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Brasile, Credit Suisse: “Valutazioni attraenti per i corporate bond ma è meglio stare alla finestra”

Che impatto avrà la mossa dell’agenzia di rating S&P sul debito brasiliano nel mondo dei corporale bond? Nei giorni scorsi l’agenzia di raTing Usa ha infatti inferto un pesante colpo al Brasile declassando i titoli di Stato del Paese al livello “junk”, ossia spazzatura. Dal livello BBB-, ultima soglia dell’investment grade, ossia quando un’obbligazione ha un merito di credito giudicato ancora “affidabile”, S&P ha tagliato il suo giudizio a BB+. E ha mantenuto l’outlook negativo, il che significa che potrebbero esserci ulteriori revisioni al ribasso.

E’ probabile che lo scossone sul mercato obbligazionario brasiliano non finisca qua. Gli analisti di Credit Suisse si aspettano che nei prossimi giorni diversi titoli corporalte brasiliani possano a loro volta perdere il loro rating “investment grade” e in una recente nota del 10 settembre suggeriscono prudenza. Anche se, precisano, il mercato sconta ormai ampiamente il taglio del rating sovrano e per chi ha i nervi saldi il consiglio è di mantenere le posizioni nelle società con i fondamentali solidi.

LE SOCIETA’ PIU’ COLPITE
VOLATILITA’ IN AUMENTO

Il merito di credito di un Paese spesso influenza il giudizio anche sulle obbligazioni emesse dalle aziende private della stessa Nazione. Il “rischio Paese” è infatti uno degli elementi che le agenzie di rating valutano nell’assegnare i propri giudizi ai gruppi privati.
Non è però automatico che un titolo debba perdere necessariamente lo status di investment grade se il rischio Paese scende a livello “spazzatura”. Nel dettaglio gli analisti spiegano che, per come funziona il meccanismo di assegnazione dei rating e il legame con il giudizio sul rischio Paese, anche nel caso di un possibile rating BB per il debito in valuta estera del Brasile, i singoli titoli obbligazionari corporale potrebbero comunque avere un giudizio BBB-, quindi rimanere in area investment grade.

“Le società che saranno probabilmente più impattate dal downgrade di S&P – dicono gli analisti – non saranno solo i gruppi para statali ma anche le società che sono state pesantemente impattate dal rating sovrano del Brasile e quelle che sono state impattate dalle precedenti revisioni. Per esempio, ci aspettiamo che vengano impattate società legate al governo (come l’azienda petrolchimica Braskem), le banche (come Banco Bradesco e Itau Uni-banco ma anche potenzialmente Banco do Brasil)”, società che hanno già un outlook negativo come Klabin, il più grande produttore, esportatore e riciclatore di carta del Brasile, o come Petrobras, il colosso carioca del petrolio. Potrebbero invece cavarsela, e non essere impattate dal downgrade, società come il colosso alimentare Brf Sa e il gruppo produttore di cellulosa Fibria.

Per un’obbligazione perdere il giudizio “investment grade” non significa  però solo risultare più “inaffidabile” ma anche venire esclusa automaticamente dalle politiche di investimento di numerosi investitori istituzionali che nelle loro policy stabiliscono i criteri dei titoli su cui investire. Oppure venire esclusi dagli indici “investment grade”, come per esempio, fa notare Credit Suisse, il Barclays Global Aggregate Index, “aggiungendo ulteriore pressione ai prezzi dei bond”.

LE QUOTAZIONI GIA’ RIFLETTONO IL DOWNGRADE
MA PER GLI INVESTITORI MEGLIO RIMANERE ALLA FINESTRA

D’altra parte, la performance dei titoli obbligazionari brasiliani è stata di recente particolarmente debole (al contrario della prima parte dell’anno,  quando hanno significativamente fatto meglio dei titoli governativi). “L’attuale ampio spread dei titoli brasiliani (667 punti base contro 607 dell’area Latino America e 450 della media storica) – spiegano gli analisti – riflette già il downgrade. In ogni caso, crediamo sia probabile che vedremo un aumento della volatilità sui bond in valuta estera nei prossimi mesi finché il mercato non avrà iniziato a distinguere tra le società più impattate dal downgrade e quelle con fondamentali più solidi o che sono meno impattate dal taglio del rating”.

Guardando alle evoluzioni degli spread degli ultimi mesi, fa infatti notare Credit Suisse, si capisce che il mercato aveva iniziato già a prezzare un possibile downgrade già lo scorso luglio, quando S&P aveva solamente abbassato l’outlook a negativo. ”In ogni caso – aggiunge Credit Suisse – ora che S&P ha effettivamente downgradato il rating sotto il livello investment grade, il mantenimento dell’outlook negativo peserà particolarmente sui bond corporate nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Inoltre, crediamo che S&P emetterà downgrade sui rating di diverse obbligazioni corporale nei prossimi giorni generando un aumento della volatilità”.

Il risultato è che diverse società brasiliane giudicate BBB scambiano agli stessi spread di società di Paesi emergenti al livello BB, e in alcuni casi anche più a sconto, rendendo questi bond attraenti dal punto di vista delle valutazioni. Tuttavia, gli analisti alla luce dell’attesa alta volatilità consigliano prudenza su questo fronte. “Gli investitori non ancora investiti in obbligazioni brasiliane corporate – suggeriscono – dovrebbero stare in disparte per il momento. Gli investitori già investiti e in grado di sopportare la volatilità dei prezzi dei bond dovrebbero mantenere i propri investimenti nelle società con i fondamentali più solidi. Inoltre, rimaniamo molto prudenti su quelle società pesantemente coinvolte nel settore delle comodità o focalizzate sull’economia domestica”.

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