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Brasile, il nuovo el Dorado del lusso

L’economia cresce, i brasiliani sono ottimisti e alla classe media piace spendere – I brand mondiali di alta gamma guardano al mercato del Paese con l’acquolina in bocca – Unico problema i big del brand, i dazi troppo elevati e la burocrazia poco efficiente, ma dal 2003 il mercato del lusso è cresciuto del 45% l’anno.

Brasile, il nuovo el Dorado del lusso

Il Brasile cresce, i brasiliani si arricchiscono. Secondo i dati di un’agenzia francese entro il 2014 la classe media rappresenterà il 60% della popolazione del Paese verde oro. E si sa che quando ci si arricchisce, dimostrare il salto di qualità attraverso brand, moda e gioielli è un passaggio obbligato. Grazie ai sorprendenti dati macroeconomici (nel 2011 il Pil è cresciuo del 3,5% ed è diventata la sesta potenza mondiale) ha attirato gli investimenti diretti esteri registrando un aumento di oltre il 200% rispetto al 2010 a 4,4 miliardi di dollari – di cui però l’Italia rappresenta ancora una quota inferiore al punto percentuale.

Il simbolo più evidente di questo successo è il fiorire, soprattutto nel sud-est del Paese dove si trovano le città di San Paolo e Rio de Janeiro, dei luxury shopping mall. Il 95% dei prodotti di lusso sono venduti nel cosiddetto Quadrilàtero do luxo, i cui 4 angoli sono rappresentati da enormi centri commerciali ubicati nello stato di San Paolo. Uno di questi, Cidade Jardim si estende su 36mila metri quadrati, con quasi 200 negozi, impiega più di 1600 persone e viene frequentata ogni anno da 11 milioni di consumatori – una media di 30mila al giorno. Non sorprende dunque che brand come Vivienne Westwood, Jean Paul Gaultier, Calvin Klein, Tommy Hilfigher, collaborino con designer e stilisti locali e cerchino di aprire le loro boutique in questi mall.

Dopo la crisi iniziata nel 2008, i paesi emergenti sono diventati i protagonisti del mercato del lusso. Ma il Brasile, diversamente dagli altri Bric (Russia, India e Cina), registra un tasso molto più elevato di donne consumatrici di beni di lusso. Tanto che il 62% delle vendite nel mercato è composto da profumi e cosmetici, e solo al secondo posto si trovano i gioielli. Inoltre i prodotti di alta gamma si basano soprattutto sui Dink – Double income no kids – ovvero le giovani coppie senza figli, molto più numerose che negli altri paesi emergenti. Ma un’ulteriore differenza con la Cina e con l’India è la forte concorrenza locale tra cui spiccano diversi nomi di brand famosi anche a livello internazionale come i fratelli Campana e H. Stern nella gioielleria, o il gruppo Alpargatas produttore delle celebri Havaianas. Inoltre da oltre 20 anni si celebra a Rio de Janeiro una fashion week celebre e consolidata.

Dal 2003 al 2011 il luxury market è cresciuto, secondo la Fondazione Altagamma, del 45% all’anno. Ma i big del lusso si lamentano dei dazi troppo alti, della burocrazia troppo lenta e delle differenze amministrative tra i diversi stati. Ma il presidente Dilma Rousseff ha bisogno di entrate per finanziare gli investimenti per i mondiali di calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016.

Nel 2009 Pirelli ha festeggiato 80 anni di attività industriale, il gruppo Fiat è leader del mercato dell’auto con una quota del 23% e Telecom Italia lo considera un terreno domestico per l’importanza degli investimenti e se quando si tratta di moda, il Made in Italy rimane un campione a livello mondiale, ci sono tutte le basi per rafforzare i legami con il Brasile.


Allegati: Brasile_Pambianco_1211.docx

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