Con un annuncio a sorpresa, che molti a Bruxelles non esitano a definire clamoroso, Thierry Breton si è dimesso “con effetto immediato”. Breton, commissario europeo uscente per il Mercato interno e i Servizi, indicato dalla Francia per un secondo mandato, ha pubblicato su X la durissima lettera inviata alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nella quale accusa apertamente la presidente di aver tramato alle sue spalle, facendo pressioni sulla Francia affinché proponesse un altro candidato, e parla di “governance discutibile”.
Le dimissioni di Breton arrivano a 24 di distanza dalla riunione con i leader dei gruppi e la presidenza del Parlamento europeo, in programma per martedì 17 settembre, durante la quale von der Leyen dovrebbe presentare la composizione della nuova Commissione, la cui formazione sta incontrando diverse difficoltà, a partire dal “caso Fitto”, passando per ciò che sta accadendo in Slovenia, il cui parlamento non ha ancora confermato ufficialmente il nome dell’ex ambasciatrice Marta Kos.
Le dimissioni di Thierry Breton
“Mi dimetto dalla mia posizione di Commissario europeo, con effetto immediato”. Si conclude così la lettera che Breton ha inviato a von der Leyen. Con dimissioni senza appello, precedute da un duro attacco nei confronti della presidente: “Hai chiesto alla Francia di ritirare il mio nome, per motivi personali che in nessun caso hai discusso direttamente con me, e hai offerto, come compromesso politico, un portafoglio presumibilmente più influente per la Francia nel futuro Collegio”, ha scritto.
Breton non usa mezzi termini e parla di sviluppi che “testimoniano ulteriormente una governance discutibile” che lo ha portato “alla conclusione di non poter più svolgere” il suo lavoro nel Collegio.
Che tra i due non corresse buon sangue non era un segreto per nessuno, anzi più volte negli ultimi cinque anni von der Leyen e Breton si erano pubblicamente trovati su posizioni differenti, come quando quest’ultimo attaccò Elon Musk per la sua intervista su X a Donald Trump senza avvertire la presidente o quando von der Leyen propose la nomina dell’eurodeputato del PPE Markus Pieper a inviato per le Pmi, attirandosi le aspre critiche di Breton.
Francia: Macron sceglie Séjourné al posto di Breton
Dopo le dimissioni di Breton, che dunque si ritira anche dalla corsa per il secondo mandato, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha proposto l’attuale ministro degli Esteri, Stéphane Séjourné come commissario europeo “concentrato sui temi della sovranità industriale, tecnologica e della competitività europea”, ha annunciato l’Eliseo in una nota.
Séjourné è stato “presidente del gruppo Renew (centristi e liberali) al Parlamento europeo durante la precedente legislatura e soddisfa tutti i criteri richiesti. Il suo impegno europeo gli consentirà di attuare pienamente questa agenda di sovranità”, aggiunge l’Eliseo.
Nel frattempo, riferisce Le Monde, l’entourage di Michel Barnier fa sapere che il Primo Ministro si è “associato” alla decisione presa dal presidente della Repubblica. E afferma “la sua fiducia che il prossimo commissario europeo saprà lavorare attivamente all’azione e al successo del Collegio europeo, nell’interesse generale”.
Ancora in salita la strada verso la nuova Commissione
“La presidente” Ursula von der Leyen “prende atto e accetta” le dimissioni del commissario francese Thierry Breton “e lo ringrazia per il lavoro svolto durante tutto il mandato, in particolare per l’approvazione “del Digital services act, del Digital markets act” e delle altre regolamentazioni relative alla sfera digitale. Questo quanto affermato da una portavoce della Commissione europea nel corso del briefing quotidiano con la stampa.
La stessa portavoce ha aggiunto che Von der Leyen, spera ancora “di essere nella posizione di presentare il nuovo collegio domani, ma ventiquattro ore in politica possono essere lunghe”.
L’imbarazzo è palpabile e cresce di ora in ora in vista del fatidico appuntamento in programma per martedì 17 settembre a Strasburgo, quando la presidente presenterà – o a questo punto sarebbe meglio dire dovrebbe presentare – i 26 nuovi commissari davanti ai capigruppo parlamentari. L’annuncio del collegio è soggetto ancora a “conferma”, ha sottolineato la portavoce, con le dimissioni di Breton, che rischiano di stravolgere all’ultimo miglio gli scenari per von der Leyen e l’intera Ue.
Gli incarichi sarebbero dovuti arrivare la settimana scorsa, ma si è deciso per un rinvio. Uno dei motivi principali arriva dalla Slovenia, che ha cambiato la sua indicazione, scegliendo l’ex ambasciatrice Marta Kos al posto di Tomaž Vesel. Il parlamento sloveno però non ha ancora formalizzato la sua candidata commissaria, sebbene la decisione del governo vada incontro alle richieste di von der Leyen sulla parità di genere.
Non dovrebbero invece esserci più dubbi sulla nomina di Raffaele Fitto per la vicepresidenza esecutiva nella prossima Commissione europea. Ursula von der Leyen sembra infatti intenzionata ad ignorare le proteste di socialisti, liberali e verdi e intenzionata a “risarcire” l’Italia, coinvolgendola nella Commissione, dopo “l’umiliazione di giugno”. I numeri però sono ancora in bilico. La speranza di von der Leyen è che la nuova commissione entri in carica il 1° novembre. I dubbi però crescono sempre di più.