividendi per 800 milioni. Bene anche Acsm-Agam (+2,8%). Snam +0,5% e Italgas +0,7%.

Tra le note negative Tim (-2,1%), peggior titolo del listino principale: non aiuta lo spread con le risparmio ai minimi storici che esclude di fatto una conversione con le ordinarie.

Mediaset -0,15%. Ha ancora senso pensare ad una aggregazione internazionale dopo il naufragio del progetto con Vivendi ha detto Fedele Confalonieri. “Aveva senso fare qualcosa di europeo come ce l’ha tuttora”, ha detto Confalonieri, che non si è sbilanciato sui tempi di un accordo con un partner internazionale.

UNICREDIT VERSO UN ACCORDO CON GLI USA SULL’IRAN

Contrastati i bancari. L’indice di settore ha ceduto lo 0,6% ma ha chiuso sopra i minimi segnati nella mattina. Unicredit -0,5% dopo il balzo di oltre il 4% della vigilia. L’istituto sta per raggiungere un accordo con
le autorità degli Stati Uniti sulle accuse secondo cui la banca avrebbe fornito servizi di compensazione ai clienti iraniani in violazione delle sanzioni decise dagli Stati Uniti. Lo citano persone a conoscenza della questione.

GENERALI, MEDIOBANCA CONFERMA GALATERI

Generali -0,2%. Mediobanca ha presentati in serata la sua lista per il rinnovo del cda della compagnia: scontata la conferma dell’ad Philippe Donnet, Gabriele Galateri resta presidente.

Nel resto del listino, vola Falck Renewables (+8%). Astm cala dello 0,7% dopo il downgrade di Kepler Cheuvreux. Denaro anche su Molmed (+7%). Il titolo viene periodicamente investito dalla speculazione dopo l’autorizzazione in Italia alla sperimentazione clinica del Car-T.

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