Scene da golpe militare alla sudamericana quelle viste martedì 7 settembre in tutto il Brasile: il presidente Jair Bolsonaro, nel giorno della festa dell’indipendenza dal Portogallo, ha chiamato in piazza i suoi sostenitori che hanno risposto in massa, con cortei oceanici da Rio a San Paolo, mentre nella capitale Brasilia ha tenuto un comizio facendosi affiancare da due generali dell’esercito, il suo vice Hamilton Mourao e il ministro della Difesa Walter Braga Netto. Nel mirino del presidente, che ha così funestato un giorno di festa creando tensioni in tutto il Paese e facendo presagire conseguenze per la tenuta stessa della democrazia, è la Corte Suprema, il massimo organo giudiziario brasiliano, accusato di troppi mandati d’arresto considerati a sfondo politico, in quanto ripetutamente comminati contro membri e supporter del governo.
Tra i giudici da “mettere in riga” viene citato il nemico numero uno Alexandre de Moraes, responsabile dell’inchiesta che indaga sul finanziamento e organizzazione di atti contro le istituzioni e la democrazia, che ha già portato all’arresto di numerosi alleati del presidente e di suoi militanti: “Non possiamo continuare ad accettare che una sola persona del centro del potere continui a imbarbarire la nostra popolazione. Non possiamo più accettare arresti politici nel nostro Brasile”, ha tuonato Bolsonaro, aggiungendo poi frasi sibilline e inquietanti come “non accettiamo che nessuno a Brasilia imponga la sua volontà”, “il presidente della Corte Luiz Fux intervenga, altrimenti saremo costretti a fare quello che non vogliamo”, e soprattutto “la Corte suprema federale non ha più credibilità per aver ragion di essere”. L’esplicita delegittimazione di un organo istituzionale fa chiaramente respirare l’aria di un golpe, proprio alla vigilia del Consiglio della Repubblica in programma mercoledì 8 settembre.
Il Consiglio riunisce l’esecutivo con i presidenti di Camera, Senato e proprio della Corte Suprema, e sembra che il capo del governo Bolsonaro stia valutando di proporre lo stato d’emergenza, il che aprirebbe scenari preoccupanti soprattutto perché nel frattempo il leader sovranista continua ad aizzare i propri sostenitori, sia sui social che nelle strade delle grandi città, dove in tantissimi hanno risposto all’appello, armati di bandiera verdeoro e intonando slogan talvolta di stampo chiaramente fascista. Senza dimenticare la componente No Vax e infatti la situazione di tensione preoccupa anche sul fronte Covid: il Brasile ha recuperato terreno nella campagna vaccinale (è stato superato il 60% di cittadini vaccinati con una dose, in un Paese di oltre 200 milioni di abitanti), ma gli assembramenti di questi giorni potrebbero incidere sui contagi, oltre che sulla tenuta democratica. Anche perché nel frattempo gli oppositori di Bolsonaro non stanno a guardare.
La stampa, quasi per intero a incominciare da Globo, gli dà addosso tutti i giorni, e martedì è sceso in piazza, anche lì con una buona partecipazione, anche il popolo anti-Bolsonaro: chiede a gran voce l’impeachment, che peraltro il vice-presidente della Camera Marcelo Ramos ha definito “inevitabile”, e una gestione meno negazionista dell’emergenza sanitaria, accelerando su vaccini e misure di prevenzione. Tra loro ci sono tantissimi sostenitori dell’ex presidente Lula, che proprio in questi giorni è stato ulteriormente riabilitato: il Tribunale di Brasilia ha annullato un altro processo nel quale era imputato ad Atibaia, un comune dello stato di San Paolo, e forse anche questo ha contribuito a innervosire Bolsonaro. Per Lula, che ha fatto 19 mesi di carcere scontando una condanna per corruzione successivamente annullata, è l’ennesima assoluzione: ormai è un libero cittadino da quasi un anno e i sondaggi lo danno per favorito alle elezioni presidenziali che si terranno nell’autunno del 2022. O che si dovrebbero tenere, se nel frattempo non succede qualcosa di diverso.
Lo so che vi brucia, ma nel Brasile dei patrioti, delle milioni di persone scese in piazza senza bandiere di partito ma con la sola bandiera nazionale in mano, l elite mondialista che qui in Europa è ormai incontrastata e vi foraggia a piene mani per portare avanti la farsa del covid non avrà la meglio. Fatevene una ragione, il popolo e l esercito impediranno che le elezioni vengano taroccate come negli usa. Non è un golpe : è la volontà popolare!