Brasile sempre più nel caso. Ieri il presidente della Camera, Cunha, ha accolto le richieste dell’opposizione e dato il via libera all’iter per l’impeachment per corruzione legato allo scandalo Petrobras della presidente Dilma Rousseff che si è subito dichiarata profondamente “indignata” e ha respinto ogni addebito.
Cunha, personaggio a sua volta molto discusso dopo la scoperta di un suo tesoretto personale, si è detto rammaricato ma ha sostenuto di aver preso una decisione solo “tecnica” su Dilma ascoltando la voce della gente della strada.
L’avvio dell’impeachment è la prima volta che investe un presidente del Brasile ed è un altro duro colpo per l’immagine del Paese, già fiaccato dalla recessione, dal crollo delle materie prime, dalla svalutazione, dalla corruzione e dalla crisi politica. C’è però anche da dire che i mercati pensano da tempo che solo la sostituzione di Dilma e l’avvio di un nuovo corso politico – per il quale si ipotizza addirittura il ritorno di Lula alla presidenza – potrebbe ridare slancio all’economia e alla Borsa del Brasile.
L’iter dell’impeachment sarà comunque lungo e il risultato tutt’altro che certo: ci vorrà molto tempo, servirà l’istituzione di una commissione d’inchiesta e il voto finale richiederà una maggioranza parlamentare qualificata.