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Brexit: addio all’Erasmus. Tornano le Dogane, cambia il lavoro

Con l’accordo raggiunto sull’uscita del Uk dall’Unione europea, cambiano molte cose dal 1 gennaio 2021. Ecco le principali novità per studenti, lavoratori e scambio di merci e servizi

Brexit: addio all’Erasmus. Tornano le Dogane, cambia il lavoro

Addio all’Erasmus, controlli alle frontiere, più complicato lavorare in Uk o anche semplicemente andarci per turismo: dopo l’accordo commerciale raggiunto tra il governo inglese e la commissione europea cambiano molte cose nei rapporti tra Uk e Europa. Sono tanti i dettagli che vanno ancora chiariti ma alcune novità sono certe. Vediamo intanto quelle.

UNIVERSITA’

Sarà molto più costoso studiare nel Regno Unito. Il governo inglese infatti è uscito dal programma Erasmus. E perciò dal prossimo anno gli studenti europei dovranno chiedere il visto per potere studiare nel Paese e pagheranno rette molto più care: circa il doppio di quanto si pagava finora visto che i cittadini europei godevano degli stessi diritti di quelli britannici. Si parla di cifre che possono anche arrivare a 30.000 euro l’anno, allineate agli studenti extra-Ue come americani o cinesi. Chi tuttavia ha già iniziato i corsi prima del 31 dicembre 2020, manterrà le stesse rette di prima.

Non sono solo gli studenti europei ad essere danneggiati ma anche le università inglesi che perderanno il contributo di tanti cervelli oltre a non incassare più i contributi europei per università e ricerca.

Boris Johnson ha promesso che sostituirà l’Erasmus, a suo giudizio troppo costoso, con un programma che consentirà agli studenti inglesi di avere scambi con il resto del mondo.

TURISMO E PERMESSI DI LAVORO

Chiunque vorrà lavorare in Uk dovrà avere un visto e potrà ottenerlo solo se ha già ricevuto un’offerta di lavoro e un salario garantito di almeno 25.600 sterline (circa 28 mila euro). Deroghe sono previste per il settore sanitario e per altri settori essenziali. Agevolazioni sono previste anche per chi ha un dottorato di ricerca (specialmente in materie scientifiche) ma cambia il sogno di tanti ragazzi che andavano in Uk per studiare l’inglese e si mantenevano grazie a piccoli lavori temporanei come fare il cameriere o il commesso in qualche negozio o grande magazzino.

Per i turisti non è richiesto il visto ma non sarà più sufficiente la carta di identità per entrare in Uk. Ci vorrà il passaporto e si potrà restare per un periodo massimo di tre mesi.

FINANZA E MONETA

Dal punto di vista della moneta non cambia nulla visto che la Sterlina non ha mai aderito alla moneta unica. Dal punto di vista della finanza invece, l’accordo uK-Ue non copre il settore dei servizi finanziari. Nell’incertezza molte banche e aziende che avevano eletto la City come loro sede, hanno già da tempo fatto i bagagli e deciso di spostarsi in Europa.

L’esodo dei banchieri non ha superato il 4%, finora ma i fondi di investimento inglesi hanno visto i clienti ritirare oltre 2 miliardi di dollari dai loro portafogli . L’anno scorso l’interscambio fra Italia e Gran Bretagna è stato di circa 30 miliardi, con 20 miliardi di nostre esportazioni e dieci di importazioni (dunque un saldo largamente attivo). Quest’anno la pandemia ha visto i volumi contrarsi di circa il 20 per cento, ma il 2020 dovrebbe comunque chiudersi con un interscambio di circa 25 miliardi.

Molte aziende dovranno adattarsi al nuovo regime doganale: l’accordo non prevede dazi in una logica di libero commercio tra Uk e Unione europea ma la riapertura delle Dogane e dei controlli alle frontiere allungherà i tempi, renderà più complicato l’import-export e contribuirà ad aumentare i prezzi dei beni e servizi in entrambe le direzioni.

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