Si abbassa il costo del denaro in Brasile e Corea del Sud, con le rispettive Banche centrali che tagliano i tassi di sconto. In entrambi i casi la riduzione è stata di 25 punti base. Quella del Paese sudamericano è stata però una mossa a sorpresa: gli analisti si aspettavano che il tasso fosse confermato al 7,5%, invece l’autorità monetaria ha deciso per una flessione al 7,25%.
Più prevedibile la decisione di Seul, che deve reagire al crollo della domanda dall’Europa, suo principale mercato di riferimento per l’export, e alla debolezza dei consumi interni. Solo a settembre, le esportazioni sono calate del 6,2%, a 42,81 miliardi. Come già aveva lasciato intendere alcune settimane fa, la Banca centrale coreana ha tagliato il tasso di sconto dal 3% al 2,75%. E’ la seconda operazione di questo tipo dall’inizio dell’anno, dopo la riduzione decisa a luglio.
Gli analisti si aspettano a questo punto che l’istituto centrale misuri l’impatto di questa decisione e lasci trascorrere del tempo prima di muoversi in una direzione o nell’altra. L’impennata del grano e degli altri beni di prima necessità potrà portare a un aumento dell’inflazione, attualmente al 2%, al di sotto dell’obiettivo fissato al 3%
