Nubi si accumulano all’orizzonte della nuova Giunta di Brescia del sindaco Laura Castelletti: cumuli e nembi portatori di interessi assai diversi tra di loro, spesso confliggenti e soprattutto sostenuti nelle attese e nelle pretese da richieste eccessive rispetto alle necessità volumetriche ed edilizie della Città. La fila dei richiedenti concessioni, ingolosita dal risultato elettorale, blandita ma tenuta al palo dall’ex sindaco Emilio Del Bono “vedremo a suo tempo”, non ha intenzione di stare a lungo in sala d’attesa. Oggi quel tempo è scaduto e Laura Castelletti dovrà scendere nell’arena, decidere le priorità, valutare i reali benefici per la collettività, senza illudersi di dilatare i tempi in lunghi rinvii, se non subendo il rischio di essere sbranata nella gabbia dell’Urbanistica.
Freccia Rossa in attesa e il Museo del Lavoro perso nelle nebbie
In buona posizione si trova la richiesta di ristrutturazione del grande complesso ospedaliero privato dei Fatebenefratelli, dismesso da qualche anno che insiste nel pieno centro cittadino. In accelerazione arriva il riuso del complesso Freccia Rossa, vuoto ed incombente, sul ring centrale di via Ugoni e della Stazione. In questo caso la regia è affidata all’architetto Ettore Fermi e l’iniziativa operativa al Fondo proprietario dell’immobile, subentrato nei numerosi interessi di Antonio Taini. Con la Freccia Rossa dovremmo vedere la ripresa dei lavori lasciati a metà dalla Basileus di Taini nelle confinanti ex aree industriali, quelle che si spingono per centinai di migliaia di metri quadri fino alla cinta sud del cimitero monumentale del Vantiniano. Vedremo di nuovo sventolare da parte della politica la bandiera di un Museo del Lavoro da inserire in quelle preziose aree. Una antica promessa agitata per almeno trent’anni. Un Museo mai iniziato, ormai obsoleto come proposta storica e culturale, certamente fuori controllo nei costi e nella gestione. Vedremo forse riemergere, accanto al Museo, anche il sogno di Leonardo Benevolo di una nuova grande, monumentale entrata sud del cimitero cittadino.
Sogni e nuove utopie ai soli fini edilizi
Nella sala d’attesa dell’Urbanistica si presenta anche Giuseppe Taini, ormai incantato dal verbo renziano, pronto con la sua Draco a salire anche lui sulla giostra urbanistica dove le grandi aree della ex Pietra, a suo tempo parte ricchissima dell’impero immobiliare degli Anselmi, premono per una loro valorizzazione. In attesa anche gli spazi demaniali delle tre grandi caserme cittadine in abbandono. Migliaia di metri quadri da sfruttare a fronte di una domanda ormai misurata e a volumetrie disponibili, da anni vuote o sottoutilizzate. Si pensi all’intero complesso fieristico. Ciò nonostante, si suscitano sogni e nuove utopie ai soli fini edilizi come il progetto di una “Cittadella dell’Innovazione”; si sottolineano urgenze e necessità sanitarie che la medicina pubblica non riesce più sostenere come l’annuncio di un Pronto Soccorso privato (sic!) a pagamento, definito come un primato bresciano. Non ultime le velleità di voler costruire, dopo averla demolita, una nuova funivia dalla Bornata alla Maddalena, la montagna della Città. Si comincia a capire del perché a sostegno della Castelletti sia scesa in campo una lista con il logo della Maddalena. Ora si va all’incasso con un piccolo particolare. Per le opere di realizzazione e i servizi di controllo e assistenza bisognerà spostare verso l’alto di almeno duecento metri l’attuale vincolo edificatorio.
Chi non annuncia ma opera in concreto sono altri. Di fronte ai milioni di euro che potrebbero maturare a breve dall’urbanistica cittadina si sono raggruppati in un Fondo nuovi investitori che hanno rilevato i crediti sofferenti delle ex banche bresciane, tra i quali giganteggiano proprio quelli rappresentati dalle aree di cui sopra e dagli immobili connessi. Tra questi nuovi imprenditori la leonessa Laura Castelletti troverà le sentinelle garanti del suo quinquennio amministrativo ma anche i secondini della sua gabbia.