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Bpm, vince la lista Giarda: il professore sostenuto dai sindacati ottiene 3.961 voti su 5.705

È Piero Giarda il nuovo presidente del Consiglio di sorveglianza della Bpm. La lista da lui guidata ha ottenuto 3.961 voti su 5.705 votanti e porta in consiglio 11 candidati.  Quattro posti andranno alla lista tre dell’avversario Piero Lonardi, che ha ottenuto 1.569 voti, e i due posti per gli investitori istituzionali alla Investindustrial di Andrea Bonomi.

“Sono lusingato dai consensi che la mia candidatura ha avuto – ha commentato Giarda in assemblea dopo la diffusione dei risultati – spero di fare bene per la banca e di essere all’altezza”. Giarda ha voluto ricordare il lavoro svolto da Coppini, Bonomi e Croff sottolineando che i risultati economici da loro raggiunti hanno dato credito alla stessa assemblea di oggi che è stata anticipata per motivi di natura diversa da quelli di bilancio.

“La vittoria della lista Giarda è la vittoria del cambiamento rispetto all’improvvisazione e alla demagogia. È  la vittoria dei lavoratori e dei pensionati rispetto agli interessi di bottega, è la vittoria della professionalità e della gente per bene che vuole definitivamente voltare pagina, continuando ad assistere al meglio famiglie e imprese. È la vittoria della normalità e della stabilità”, ha commentato in una nota Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. La lista del professore dell’Università Cattolica ed ex ministro per i Rapporti con il Parlamento del governo Monti è stata infatti supportata  dai sindacati bancari nazionali (Fabi, Fiba, Fisac e Uilca) e da alcune associazioni di categoria lombarde come Assimpredil, Confartigianato e Coldiretti in opposizione alla lista di Piero Lonardi, commercialista milanese e storico rappresentante dei soci non dipendenti.

Nel suo discorso davanti all’assemblea Giarda ha garantito il “mantenimento della forma giuridica di banca cooperativa e dell’autonomia societaria” spiegando però che questi due elementi hanno però come presupposti fondamentali “la redditività e la solidità patrimoniale della banca”. Per Giarda la Bpm deve tornare alla normalità. “Il mio sogno – ha detto – sarebbe far uscire la banca dai titoli di giornali” ed è necessario “mettere da parte strappi e contrapposizioni Faccio perfino fatica a capire le ragioni di liste contrapposte”.

“Dobbiamo fare gli interessi di tutti i soci cosa che in passato non è stata fatta con mistificazioni culturali e falsità”, ha ribattuto Piero Lonardi, definendo la lista di Giarda una lista “calata dall’alto in modo oscuro dai sindacati nazionali. Sullo sfondo potrebbe esserci l’aggregazione con un’altra cooperativa per eliminare l’anomalia della Bpm”.

Oltre al nuovo Cds l’assemblea in mattinata ha revocato il Cds a larghissima maggioranza, ha votato l’estensione del termine al 31 luglio per l’esecuzione dell’aumento di capitale da 500 milioni di euro richiesto da Bankitalia (passata a maggioranza e su cui hanno concordato sia Lonardi sia Giarda) e  l’adeguamento dello statuto alle norme di legge in materia di quote rosa (passato all’unanimità).

Con la vittoria di Giarda entrano dunque nel consiglio di sorveglianza su 17 posti da assegnare: undici nomi della lista 2, quattro della lista 3 e due della lista 1. In aggiunta due posti vanno ai soci storici Credit Mutuel e Fondazione Cari Alessandria (Carlo Frascarolo e Jean-Jacques Tamburini).

Per la lista due entrano cosi Mauro Paoloni e Marcello Priori, in qualità di vicepresidenti, affiancati dai consiglieri Alberto Balestreri, Andrea Boitani, Angelo Busani, Donata Gottardi, Alberto Montanari, Giampietro Giuseppe Omati, Bruno Siracusano e Lucia Vitali. Della Lista 3 (“Popolare per davvero”) siedono in consiglio, oltre a Lonardi e il fiscalista milanese Simonelli, anche Roberto Fusilli e Flavia Minutillo. Investindutrial, in qualità di organismo d’investimento porta in consiglio i due consiglieri proposti, (Luca Raffaello Perfetti e Cesare Piovene Porto Godi).

Durante l’assemblea Bonomi ha risposto alle contestazioni di alcuni soci sulle consulenze. Sono state fatte in gran parte, ha spiegato, “per il rilancio della banca e sono state assorbite dai 140 milioni di utili realizzati quest’anno in anticipo con il piano industriale”. Bonomi ha definito Montani “un consigliere forte che ha fatto il suo lavoro al massimo” affermando che la Bpm  “negli ultimi 24 mesi ha chiuso con i problemi del passato. Questo lavoro è finito. Vi consegnamo una banca migliore”.

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