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Brexit, accordo Coldiretti-Princes per sostenere il pomodoro

Pixabay

Un accordo doganale per salvare l’interscambio commerciale tra Regno Unito e Unione europea ancora non c’è.  Ma l’Italia una volta tanto guarda avanti. E così, per limitare i danni della Brexit e tutelare la filiera del pomodoro da industria, fa notizia l’accordo di filiera firmato a Roma tra Coldiretti e Princes industrie alimentari (Pia), primaria azienda di trasformazione del settore, con sede a Foggia, che fa capo al gruppo Princes, leader inglese del Food&beverage controllato da Mitsubishi.

Primo obiettivo dell’intesa, siglata dal presidente dell’organizzazione agricola, Ettore Prandini, dall’ad della società, Gianmarco Laviola, in presenza dell’Ambasciatore britannico in Italia, Jill Morris, è unire gli sforzi per sostenere la filiera del pomodoro, di cui l’Italia è primo produttore europeo e terzo mondiale dopo Stati Uniti e Cina, con una produzione di 4,6 milioni di tonnellate di materia prima lavorata e una quota del 14% del mercato globale. Anche se ora la sfida sarà valorizzare l’elevata qualità e l’identità di passate, pelati e polpe tricolori e rilanciare un comparto strategico dell’agroalimentare che attraversa una fase di difficoltà.

La prossima campagna di trasformazione si preannuncia infatti in salita. Secondo le organizzazioni degli agricoltori il prezzo base di 79 euro a tonnellata fissato nel 2018 non è riuscito a compensare a sufficienza i costi di produzione. E dopo un calo del 6% delle superfici investite a livello nazionale, scese a circa 61mila ettari, quest’anno la filiera potrebbe registrare un’ulteriore flessione degli investimenti.

Con questo accordo, a valenza triennale, i coltivatori si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti per rispettare il disciplinare di produzione e su una migliore pianificazione degli investimenti. Princes e Coldiretti svilupperanno insieme un’innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia “blockchain”, che per la prima volta in Italia sarà applicata a un prodotto trasformato su scala industriale, garantendo la tracciabilità lungo tutta la filiera, con benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali.

L’accordo punta inoltre a rafforzare il legame fra l’Italia e il Regno Unito, che condivide con il nostro Paese il valore della propria esperienza nel contrasto alle forme di caporalato, promuovendo la cultura della legalità in una filiera determinante per l’export italiano. E se sulla Brexit incombe per ora il No-Deal, l’ambasciatrice Morris si è detta comunque “fiduciosa che un accordo si troverà”.

A Paolo De Castro, primo vicepresidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, in collegamento da Strasburgo, Prandini ha chiesto di “battersi in sede Ue contro dazi e altre forme commerciali che non ci piacciono. Anche perché l’Italia esporta nel Regno Unito prodotti agroalimentari per oltre 3 miliardi l’anno; quello britannico rappresenta per noi il terzo, quarto mercato di destinazione”. 

“Questo accordo – ha aggiunto il presidente della Coldiretti – rientra nell’azione di responsabilizzazione dal campo allo scaffale promossa da Coldiretti per garantire che dietro tutti gli alimenti in vendita ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore. Ma l’intesa con Princes rappresenta anche un prezioso volano di sviluppo per i territori del Mezzogiorno, dove l’agricoltura si dimostra un settore capace di garantire lavoro e opportunità di futuro”.   

“Siamo orgogliosi di condividere con Coldiretti il nostro impegno quotidiano per sostenere la filiera del pomodoro pugliese basandoci sull’applicazione di pratiche di lavoro etico e su condizioni economiche eque e sostenibili per tutti i nostri fornitori di pomodoro – ha commentato l’amministratore delegato di Pia, Laviola – Nell’ambito del nostro impegno, crediamo che questo ‘contratto di filiera’ sia un’ulteriore accelerazione e una pietra miliare per il futuro di tutto il settore”.

Nello stabilimento di Foggia, che con 500mila metri quadrati e una capacità produttiva di oltre 300mila tonnellate di pomodoro fresco l’anno è il più grande sito industriale d’Europa, Princes ha investito 60 milioni di euro e dal 2018 lavora solo pomodoro di origine pugliese, rifornendosi  esclusivamente da produttori che rispettano i più alti standard in tema di lavoro etico, secondo le certificazioni “Global Gap Grasp” o “Sa 8000”.

Princes industrie alimentari, costituita in Italia nel 2012, impiega oltre 500 lavoratori tutto l’anno, che superano le 1.600 unità durante la campagna di lavorazione estiva. In Princes, quartier generale a Liverpool, lavorano complessivamente 7mila persone in 14 siti produttivi.

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