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Brasile, il rally chiama il ribaltone olimpico

FIRSTonline

C’è una Borsa Valori che è forte più di qualsiasi scandalo o rischio di impeachment e che da quando si è diffusa la convinzione di un cambiamento governativo imminente ha iniziato a un rally tecnicamente sostenuto rompendo un trend negativo che perdurava da tre anni e che dall’inizio dell’anno si conferma con un + 18%.

Non si era mai visto un Paese che come Brasile ha pubblicato il peggior dato del PIL da 25 anni ma il mercato azionario si rafforza di girono in giorno. Certamente il recupero del petrolio ha ridato un po’ di respiro alle casse dello Stato ma indubitabilmente il Governo della “Presidenta” Roussef con un consenso personale sceso dal 70% nel 2014 al di sotto del 10% è ormai spacciato.

Chiuso in un circolo vizioso e impossibilitato a fare quelle riforme necessarie a colmare gli squilibri macroeconomici di un Paese in recessione e uscito a pezzi dal maxi scandalo Petrobras, ora naufragato nell’indagine detta “Lava Jato”, che ha colpito trasversalmente apparati statali, grandi corporates e il partito PT , al quale ora resta solo che attaccarsi ad una retorica radicale nonché fallimentare.

Anche l’ultimo baluardo del Partito dei Lavoratori: El Calamaro Lula da Silva , il simbolo dell’ex operaio approdato alla politica, cade in frantumi dopo le ispezioni della polizia in casa e le provate connivenze corrutive e scandalistiche.

Il Brasile è un Paese abituato agli scandali ma questa volta si è giunti ad un punto di non ritorno con l’atteso annullamento delle elezioni del 2014 e nuove presidenziali per la fine del 2016.Che sia impeachment o annullamento del voto la strada della Roussef è segnata ed i mercati festeggiano con i credit default swap , che indicano la probabilità di fallimento che rientrano dai massimi sopra i 500 bp a ridosso dei 400 bp in un paio di settimane.

La situazione è pesante come un angelo caduto il Brasile ha perso l’investment grade ed ora ha un rating “spazzatura” BB con outlook negativo, la clessidra inesorabile vede scandire la timeline di 6 mesi soli di tempo per evitare un ulteriore caduta all’inferno di tassi improponibili per riaffacciarsi al mercato.

L’apprezzamento del Real brasiliano è una buona cosa per l’inflazione ma anche per gli investitori a caccia di opportunità ad alto rischio e quindi con rendimenti interessanti legati anche alla leva valutaria. I flussi per ora prediligono titoli azionari e obbligazionari con scadenza entro il tre anni mentre sulle scadenze più lunghe si torna ad usare le ricoperture con il CDS almeno parziali.

Con le Olimpiadi che si avvicinano, se il cambio di Governo non avverrà rapidamente e l’attuale Governo dovesse rimanere in carica per altri 3 anni il rischio di un ribaltone o “repricing” degli investimenti brasiliani è elevatissimo e il Paese scivolerebbe ad una singola B con uno schianto anche della parte a breve della curva dei rendimenti ed uno schock della divisa .

Insomma il Brasile rappresenta il tipico esempio di come, in un’era di tassi bassi inesplorata per i più, il livello delle scommesse si alza e i mercati emergenti tornano quel Far West che ha fatto da colonna sonora delle alterne fortune degli investitori alla fine degli anni’90. Che Saudaji Carioca!

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